Un Governo centrale a Roma è inutile e dannoso per l’Italia
Abolire le province come enti amministrativi migliorerebbe di poco la situazione italiana dei conti, mentre invece ridurre al lumicino o abolire il governo centrale di Roma sarebbe un gran vantaggio per tutto e realizzerebbe grandissimi benefici economici e sociali.
La mia proposta è questa: abolire o ridurre al minimo il governo centrale italiano. Ma questo accadrà comunque perché con il trattato di Lisbona, entrato in vigore il primo dicembre 2009, si è attuata una vera rivoluzione giuridica che va in tal senso. Con il trattato gli Stati nati dopo la rivoluzione francese, fra cui l’Italia, sono stati di fatto cancellati che sono ormai orpelli inutili e dannosi per i popoli europei.
Anzi, abbiamo già sotto gli occhi che la cosa è vera. Un esempio è il Governo del Belgio, che da 200 giorni è in “crisi” in quanto le diverse comunità (la fiamminga, la francofona e la tedesca) non cercano nemmeno di accordarsi sul nuovo esecutivo. Eppure tutto sembra funzionare senza alcun problema grazie alla struttura federale dello Stato che ha ridotto all’ assenza l’ amministrazione centrale di cui l’attuale governo gestisce solo quella corrente. Anzi, è stato pure in grado di governare il semestre di presidenza europeo!
L’evidente capacità di autogoverno delle singole comunità, in questo caso belghe, tuttavia preoccupa qualcuno, in questo caso la famiglia reale Belga, in quanto il fatto dimostra l’inutilità di una rappresentanza unitaria degli ex-stati in una Europa Unita.
D’altra parte è lo stesso trattato di Lisbona che porterà a questo risultato, ossia all’Europa dei Popoli e alla sostanziale abolizione degli Stati ottocenteschi.
I Governi statali centrali sono già di fatto un inutile livello di governo privo di senso nell’attuale situazione, perché nel trattato di Lisbona sono stati sanciti i seguenti principi, che sintetizzo:
– l’Unione Europea è un super stato federale
– lo Stato Federale europeo ha le competenze esclusive e primarie nelle materie più importanti fra cui Moneta, Difesa, Confini, Esteri, Economia, socialità ed educazione
– l’Unione garantisce i diritti umani ed è diventato condannabile dal Consiglio d’Europa ( quello che condanna sempre l’Italia), ma ora le sue sentenze sono di fatto esecutive attraverso l’Unione
– agli stati rimane solo da attuare le direttive e i regolamenti del governo Europeo, gestendo le funzioni delegate in maniere autonoma o federale
– gli stati HANNO RINUNCIATO A FARE CAUSA ALL’UNIONE nella corte internazionale, cioé non sono più stati internazionali ma “regioni” di uno stato
– la relazione con gli esteri è esclusiva dell’Europa, si possono abolire i ministeri esteri degli stati
-le minoranze linguistiche e nazionali sono titolari di diritti di autogoverno molto forti, le leggi del Consiglio d’Europa in materia sono vincolanti
– la cittadinanza europea è distinta da quelle precedenti, una persona può ottenerla senza essere tedesco, francese o spagnolo, prima era richiesto
– le nuove aziende europee, ossia le Societas Europaea che agiscono in regime europeo, faranno sempre più sede nei paesi con bassa tassazione ma possono lavorare in tutta l’Unione senza che gli stati possano impedirlo, come succede negli USA, e questi sistemi sono disponibili anche a fusioni di medie imprese oggi oberate di tasse
– l’economia si sta spostando negli stati agevolati (vedi Google che ha sede in Irlanda) e determinerà la riduzione del flusso di cassa degli stati spreconi.
– la carta dei cittadini europei, seppure non è chiamata “Costituzione” vale come lo fosse
Questi principi di fatto pongono la necessità di discutere se è ancora utile avere un governo a Roma . Sempre che lo sia mai stato. Sempre che sia possibile.
Infatti il Governo di Roma, come gli altri governi di Stato “nazionale”, oggi sono semplicemente “attuatori” di normativa europea, come le regioni rispetto allo stato italiano. Detto in altro modo ormai sono solo un esecutore del governo di Bruxelles (la Commissione) e deveno adattarsi continuamente alle sue direttive e alle sue indicazioni. A Bruxelles i governi devono obbedire anche riguardo ai limiti di bilancio, agli impegni internazionali, alle norme sulla qualità della vita, sulla salute, sul lavoro, sull’economia ecc.
Ma è solo un passaggio inutile, perché chi poi deve realmente attuare tali politiche nei fatti sono le regioni, le province e i comuni, che sempre più giustamente sentono il bisogno di influenzare Bruxelles: troverebbero molto più utile e vantaggioso rapportarsi direttamente a Bruxelles invece che all’inefficiente amministrazione romana.
Insomma, dato che il governo di Roma è essenzialmente politico, e la politica la fa Bruxelles, e Roma non fa amministrazione, sarebbe molto più utile e saggio pensare a come ridurre il Governo di Roma alle funzioni di mera rappresentanza in Europa, e per le sole materie rimaste centralizzate, ed attuare per tutte le regioni un rapporto diretto come già fa il Trentino-Sud Tirolo che non solo si trattiene l’IVA promuovendo l’economia, ma si rappresenta da sé a Bruxelles e attua le direttive per proprio conto. Un rapporto diretto con il governo centrale (che è solo quello europeo) costringerebbe all’efficenza regionale anche quelle regioni che la storia d’Italia ha ridotto a esempio negativo del mondo occidentale .
