Se il lettore pensa che la vicenda “puttanopoli” sia la cosa più grave che sta succedendo in quest’ italia putrida, si inganna.
Si sta svolgendo invece la ben più importante guerra sulla stragi Falcone e Borsellino e gli altri atti terroristici di stampo mafioso avvenuti nel 1992, 1993 : sembra che la Mafia, proprio perché alle strette, avesse deciso per azioni terroristiche eclatanti al fine di favorire un nuovo patto con lo Stato.
Il terrorismo mafioso favorì di certo l’elezione di Scalfaro a presidente della Repubblica e di Ciampi a capo del governo, e quella stretta alla mafia che rischiava di essere finale in effetti fu molto addolcita dai nuovi capi della Repubblica. Come?
Dalle inchieste emerge che il Ministro Conso lasciò cadere i decreti sul carcere duro per i mafiosi (il famoso 41/bis) a suo dire per scelta solitaria e personale, ma dato che un ministro da solo non fa nulla occorre dire che anche Ciampi e Scalfaro non si opposero, nonostante le lamentele vigorose dei magistrati di Palermo, ed anzi arricchirono il piatto della Mafia con l’abolizione di altri 166 decreti . Io ricordo però che in quel periodo la Corte Costituzionale si opponeva al rinnovo dei decreti perché contrario a Costituzione, ma è anche vero che in seguito si riprese a rinnovare i decreti legge, come nell’ultimo “mille proroghe”, e quindi si dovrebbe coinvolgere anche la Corte Costituzionale in quel meccanismo o dare ragione del suo attuale silenzio.
Dopo l’abolizione dei decreti nel 1993-1995, la Mafia ritornò nel suo abituale segreto, che per Pippo Giordano sono la prova stessa dell’accordo fra Stato e Mafia, un accordo che secondo lui durava già dai tempi del prefetto fascista di Palermo Mori, trasferito da Mussolini a fare il Senatore a Roma in modo da salvare la Mafia. Io su questo concordo, ma allungo la durata del patto alla fondazione stessa dell’Italia! Infatti nel suo “Maledetti Savoia” Del Boca ci racconta di come il patto fra Italia e Mafia inizia con Garibaldi stesso, il quale arrivò in Sicilia ufficialmente per liberare i contadini ( in realtà era finanziato dalla massoneria inglese) e ben presto realizzò un patto con i signori Siciliani o “Mafia” per mantenere le cose come stavano. Lo stesso Garibaldi infatti in seguito ammise di aver fatto un errore.
Tornando all’oggi, dal novembre 2010 si sta svolgendo a Palermo il processo che coinvolge le stragi del 1993, e fra gli indagati un altro Mori, che nel 1993 era capo del Reparto Operazioni Speciali (ROS) dei Carabinieri.
A distanza emergono fatti e conclusioni che sono veramente terrificanti, tanto da trasformare un Gasparri (forse per la prima volta interprete di sè stesso) in un novello Savonarola, e dice: “Conso ha detto di avere in autonomia deciso di non prorogare il 41 bis, il carcere duro per i boss, a 140 detenuti per evitare altre stragi mafiose. Il presidente del Consiglio dell’epoca, Ciampi, sapeva qualcosa e non ha fatto nulla? Grave. Non ne sapeva invece niente? Ancora piu’ grave. E che cosa sapevano gli ex ministri dell’Interno come Mancino ed i suoi illustri predecessori? “ ed ancora “una inammissibile resa dello Stato alla mafia” e “assume sempre piu’ i contorni di un folle patto Stato-mafia“.
Gasparri chiama in causa Ciampi, Scalfaro, Mancino, Parisi, Conso, Amato e poi dice “Vogliamo sapere perche’ lo Stato si e’ inginocchiato davanti alla mafia”. Stranamente a questa richiesta di chiarezza risponde il rappresentante della ANM, la più potente associazione della Magistratura, Luca Palamara, il quale sostiene che sono cose di storia, non di indagine. Invece per me essendo cose non ancora sottoposte a prescrizione, ed essendo i protagonisti ancora vivi e saldamente presenti nelle istituzioni, proprio Scalfaro, Ciampi, Mancino ecc io dico che si deve assolutamente chiarire ed eventualmente ripulire le istituzioni eradicando ogni suo tentacolo.
