L'opinione di Loris Palmerini
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9 Marzo 2010

Regione veneto: rischio commissariamento per mancato bilinguismo.

Attualità e storia del Popolo Veneto, Diritti Umani, Giustizia 0

Le “minoranze” nazionali di uno Stato, cioé quelle popolazioni che sono di nazionalità diversa da quelle maggioritaria , hanno specifici diritti stabiliti dal sistema internazionale di protezione dei “diritti umani”.

La legge n.302 del 1997 ha reso legge italiana ordinaria la Convenzione di fonte “Consiglio d’Europa” che prevede molti diritti per le minoranze, fra i quali:

– diritto al bilinguismo nelle scuole, nella segnaletica, nei media
– canali radio e tv in lingua
– diritto a giornali stampati in lingua
– bilinguismo negli uffici pubblici
– diritto di ricevere corrispondenza in lingua dall’amministrazione pubblica
– diritto di esibire cartelli in lingua nel luogo di lavoro

Nei fatti però l’Italia non ha mai applicato questa convenzione al “popolo veneto” riconosciuto dal art.2 L.n.340/1971.

Ma in effetti nessuno ne aveva mai domandato l’applicazione secondo modalità di legge, fino a poco tempo fa. Il 30 dicembre 2009 e poi ancora il 18 gennaio 2010, la Regione veneta è stata investita da una specifica istanza da parte del “Autogoverno del Popolo Veneto”, per l’applicazione e il rispetto della legge anche nel sistema elettorale.

L'”autogoverno del popolo veneto” è un ente pubblico previsto dall’art.2 L.n.340/1971 che si è autoistituito nel 1999 in base alla L.n.881/1977, e rappresenta legalmente il popolo veneto.

Qualcuno pensa che è la “Regione Veneto” a rappresentare il popolo veneto, ma una sentenza della Corte Costituzionale ha chiarito che non è così, ovviamente, la “regione” è solo un ente periferico dello Stato vincolato negli scopi dalla legge statale, e non può rappresentare un “popolo”. Si può dire insomma che la “regione” è solo una filiale di un ente centrale , lo Stato, tanto che il “consiglio” regionale non può essere chiamato “parlamento”. La Sicilia fa Stato a sè.

La regione veneto ha dimostrato in pieno questa affiliazione, in quanto, una volta richiesta di applicare la norma sulle minoranze che istituisce il bilinguismo, in dispregio ai diritti umani del popolo veneto e venendo meno ai suoi obblighi legali, semplicemente non ha fatto nulla.

Da qui la richiesta al TAR di commissariamento, presentata lunedì 8 marzo.

E già il 12 marzo si terrà l’udienza a Venezia, perché quella convenzione sulle minoranze, ratificata con L.n.302/1997, è oggi una legge obbligatoria in quanto il trattato di Lisbona (in vigore dal 1 dicembre 2009) l’ ha “comunitarizzata”, ossia resa obbligatoria al pari delle direttive europee.

Quale rappresentante dell’Autogoverno del popolo veneto ho chiesto al Tar del Veneto la nomina di un Commissario “ad acta” della Regione Veneto che provveda ad applicare questa legge n.302/1997, e la cosa è urgentissima perché i diritti che vengono negati mettono a repentaglio anche l’intero processo di elezione regionale. Ad esempio è negato il diritto al bilinguismo nella propaganda, e la stessa legge elettorale non è stata modificata in modo da garantire la partecipazione dei partiti espressione legale del popolo veneto, che devono essere garantiti per l’art.15 L.n.302/1997. Occorre ricordare che la legge elettorale per l ‘art.122 Cost. come modificato nel 2000, è di competenza regionale, e il Governo centrale non può metterci le mani, anche se qualcuno lascia fare.

E’ la prima volta, dopo 213 anni, che il popolo veneto si presenta legalmente costituito in un tribunale per chiedere il rispetto dei propri diritti, un evento storico per le implicazioni che ha questo fatto.

Comunque vada sarà una vittoria.Il riconoscimento dei diritti porterà a grandi cambiamenti per le genti veneti.

Se il TAR dovesse invece bocciare la richiesta, sarebbe la prova che lo Stato attua la pratica della “assimilazione”, vietata dalle norme internazionali, e sarebbe lo stesso una vittoria, perché si spalancherebbero le porte della Corte Europea dei diritti dell’Uomo.

E’ lì si deciderebbe però anche se annullare non solo le elezioni regionali del 2010, ma anche le elezioni del 2005 e del 2000, in quanto la legge sulle minoranze per la Corte Europea è vigente dal 1997. Allora in Corte Europa lo Stato Italiano potrebbe vedersi costretto non solo ad attuare la norma, ma anche restituire molti miliardi di euro al Popolo Veneto, l’intera tassazione, pari a circa 100 Miliardi di euro per ciascun anno dopo il 2004 .

Ancora, c’è chi pensa che le sentenze della Corte Europea di Strasburgo non siano applicabili in Italia, ed in effetti non sono mai state tenute in gran conto. Ma di nuovo, dal 1 dicembre 2009, con il trattato di Lisbona, quelle sentenze sono diventate immediatamente esecutive, cosa per altro già riconosciuta anche dalla Corte dell’Unione Europea. Insomma si rischierebbe in quel caso il commissariamento dell’intero Stato Italiano da parte della Unione Europea per mancata esecuzione di leggi e sentenze.

E se anche l’Unione non facesse nulla? Di fronte al mondo e ai cittadini europei essa perderebbe la faccia sulla questione “diritti umani”. Non le sarebbe più possibile fare romanzine ai vari paese canaglia, o presentarsi come mediatrice, tutta l’Europa sarebbe delegittimata. Un caso del tutto impensabile insomma.

Ecco perché questo ricorso al TAR è un evento di grande portata, che va nella direzione di rispettare le minoranze nazionali e le regioni, di rispetto delle leggi e della Costituzione. Una direzione opposta di quella seguita dal Governo che invece, legifera scavalcando le competenze che spettano alle regioni come per la legge elettorale.

Per chi vuole essere presente in questo momento storico, venerdì 12 alle ore 11.00 al TAR del Veneto -2277, CANNAREGIO – Venezia

La “soluzione politica” non è possibile per Costituzione TAR del Veneto: il “popolo veneto” non esiste !

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