Il tramonto degli spaghetti italiani
L’Italia perderà anche lo scettro della pasta. Dagli Usa infatti si sta diffondendo l’uso di utilizzare delle linguine di zucchine al posto degli spaghetti di farina raffinata di grano, perché sono un cibo inutilmente calorico.
Infatti gli spaghetti (come per altro gli altri tipi di pasta) essendo fatti di grano raffinato, apportano velocemente molti zuccheri semplici, creando un picco glicemico, fenomeno che se ripetuto alla lunga può predisporre al diabete. Per altro dopo circa 2 ore, passato il picco tramite lo sforzo insulinico, si crea uno stato di carenza per cui si prova nuovamente fame, entrando velocemente nella dipendenza da cibo spazzatura.
Inoltre le ultime generazioni di grano, specie quello “creso” molto diffuso in Italia, sono troppo ricche di glutine, per cui se si utilizza solo questo tipo di pasta si può nel tempo diventare celiachiaci, malattia che è andata diffondendosi proprio da quando il “creso” è stato creato nei laboratori italiani tramite bombardamento radioattivo (è insomma una mutazione genetica di cui molti effetti non si conoscevano), e messo in commercio.
In realtà fra i dietologi è noto da tempo che le farine raffinate sono meno salutari di quelle integrali, e che converrebbe variare i cereali fra grano, farro, sorgo, orzo ecc, ma per l’industria alimentare purtroppo è più comodo il grano raffinato proprio per il glutine che conferisce agli impasti viscosità, elasticità e coesione, dando origine a impasti facilmente lavorabili.
Il bilancio pubblico risente di questo con il grave diffondersi di diabete e celiachia, ma gli stati non vanno contro gli interessi dell’industria alimentare favorendo consumi più salutari, evidentemente le lobby delle industrie pesano di più dell’elettorato.
Oltre alle linguine di zucchine si stanno diffondendo anche l’utilizzo della zucca spaghetti e di altri vegetali.
Mentre per il grano cresce la concorrenza di cereali (o pseudo cereali) come l’amaranto e la quinoa, per altro molto più ricche di proteine vegetali sane, cosa che rende inutile il ricorso alla carne di animali allevati in condizioni innaturali e chimicamente controllata, e quindi poco sana.
Loris Palmerini – 2016 – riproduzione riservata
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