Siamo stati conquistati: come riprenderci la libertà?
Questo è un estratto da una conversazione in una chat riguardante il tema di come liberarsi dalla cosca dei banchieri che ci ha già resi servi da anni.
…… Non possiamo semplicemente riconquistare il nostro stesso territorio con le armi, perché oltre che fallimentare è anche impossibile sul piano legale. Infatti il diritto di conquista di uno stato non vale più dal 1840 (motivo per cui si fecero i falsi plebisciti di annessione degli stati preunitari alla famiglia Savoia), per cui per tornare liberi dobbiamo riferirci alla situazione preunitaria fra il 1840 e il 1861 (per l’Italia) e 1866 per il solo lombardo-veneto. Da questo punto di vista i “popoli” (per i fini legali) non sono quelli identificati per lingua e cultura (come vorrebbe il principio di autodeterminazione), ma vanno presi come gli abitanti interni degli stati allora esistenti (come voleva il principio di autogoverno). Se poi oggi dentro ciascun stato ci sono rivendicazioni ulteriori (vedi la Sicilia) è un problema interno che si può prevedere nella costituzione del nuovo governo provvisorio nel momento in cui si decide di rivendicare la nostra libertà invasa. I popoli andranno interpellati, ma non certo in questa fase di occupazione e plagio in cui sono ignavi e distratti, sostanzialmente semmai tifano per il nemico che li schiavizza. Aspettarsi dal popolo la coscienza degli statisti non è realistico. I popoli dovranno essere interpellati, ma giustamente solamente una volta ripristinato il governo legittimo con tanto di controllo del proprio territorio. Ma tutto deve essere fatto alla luce del sole e pacificamente nel nome del diritto di sovranità invasa, dello stato invaso. Ci vuole quindi prima di tutto una classe dirigente che si prenda la briga, rivendicando un proprio diritto, di sostituirsi alla attuale, legalmente prima e pacificamente, ma prima o dopo di fatto. E’ vero per altro che il diritto internazionale, per esempio quello di autodeterminazione, entra nella costituzione italiana attraverso l’art.10, ma di fatto lo stato italiano non rispetta la costituzione. Per cui è inutile appellarsi al diritto di autodeterminazione tanto più se manca il riconoscimento legale dell’esistenza del popolo. Per questo occorre rifarsi alle giurisdizioni pre-unitarie, stati invasi illegalmente. Ma se si parte dalla legittimità dell’Italia, come fanno i partiti pseudo indipendentisti che si candidano, non c’è speranza di cambiamento legale, perché il sistema legalmente lo impedisce. Solo dimostrando la illegalità dell’attuale sistema si può pensare e sperare di uscirne. Solo dichiarandolo invasore, quale è, c’è speranza di tornare alla libertà rubata. Si può fare anche un discorso antropologico, come fanno i politici, ma non si va oltre il bla bla politicante che non può portare a nulla di fatto, perché il sistema attuale, basato sul controllo dei media da parte dei banchieri, mette la politica a far nulla appositamente, in un teatrino costruito a tavolino. I partiti fanno strada e sono visibili solo quando il sistema li controlla. Salvo qualche sporadica apparizione del non controllato solo per dare l’impressione di essere liberi. Comunque antropologicamente non esiste il popolo italiano ma tanti popoli diversi nell’Italia geografica, una serie di nazioni, che potrebbero convivere in un sistema confederale come avviene per esempio in Belgio. Come per altro era previsto dal trattato di Zurigo del 1859 violato dal Piemonte. Di sicuro Sono nazioni i veneti e i sardi, da millenni, e i veneti in particolari non sono mai stati invasi fino al 1797. Gli altri popoli io non mi spingo a definirli, ciascuno li definisca come crede dal suo punto di vista sociologico o politico. Anzi, propongo di non entrare nemmeno in un discorso che faccia della antropologia la base del discorso politico, si finisce con il parlare di DNA, si finisce per escludere dall’identità nazionale coloro che non sono della religione storica, e questo non solo non è il caso, ma è pure vietato dalla convenzioni internazionali.
La questione di come riprendersi la libertà è molto più semplice : vuoi la tua libertà? Ti è stata fregata illegalmente nel 1861 o 1866 : allora perché non la richiedi indietro?
La via esiste, non è facendo un partito. la via è legale e pacifica, è un tuo diritto che però devi esercitare insieme agli altri, è nostro diritto umani, ed organizzando possiamo liberarci in un sol colpo di banchieri e governanti ladri, anche se si ripresenteranno continuamente nella storia appena lasceremo loro la possibilità.
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Marco
3 Luglio 2016 @ 17:29
Gentile Loris Palmerini,
potrebbe gentilmente spiegare come potrebbe una corte internazionale, composta da giudici che appartengono a stati con cui l’Italia stessa è alleata e, di conseguenza, con interessi totalmente contrari ad arrecarle un danno con una sentenza di questo tipo, condannare l’Italia a lasciare il territorio di uno stato preunitario con tanto di risarcimento dei danni da occupazione? Lei, poi, è al corrente che in Europa ci sono stati svariati plebisciti di annessione, e che quindi, con una sentenza di questo tipo, gli stati europei dovrebbero andare contro i propri interessi tramite i propri giudici presso il tribunale internazionale, dato che poi tutti gli stati annessi con questo sistema rivendicherebbero la stessa cosa? Lei sostiene che il diritto di conquista non vale più dal 1840, ma mi risulta che con le due guerre mondiali e anche negli anni a venire ci siano stati notevoli mutamenti territoriali avvenuti in seguito a conflitti armati.
