L’idea balzana dell’indipendenza attraverso l’ente regione
pensare ad una regione dello Stato italiano come fosse uno stato in sé e’ un errore fondamentale ed elementare, da principiante del diritto, certamente da persona non adatta a governare un passaggio delicato come quello che si propone, un passaggio quello di “secessione” che facilmente, non dimentichiamolo mai, scivola nella guerra. Se si mette una scimmia alla guida di un aereo, non ci si aspetti poi un atterraggio morbido. I referendari vogliono il bene del popolo o uno strappo che rischi la guerra?
Quindi, per restare sul pezzo, giuridicamente la Lombardia non può invocare una successione politica (e tanto meno giuridica) con un qualche stato precedente. Dovrebbe prima diversi in 3 almeno, perché pure Mantova faceva “Stato”. Altro caso è l’Emilia-Romagna che è appunto costituita da 2 territori con storie giuridiche diverse, oltre che da costumi, tenute assieme con forza, tanto che, per esempio, esprimo 2 miss diverse.
In altro modo la regione Veneto di oggi, che non solo è una piccolissima porzione della ex- repubblica Veneta (forse un quinto), ma pure una porzione ridotta del “Veneto” annesso all’Italia nel 1866. Per altro il territorio etnicamente veneto legalmente passato all’Italia nel 1866 constava di tutto il territorio da Bergamo a Udine, a che almeno per gli ultimi 4 secoli precedenti l’annessione aveva sempre condiviso il destino veneto. Per non dire che era della Venetia ed Histria già prima dei Romani.
Anche la regione Friuli Venezia Giulia, il cui territorio per il 95% è sempre stato nella storia veneta, è