L'opinione di Loris Palmerini
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14 Dicembre 2016

Riconosciuti ai veneti i diritti di minoranza nazionale: un successo, ma parziale

Attualità e storia del Popolo Veneto, Diritti Umani, Giustizia, Personale, Politica, Venetie 0

Il giorno 6 dicembre il Consiglio regionale del Veneto ha approvato la legge scaturita dal PDL 116/2016, e qui si trova il testo che verrà pubblicato.

Con essa si sono riconosciuti ai veneti i diritti di “minoranza nazionale” attraverso la applicazione della Convenzione Quadro del Consiglio d’Europa. Tutta una bugia quella sul bilinguismo spacciato dai giornali, esso verrà per tutta Italia quando lo Stato renderà esecutiva le legge sulle lingue regionali e minoritarie.

Tuttavia il Consiglio regionale ha modificato la legge proposta dai comuni, sostituendone il cuore e depotenziandone l’applicazione.
Ed inoltre penso siano stati introdotti degli elementi di incostituzionalità prima non presenti.

Più in dettaglio, la legge originariamente da me scritta prevedeva che l’Istituto Lingua Veneta agisse da rappresentanza della minoranza nazionale.
Occorre evidenziare che Istituto Lingua Veneta, per statuto pubblico, è un comitato-fondazione autonomo di autogoverno, quindi fondato su precisi criteri legali che permettevano una piena realizzazione della Convenzione Quadro. Istituto Lingua Veneta è diretto e partecipato dalle maggiori associazioni rappresentative della identità, cultura e lingua veneta, e il presidente una carica annuale da loro nominata. Quindi non si correva il rischio della monopolizzazione privata di sicuro. Inoltre Istituto Lingua Veneta è strutturata in vari dipartimenti che in collegamento con la regione e le università avrebbe permettessi un passaggio graduale ma sicuro alla attuazione della norma. ILV garantiva anche una estraneità della politica alla gestione degli aspetti applicativi della Convenzione Quadro. Il patentino linguistico previsto nella forma originale della legge era in realtà una semplice dichiarazione di appartenenza minoritaria, e non impediva a nessuno la partecipazione nei concorsi pubblici, pur garantendo ai veneti una riserva di posti, e contemplando anche tutte le lingue del popolo veneto (come il Bresciano).

Purtroppo c’è stata l’ azione traditrice degli interessi veneti di alcuni (pochi) individui, che per interesse personale hanno spinto la politica a depotenziare la legge e renderla molto più blanda. Inoltre, i media, spinti dal Corriere del Veneto, hanno plagiato il popolo veneto a credere si trattasse del “dialetto a scuola” e quindi di una sciocchezza, scatenando anche inizialmente le rimostranze fuori luogo di alcuni consiglieri regionali.

Per questi motivi nella versione della legge uscita dal Consiglio non c’è più né l’Istituto Lingua Veneta, né il patentino. Al loro posto e’ stata prevista “l’Aggregazione delle associazioni maggiormente rappresentative degli enti ed associazioni di tutela della identità, cultura e lingua venete”, una definizione confusa, che non permetterà una pronta attuazione.

Nella formulazione finale sono stati inseriti anche alcuni altri vincoli che è inutile ora affrontare, ma che sicuramente depotenziano la legge, oltre che inserire delle criticità anche costituzionali.

Purtroppo ho scoperto solo ieri questi elementi, staremo a vedere cosa ne resterà se e quando il Governo Italiano vorrà contestare la legge.

Tuttavia è comunque stato un successo: è stata riconosciuta l’esistenza di diritti che spettano ai veneti in quanto costituenti una identità ed una civiltà differente da quella maggioritaria dell’Italia, quindi il diritto ad una tutela speciale, similmente al Sud Tirolo.

Questo è comunque un fatto storico, che capita solo ogni qualche secolo nella vita di un popolo. Direi che, un po’ esaltando la cosa, siamo di fronte a qualcosa di simile a quando venne riconosciuta per legge l’autonomia del primo Doge. Tuttavia bisogna vedere se i veneti sapranno essere “veneziani” nell’agire.

Proprio per le sue implicazioni importanti, anche sul piano internazionale, all’estero la notizia è stata data con importanza, e la giusta prospettiva, dimostrando purtroppo che in Italia i Veneti non godono del diritto di informazione, un diritto umano fondamentale.

Adesso i veneti hanno modo di cominciare a lavorare seriamente attorno ad un tavolo, ma dovranno imparare a gestire i loro affari facendo squadra, e senza farsi distrarre da chi ha interessi contrari o addirittura si presenta da amico per truffarli. Dovranno quindi imparare a tenere ai margini i truffatori, i ladroni e i calunniatori che sono utili a chi non vuole che questo avvenga.

In quanto “padre” della legge (per altro un po’ storpiata), sento di aver contribuito alla mia comunità con qualcosa di buono, ancora poco per quanto vorrei, ma non è un successo solo personale, bisogna ringraziare Loris Mazzorato, senza il quale la presentazione del progetto di legge regionale non sarebbe mai partita (ed è il primo che in veste istituzionale mi ha dato una chance), e i Sindaci Lio, Gavin e Szumski che l’hanno appoggiato e portato in regione, ma anche anche Boratto e gli assessori Dino Zavan a Loreno Caliero che l’hanno reso più forte.

E naturalmente non si possono non ringraziare i Consiglieri regionali che hanno approvato la legge, non solo Maurizio Conte che ha chiesto la discussione e ha garantito il supporto insieme a Basso e Negro, ma anche Barbisan che con professionalità ha giocato il suo ruolo di “relatore” cercando di mediare i vari interessi ed egli stesso verificando con lo studio che il procedimento era effettivamente rivoluzionario (pur dovendo comunque seguire altre direttive). E Zaia, che lasciando libertà di coscienza ha comunque appoggiato la legge. E Ciambetti, che ha saputo portare la nave in porto nonostante i cavilli procedurali e l’asfissiante ostruzionismo dalle opposizioni del PD e della Lista Moretti.

Ringrazio anche loro, le opposizioni e i partiti che hanno osteggiato il procedimento, e meglio se darà loro fastidio,. Li ringrazio perché con le loro fandonie (per altro trasmesse loro da un veneto incapace e in malafede ), con il loro ostruzionismo forsennato, con le loro affermazioni false e razziste, hanno costretto i consiglieri a ragionare sul provvedimento, arrivando per reazione a convincerli nel profondo più di quanto eravamo riusciti a fare noi. I consiglieri hanno votato ben consapevoli di cosa votavano, hanno capito che esso era utile per valorizzare la nostra identità e per dare una copertura giuridica internazionale al popolo veneto, ed hanno capito che questo era necessario proprio per fermare il razzismo contro i veneti che albeggiava nei media e che era ben presente in aula.

Inoltre ringrazio anche le forze dell’ordine, che nelle settimane di discussione hanno arrestato e denunciato dei gruppi di truffatori che hanno per anni ingannato i veneti con materiali e propaganda mistificata: nonostante io non sia sicuro che l’intento delle forze dell’ordine fosse quello giusto, di fatto hanno ripulito il panorama “venetista” lasciando risplendere la stella polare che ha preso corpo con il PDL 116.

L italicum va cancellato Il “popolo veneto” non è più solo una idea, c’è una definizione

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