Un referendum sullo Statuto Veneto? No grazie.
Mi chiede un signore :
si possono fare referendum consultivi e/o abrogativi sullo Statuto Veneto?
La domanda sembra già supporre che lo statuto della regione veneto, approvato di fresco nel 2012 dopo 40 anni, non vada già bene, e io condivido questo su alcuni aspetti. In particolare i referendari si trovano nel problema che lo statuto attuale vieta i referendum consultivi su materie non strettamente di competenza della regione, cioé in pratica rende impossibile il percorso di Indipendenza Veneta che è pieno di falle anche sul piano internazionale.
Tuttavia, cercando una scappatoia, riformare uno statuto non sarebbe per nulla facile, forse perfino impossibile. E spiego.
Per l’architettura della Costituzione italiana gli statuti regionali sono leggi “costituzionali”, tanto che hanno bisogno di uno speciale procedimento per essere approvati (doppia lettura).
Non esiste una procedura per riformare uno statuto, occorre sostanzialmente riapprovarlo modificato e questo richiede come minimo 1 anno e mezzo.
Anche ammesso che si facesse un referendum per l’abrogazione di parte dello statuto (da valutare se possibile), o anche con un referendum consultivo o propositivo, il risultato non sortirebbe alcun effetto legale fin tanto che una richiesta del consiglio regionale venisse mandata a Roma e poi approvata dalle 2 camere, ma occorre valutare attentamente se questo sia legalmente previsto dalle norme.
Ci vorrebbe comunque l’ approvazione in doppia lettura delle Camere, ossia una riscrittura dello statuto con alcune norme cambiate e certamente esse non approverebbero nulla che desse maggiore autonomia o spazio di manovra. Per esempio certamente non modificherebbero l’art.27 che oggi impedisce i referendum consultivi su materie non di competenza della regione.
Insomma è altamente improbabile che questa modifica possa avvenire prima di 5-10 anni dato che lo statuto attuale è del 2012, e il parlamento non ha alcuna impellenza nel farlo. Ci sono comuni che aspettano da 10 anni !
Tuttavia occorre ricordare che con la legge n.212 del 2010 lo stato Italiano ha cancellata l’annessione del Lombardo-Veneto del 1866, e non l’ha ripristinata come previsto dalla norma che limitava la cosa al gennaio 2013. Quindi oggi il territorio Lombardo-Veneto non è legalmente italiano (non lo è mai stato in verità) e non esiste alcun titolo legale dell’Italia per il controllo del Lombardo-Veneto;
Dunque l’attuale statuto della regione Veneto è stato approvato nel 2012, un momento in cui il territorio non era già più legalmente italiano, e dunque anche se alla fine si realizzasse una modifica, o un nuovo statuto, anche esso come l’ attuale sarebbe sarebbe illegale sul piano internazionale.
Per il diritto internazionale l’azione legale delle “regioni” sul lombardo-veneto sono inefficaci, sono governi regionali “fantocci” di un governo italiano illegale sul territorio.
Inoltre, dato che una buona parte del popolo veneto si trova fuori dai confini regionali della regione veneto, ossia è storicamente e culturalmente presente da Bergamo a Udine, solo un governo regioale che avessere effettività su tale territorio potrebbe avere qualche simulacro di rappresentanza internazionale , salvo il fatto di essere comunque un governo “fantoccio” dello Stato Italiano.
Ancora una volta, se si vuole trovare un percorso legittimo di liberazione del Veneto, occorre guardare al diritto internazionale , dove il “popolo veneto” è quello da Bergamo a Udine del Lombardo-Veneto annesso nel 1859-1866.
Smettiamola con l’illusione di potere riformare l’Italia o le regioni, con un referendum.
I molti referendum traditi, da quelli italiani a quelli comunali, mostrano che i referendum in Italia non contano nulla. L’ultimo sull’acqua, per esempio, dimostra che nemmeno con risultati bulgari la volontà popolare conta, e infatti stanno vendendo le aziende (per me quel referendum portava a questo perché era una truffa).
Se si vuole la libertà dei veneti, è molto più semplice ed economico rivendicare la sovranità internazionale fin dall’inizio, non interagire con lo Stato Italiano, non agevolare i politici che cavalcano queste cose ma poi vanno ad elezioni italiane.
Occorre rendersi conto che l’Italia è stata fin dall’inizio un occupante illegale e sfruttatore che non ha alcun rispetto delle popolazioni.
Non si tratta dunque di cambiare lo statuto regionale, ma di sostituire la regione con l’autogoverno del Popolo Veneto da Bergamo a Udine, una sola regione sovrana Venetia che potrebbe pure restata federata nell’Italia. Ma questo non è politicamente possibile, nè mai lo sarà.
Detto questo, non escludo in via teorica che una via referendaria per la riforma dello statuto regionale veneto possa intravvedersi, ma sarebbe certamente una ulteriore perdita di tempo se si tratta di portare all’ indipendenza, perché qualunque riforma non potrebbe mai dare alla regione quella legittimità internazionale che necessita per rappresentare il popolo veneto da Bergamo a Udine.