Insomma il modello “Romano” è fallimentare e superato. Se consideriamo i risultati economici, è del tutto evidente che il Governo di Roma non è più in grado di garantire il benessere degli italiani: l’economia non funziona, le regioni parassitarie della Costa Tirrenica continuano a vivere nello spreco e nell’anarchia, spesso infiltrate di mafia e camorra. Tutto questo favorisce la depredazione delle regioni della Costa Adriatica deprimendo la loro capacità di sviluppo, e questo vale per il Lombardo-Veneto come per l’Emilia (3 delle regioni contribuenti attive su 3 ) ma anche per le Marche e le Puglie che in effetti non sono parassitarie nella contabilità delle regioni. Invece sono parassite la Liguria, e il Lazio.
Il modello di Roma fallisce da 150 anni, in generale il Sud non si è sviluppato nonostante il nord abbia speso quantità incredibili di denari per farlo. Il nord Italia ha speso per il sud probabilmente 10 volte quello che la Germania Ovest ha speso per l’Est, ma la Germania ha risollevato l’Est ex-comunista, il Sud Italia con l’Unità d’Italia è solo peggiorato, e ormai vive di assistenza e sussidi.
Anzi, questo legame ha finiti con l’ esportare mafia e la disorganizzazione anche al nord, che ormai conta città mafiose perfino in Lombardia.
Se usciamo dalla demagogia dell’essere italiani a tutti i costi, e guardiamo al concreto e al futuro, è folle e demagogico discutere della abolizione delle Province, che sono di fatto le vere esecutrici materiali di molte materie delegate ( pensiamo per esempio ai licei e alle scuole tecniche, che gestite a livello comunale creerebbero sprechi enormi ed inefficienza nell’offerta, come pure sarebbe un’assurdità gestire a livello regionale).
Ed è invece oggettivamente ragionevole interrogarci sulla utilità pratica di un governo centrale romano: il caso Belga ci dimostra che si può vivere benissimo senza un governo centrale forte ed anzi in italia si risparmierebbe molto in termini di casta, privilegi, costi.
Se poi consideriamo che il grosso della spesa pubblica inutile si trova proprio nelle amministrazioni centrali romane, è indubbio che si debba pensare per prima cosa a far dimagrire i ministeri, gli enti centrali dello Stato, e tutti gli istituti del Fascismo, semplicemente delegando in maniera permanente le funzioni alle regioni, eventualmente con già l’indicazione specifica di quali regioni debbano poi delegare le funzioni alla province e ai comuni. Meglio ancora sarebbe attuare per intero la carta Europea sull’Autogoverno che tanto occorrerà lo stesso.
Tutto questo sarebbe in realtà attuazione della Costituzione articoli 2,5 e 10, ma certamente non avverrà perché non conviene al potere attuale, nemmeno a quello imprenditoriale di casta, e nemmeno a quello mafioso.
La mancata delega che per 50 anni non è avvenuta, sarebbe l’attuazione del regionalismo autonomista che la Costituzione prevede, e che è sistematicamente violata proprio da chideclama i valori “nazionali” italiani: in realtà la declamazione serve al proprio interesse personale e di casta, non certo per il benessere dei popoli italiani.
Trovatemi chi oggi parla di unità d’Italia senza conflitto di interessi oppure per interessi di casta, e se non ha interessi datemi 1 ora per mostrargli lo sua ignoranza della storia e i problemi che ci stanno davanti, e vedrete che tutto verrà smascherato.
Prima capiamo questo, prima comicerà la rinascita dei territori in una Europa unità. Basta con queste architetture istituzionali decotte.
raffaele
9 Gennaio 2011 @ 18:22
Palmerini, ma che cos’é la “coda di moderazione” ?…Vuol dire che i commenti sono sottoposti ad una specie di censura…Mi pare che ai tempi del Doge di Venezia non vi fosse censura…lei che é uno storico bravo e capace mi vuole illuminare al riguardo ? Grazie e saluti.
loris
12 Gennaio 2011 @ 04:33
Si tratta di controllo. Arrivano 50 spam al giorno con pubblicità porno, farmaci e droghe.
Inoltre alcuni postano con email falso informazioni di calunnia.
Se non controllo mi fanno pagare la responsabilità diffamatoria.
Nessuna censura. Comunque ai tempi del Doge, anche lui contava poco, e c’era una Repubblica più seria.
raffaele
9 Gennaio 2011 @ 18:17
Caro Palmerini, mi pare che lei dorma male la notte…e pensi ancora al Doge ed alla Serenissima Repubblica di Venezia….Bei tempi…Peccato che siamo nel 2011 nell’era della “globalizzazione”…
Magari aboliamo tutti i governi, centrali, regionali e locali. Che cosa ci stanno a fare ? Ma aboliamo pure il Parlamento, i Consigli regionali e municipali e perché no anche i CONDOMINII…Sull’abolizione di Roma Capitale ne parli a Gianni Alemanno, Sindaco di Roma nonché illustre esponente della Destra…
Complimenti per la “rivisitazione” della Storia d’Italia…se ne dicono tante…a partire dalla creazione della Padania dovuta alla fertile inventiva di Bossi…Ma mi pare che nella Lega, compresa la Liga Veneta, si sia un po’ a corto di cultura…tanto vale cantare “Va’ Pensiero…” Almeno questo le piace ?
Auguri,comunque, e viva il Veneto di Loris Palmerini…
Daniele Roscia
27 Febbraio 2011 @ 22:05
Palmerini sicuramente dorme la notte, nonostante ci siano troppi italioti che non conoscono l’Europa dei popoli
Liliano Maso
7 Gennaio 2011 @ 17:57
tutto bello e buono, ma intanto come si fa con il passaporto ? fin che non si potra’ avere quello delle Venetie, bisognera’ tenersi quello dell’ Italia…..