Loris
4 Luglio 2016 @ 11:50
Marco,
domanda azzeccattissima!
Il fatto è che la pace internazionale (e la guerra) oggi si reggono su pochi principi:
1) integrità territoriale : ciascun stato ha diritto di restare integro, salvo quando il governo centrale sia illegale o dittatoriale o effettui la violazione dei diritti umani
2) diritti umani: un governo che non rispetti i diritti umani può (dovrebbe) essere sostituito con intervento della comunità internazionale, purché vi sia consenso internazionale (quindi delibera del consiglio di sicurezza ONU – dove però ci sono i veti)
3) giurisprudenza: il caso deciso in un modo vale erga omnes, ossia vale anche per tutti gli altri
In poche parole, se la Corte intenazionale si azzaradasse a certificare che l’invasione di uno stato sovrano può diventare legittima, oltretutto sottoponendo il popolo occupato ad un regime di annientamento della sua cultura e delle sue lingue, salterebbe il primo e il secondo principio perché la sentenza diventerebbe valida per tutti. A quel punto nulla terrebbe in piedi la pace, le grandi potenze comincerebbero subito a fare shopping di stati, invasioni, e ben presto si arriverebbe allo scontro fra di loro, ossia alla guerra totale. Per esempio gli USA invaderebbero il Canada e il Messico e tutte le americhe, la Russia l’Europa e mezza Asia, la Cina invaderebbe l’India il Giappone e l’Australia, l’africa diventerebbe un protettorato islamico con il medio oriente…… secondo lei richierebbero questo ?
Inoltre deve ricordare, caro Marco, che i diritti umani prevalgono (nelle leggi) sugli interessi degli stati e sulle costituzioni, e ciò che è sbagliato deve decadere.
Comunque c’è un fatto: NON ESISTE ALCUNA ANNESSIONE LEGALE DEL LOMBARDO-VENETO, la stessa Italia l’ha cancellata (su nostra pressione internazionale) nel dicembre del 2010, con legge esecutiva dal 2013, e non può più essere rivalidata. Quindi come potrebbero darci torto?
Inoltre, ciascun territorio ha la sua storia, le sue specificità . Per esempio, mentre è sempre possibile per un ex-stato fare un referendum per tornare sovrano, come per esempio ha fatto la Scozia e può fare il Lombardo-Veneto, così non è per le “regioni” italiane, che sono entità fittizzie di tipo amministrativo prive di potestà politica internazionale oppure ne hanno una solo delegata e quindi non sovrana.
Ho risposto?
Marco
4 Luglio 2016 @ 17:24
Non del tutto!
Lei sostiene che a partire dal 1840 sia in vigore il diritto di parola delle popolazioni sulle sorti dei propri stati. Tuttavia, non sono riuscito a trovare in rete niente che mi confermi l’esistenza di questa legge (o almeno, presumo sia una legge internazionale da come lei ne parla). Potrebbe darmi delle indicazioni su dove reperire queste informazioni? Il diritto all’integrità territoriale, per quanto ne sappia io, venne sancito per la prima volta soltanto dopo la prima guerra mondiale.
Per quanto riguarda i diritti umani, il loro riconoscimento non è ugualmente considerato e conseguentemente realizzato da tutti gli stati, eppure, nonostante ci sia piena conoscenza e consapevolezza di una cosa di questo tipo, nessuno stato e nessun organismo internazionale interviene per risolvere situazioni di questo tipo, anche perché ogni popolazione, in base ai propri convincimenti e valori, ha una propria concezione su quali siano i diritti umani meritevoli di tutela.
Tornando all’annessione del Lombardo-Veneto, la vedo molto dura che un tribunale internazionale possa sentenziare un’illegittimità della sovranità italiana sul proprio territorio, per il fatto che con la seconda guerra mondiale sono stati decisi e ridisegnati i confini degli stati e, a meno di una terza guerra mondiale, questi confini resteranno tali e quali a quelli esistenti adesso.
Lei sostiene che il Lombardo-Veneto possa legalmente, e quindi validamente allo stato attuale, tenere un referendum in quanto ex stato, ma questa affermazione non le sembra incorretta? Sono gli stati esistenti a poter tenere delle consultazioni, come nel caso della Scozia, che è uno stato tutt’oggi esistente, non gli ex stati, altrimenti qualunque governo che si costituisse continuatore storico di uno stato esistito in epoche precedenti potrebbe rivendicare un diritto di questo tipo e ci sarebbero continuamente mutamenti territoriali.
Bisogna poi tener conto che l’Onu stesso non ha saputo risolvere situazioni piuttosto gravi dal punto di vista umanitario e di stabilità dei territori, come nel caso del Kosovo, con una risoluzione che lo conferma parte integrante della Serbia a fronte però del riconoscimento di quasi tutto il mondo della sua indipendenza e sovranità , con l’Unione Europea che vuole addirittura associarselo, o nel caso della Crimea, riconosciuta parte integrante dell’Ucraina, eppure annessa dalla Russia e ormai parte integrante a tutti gli effetti di quest’ultima. E’ davvero certo che la geopolitica resti fuori da una eventuale causa per il ripristino del Lombardo-Veneto? Storicamente, per interessi geopolitici si è arrivati anche a non rispettare i trattati internazionali, dunque com’è ipotizzabile una riuscita di una causa di questo tipo?
Sulla assoluta infondatezza e conseguente illegalità del percorso referendario della regione veneto non ho mai avuto dubbi nemmeno io.