L'opinione di Loris Palmerini
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22 Ottobre 2010

Svelata l’occupazione militare italiana nel Lombardo-Veneto dal 1866

Attualità e storia del Popolo Veneto, Giustizia, Politica, Storia, Venetie 1

Nel 2006 lessi ”la cessione del Veneto” , memoriale di Thaon di Revel il quale era il commissario plenipotenziario del Governo Italiano nel 1866 . Si trova anche su Google books gratuitamente.

Il titolo è forviante, dovrebbe essere “la cessione del Lombardo-Veneto” che allora legalmente era un Stato-Regno con 60 anni di esistenza e stato successore della Repubblica Veneta.

Nel 1866 le truppe italiane erano entrate nel territorio perché era stato lasciato libero dagli Asburgo che pure solo pochi mesi prima le aveva sconfitte sia per terra a Custoza che in mare a Lissa.

Il Governo Italiano legalmente doveva solo garantire l’ordine pubblico nel momento del voto, ed invece Revel, lo stesso commissario, ci racconta alcuni dei complotti che furono organizzati per impedire alle popolazioni del Lombardo-Veneto di votare liberamente per l’indipendenza o l’annessione al governo italiano. Infatti c’era il concreto rischio che esse preferissero restare indipendenti come già avevano mostrato i moti del 1848 che si erano conclusi con la cacciata dei Savoia, fatto ben rappresentato dal memoriale di Carlo Cattaneo, anche esso su Google Books.

Per non farsi scappare il regno fra i più ricchi d’Europa il Governo Italiano, che aveva le pezze al culo, costituì un “comitato segreto” , il quale operò minacciando di morte tutti coloro che professavano per l’indipendenza del Lombardo-Veneto, minacciando specie i filo asburgici, e facendo in modo che tutte le prefetture fossero controllate da emissari segreti degli Italiani.

Il Governo Italiano si permise pure di decidere le modalità del voto, negandolo spudoratamente quando casualmente lo venne a scoprire il mediatore Francese.

Invece secondo i trattati internazionali, i rappresentanti legittimi del Lombardo Veneto dovevano ricevere nelle proprie mani la sovranità, poi svolgere il plebiscito decidendo liberamente le modalità di voto e facendo votare tutte le popolazioni del Lombardo-Veneto, e poi eventualmente consegnare la sovranità al Governo Italiano.

Il comitato segreto però minacciò di morte ogni rappresentante non gradito che avesse azzardato la volontà di farsi rappresentante internazionale per l’operazione, al fine di arrivare al pieno controllo del Governo Italiano nel momento del passaggio di carte previsto dal trattato . Alla fine il rappresentate della Francia, che faceva da garante internazionale, si trovò davanti 3 persone che “stranamente” erano quelli indicati dal governo italiano già settimane prima, e che in realtà erano dei prestanome dello stesso, cioé un governo “fantoccio” secondo il diritto internazionale, che illegalmente firmarono gli atti senza titolo, cioé invalidamente .

Mettere in luce questi elementi di sfregio al trattato internazionale secondo i requisiti del diritto internazionale, non solo implica la conoscenza del diritto internazionale, ma significa rende nullo ed insanabile il risultato secondo lo stesso. Insomma il territorio non è mai stato legalmente italiano, e non vi è “usucapione” per esso, e non lo sarà mai se non dopo un voto libero e sovrano di tutto il Lombardo-Veneto e terre venete annesse.

E’ vero anche che il Governo Italiano organizzò il voto in modo da ottenere un risultato programmato, e nel memoriale Thaon di Revel stesso scrisse che già giorni prima del voto “controlliamo la maggior parte delle prefetture”. Insomma certamente il risultato del Plebiscito fu preconfezionato , e c’è chi parla di truffa del voto, ma questo concetto di “truffa” è tuttavia fuorviante ai fini del valore internazionale e non ne dimostra la nullità. Mi spiego: sebbene sia stato dimostrato che in molte sedi ci furono più voti che votanti, e che in alcuni posti le schede non furono mai scrutinate, se questo è “politicamente” inaccettabile, è anche sufficiente a invalidare legalmente l’annessione nel diritto internazionale ? No.

Questo spiega perché molti giornali ed esponenti politici parlano pubblicamente della “truffa”: essa non invalida la legittima presenza del Governo Italiano nel territorio Lombardo-Veneto.

Invece fin dal 2006 nel mio sito web ho portato in lucegli elementi legali che secondo il diritto internazionale rendono nullo e insanabile il risultato del voto del 1866.

Sono elementi che ho poi fatto scrivere in molti ricorsi presentati in tante magistrature anche europee, su richiesta di quelli che mi si rivolgevano in qualità di Presidente del Tribunale del Popolo Veneto, lavoro per cui non ho mai richiesto alcun soldo mentre alle mie spalle alcune persone a me vicine intascavano illegalmente soldi, ma sono stati scoperti. (chi avesse sborsato soldi mi contatti).

Nel 2007 ho pubblicato il libro “la Repubblica mai nata” che tratta principalmente del referendum del 1946, illegale pure esso, perché non votarono Istriani, Dalmati e i cittadini di molte altre terre legalmente italiane, solo in seguito cedute dalla “repubblica” che invece non è mai stata legalmente valida. La questione Veneta viene affrontata per la prima volta con un taglio del diritto legale alla sovranità vigente, oltre che sinteticamente storico.

In quella prima versione avevo già scritto che pure il plebiscito del 1866 per l’annessione del Lombardo-Veneto non è valido, scrissi che non lo era perché non si fece votare tutta l’intera Lombardia ad eccezione di Mantova. Insomma, siccome si era internazionalmente negata la legittima presenza militare italiana in Lombardia, il trattato internazionale prevedeva il plebiscito di tutto il Lombardo-Veneto, Lombardia compresa . Invece il Governo Italiano non sono pilotò e truccò il voto delle province venete comprendenti Udine e Pordenone, e di Mantova, ma non fece nemmeno votare per nulla l’intera odierna regione “Lombardia”, che già allora costituiva più del 50% della popolazione del territorio sottoposto al vincolo internazionale.

Come per il referendum del 1946 cui manca il quorum confermativo del risultato, in “La Repubblica mai nata” sottolineavo che nemmeno il plebiscito del 1866 può essere valido perché più del 50% degli aventi diritto venne escluso con la frode dal voto.

Oggi, anniversario del sequestro del voto veneto, è pronta la seconda edizione del mio “La Repubblica mai nata” riveduta e ampliata proprio sul 1866. In esso ho ripreso tanti elementi che sono già passati davanti agli occhi di varie magistrature e che sono all’attenzione del Consiglio d’Europa per un mio ricorso presentato nel 2009. Il mio in Consiglio d’Europa è un procedimento che concerne appunto l’illegalità del Governo Italiano nel Lombardo-Veneto perché non ha giurisdizione fin dall’inizio, e quella che di fatto illegalmente esso esercita vìola i diritti umani in molti aspetti, come per l’imparzialità del giudice, esclusa fin dall’inizio, la negazione del bilinguismo, e perfino la violazione della Costituzione stessa per esempio nelle Commissioni Tributarie.

C’è chi sta tentando di bloccare questi ricorsi con giochi fantastici che presto renderemo pubblici, di base stanno ancora una volta simulando di essere il governo rappresentativo dei veneti. Ma stavolta sono destinati a perdere e la civiltà della verità vincerà su quella del sequestro e dell’omertà.

Per chi volesse una copia del Libro mi telefoni o mi scriva il suo indirizzo, costo 5 Euro + spese postali.

Loris Palmerini

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