A soddisfare in parte il bisogno di conoscenza forse possiamo confrontarci con documenti come il Dossier Pisanu, nel quale si afferma che “Ci fu una trattativa Stato- Mafia” ma anche “… una convergenza di interessi tra ‘Cosa Nostra’, altre organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, uomini dei servizi segreti, mondo degli affari e politica”.
Ma quando si parla di Mafia si parla di giochi d’ombre, ed ecco che a Firenze si svolge un altro processo, questa volta contro Francesco Tagliavia, ed in esso diversi pentiti hanno indicato Berlusconi come uno dei mandanti delle stragi degli anni novanta. Per non parlare delle pesanti ombre emerse con il processo dell’Utri.
Chi segue il mio blog sa che questo intreccio di forze economico-criminal-eversive-politiche è esattamente quello che io chiamo “Italia”, non uno stato ma nulla più di una guerra per bande dove il più netto cià la rogna. E dico che per questo chi parla bene dell’Italia lo fa perché difende qualche interesse di casta o personale, non certo per il bene della gente.
Infatti comunque la si metta sembra vi sia un governo mafioso dell’Italia, io lo dico da anni, e lo dico per tutt’altre vie.
Se dunque sembra certo che da parte dello Stato nel 1993 e a seguire ci fu un’arrendevolezza senza precedenti, la vicenda presenta possibili risvolti che definire epocali è poco. E cosa sennò se fosse definitivamente provato che la Mafia guida il governo dello Stato Italiano indipendentemente dal colore al pari di quei paesi dove i trafficanti di droga sono i padroni ?
E se la Mafia governasse sempre e comunque e la politica fosse pura apparenza di un grande accordo sotterraneo ?
Di certo questa volta occorre fare attenzione al grido dei magistrati di Palermo, in particolare a quello del Procuratore capo di Palermo Messineo che ha dichiarato il 29-1-2011 “Stiamo vincendo la partita con la mafia, ma lo stato depone le armi”.
Tutte queste sono verità inacettabile per le quali è certo meglio usare un distrattore di massa come il caos mediatico di puttanopoli, una distrazione che per essere credibile deve pure essere studiato con qualche fondamento. Infatti la miglior finzione è quella che mescola la verità alla bugia.
Franco
2 Febbraio 2011 @ 12:05
“Invece per me essendo cose non ancora sottoposte a prescrizione, ed essendo i protagonisti ancora vivi e saldamente presenti nelle istituzioni, proprio Scalfaro, Ciampi, Mancino ecc io dico che si deve assolutamente chiarire ed eventualmente ripulire le istituzioni eradicando ogni suo tentacolo.”
Giustissimo. Anch’io condivido quello che dici ma devo dare ragione anche ad Enrico.
In certo senso mi verrebbe voglia di dar ragione anche ad Alfano e(gulp!) perfino a Berlusconi se guardiamo allo stato comatoso e putrescente in cui versa la giustizia in Italia che ritiene più importante il rubygate piuttosto che far luce sul caso Conso e co.
Come per perseguire ed incriminare il Sultano per le sue orge piuttosto che per i suoi (molto probabili rapporti mafiosi (dell’Utri, Mangano) e far luce SU CIO’ CHE LA MAFIA STA FACENDO ORA.
Cuffaro docet.
enrico
31 Gennaio 2011 @ 17:10
Ciò che dici è condivisibile, ma gli effetti della nostra giustizia non può, come vedi tu stesso che aiutare ad una lettura solo storica.
Queste esperienze, anche se con reati non prescrivibili, dovrebbe aiutare a riformare la giustizia imponendo termini corti per lo svolgimento dei giudizi e un penality di carriera ed economiche ove il giudice non chiude nei termini fissati.
Alle persone coinvolte l’obbligo, dall’avviso di garanzia, di dimissioni da qualsiasi incarico, anche senatore a vita, fino alla conclusione del giudizio e riabilitato solo in caso di assoluzione piena.
L’ITALIA E’ L’OASI DEL NON PAGARE MAI PER LA MALA GESTIONE SIA POLITICA CHE AMMINISTRATIVA: QUESTO DOVREBBE ESSERE IL FONDAMENTO DI UNA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, COME ELIMINARE LA PRESCRRIZIONE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROCEDIMENTO GIUDIZIARIO PER RISPETTO DELL’INNOCENZA E IL DOVERE DI RAGGIUGERE IL COLPEVOLE E SANZIONARLO!!!