L'opinione di Loris Palmerini
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20 Giugno 2013

L’ItALiA E’ GIA’ IN BANCAROTTA : pensiamo al futuro

Economia, Politica 0

crisi-finanziaria_fondo-magazine1Basta leggere i dati economici per capire che il futuro è irrimediabilmente segnato.

Un sunto: nonostante l’incredibile tassazione dello stato ( tale da strangolare l’economia probabilmente da 10 anni ) e la riduzione dei servizi essenziali ad attività di business (tanto che spesso è più conveniente il servizio privato non convenzionato!), il debito pubblico ha continuato a crescere anche nel 2012.

Eppure i tassi di interesse internazionali non sono mai stati così bassi da decenni, a causa del fatto che USA, Giappone, Inghilterra ed Euro stanno praticamente regalando il denaro alle banche per sanare le loro truffe finanziarie e i finanziamenti di partiti e giornali (attraverso i quali pochi banchieri controllano l’economia mondiale).

La desertificazione industriale e del terziario che si sta realizzando in Italia, principalmente nel Lombardo-Veneto, non sarà risolta con la semplice circolazione di denaro, perché le aziende sono come individui: una volta smembrati non si può più riaggiustarli.

Sono proprio le piccole e piccolissime aziende ad essere le più colpite e smembrate, e sono quelle che hanno sorretto lo Stato Italiano dalla Repubblica in poi.

Inoltre sull’Italia pesa l’enorme problema demografico per cui non ci sarà chi paga le pensioni, gli immigrati al netto dei ricongiungimenti e dei servizi sociali costano più di quanto portano, 2 milioni di falsi invalidi, 1 milioni di statali inutili, ruberie politiche e di stipendi, tangenti, inefficienza ed incapacità dell’amministrazione, tasso di scolarità basso, cervelli che fuggono ….

Lo Stato Italiano è fallito, ma ovviamente i responsabili, tuttora al governo, si guardano bene dal dirlo.

In particolare Re Giorgio, che ha attuato una speciale monarchia anticostituzionale occulta e che ha permesso ai suoi governi di violare molte volte la costituzione (per esempio sul tentativo di cancellare le province, sul patto di stabilità, sugli ineleggibili, sui diritti umani delle minoranze nazionali, sulla gestione dell’incarico di governo non dato al partito vincente, ecc ecc)

Grazie al loro dolo-omissione-incapacità non torneremo più fuori dalla crisi per MOOLTOO tempo (questo lo dicono oramai anche quei sindacalisti che hanno portato i lavoratori dipendenti alla schiavitù fiscale).

Questo perché continueremo a pagare quello che io dico da molti anni un debito illegale, il debito pubblico, fatto con una truffa e con falsi in bilancio come spiegato da molti autori. A quanto pare solo io dico che non va pagato.

Aspettiamo che la consapevolezza cresca, perché crescerà, e comunque la situazione porterà inevitabilmente ad un esito: il ritorno agli stati preunitari.

Sarà necessario per liberarci dalla crisi economica prodotta da Re Giorgio e la sua ideologia politica, che dietro criteri di socialità attua il più bieco liberismo a favore delle banche.

Per questo egli insiste a dire la solita fregnaccia sul “damose na mano”: serve a continuare a perpetrare la truffa della banca .

Invece è inevitabile che il Lombardo-Veneto (gigante economico d’Europa da almeno 2 mila anni se rapportato al PIL pro/capite) non potrà più stare con questo parassita storico chiamato Stato Italiano, e così come il Lombardo-Veneto anche molta parte d’Italia ci rimette da questa unione, forse perfino il Sud-Tirolo ci guadagnerebbe dall’indipendenza pre-unitaria.

Per quanto riguarda il Lombardo-Veneto, basta leggere i documenti su www.lombardo-veneto.net e gli interpelli che presentiamo per capire che siamo già sovrani, e ho sempre più conferme anche da vari legali e giuristi. Mi tocca dire questo perché ancora non mi si riconosce come giurista nonostante abbia evidenziato l’ineleggibilità di Berlusconi fin dal 1996, come la truffa del referendum sull’acqua (che si continua a privatizzare) , nonostante abbia fatto saltare la riforma delle province (insieme al comune di Limena) e smascherata qualche altra sciocchezza come il referendum per l’indipendenza del veneto. Forse un po’ troppo giurista perfino.

Insomma , se accettiamo lo status quo del debito pubblico, ci si prepari a povertà, emigrazione, precarietà ecc ecc…… non tutti, non i banchieri, non i grossi fasulli industriali, non i media di regime, ma anche i sindacati, i politici e gli ordini saranno molto ridotti in numero, e quindi si tornerà a una situazione stile ‘800. E’ questo che produce il ciclo della rivoluzione francese voluto dai banchieri.

Guerra > indebitamento > breve boom > indebitamento > guerra

Dobbiamo ragionare in termini di SOVRANITA’ antica pre-rivoluzionaria.

E a tutti quelli che, ascoltando Re Giorgio, propongo di entrare in questo regime, di aiutarlo a rinascere io rispondo: BALLE..

Una riforma dello stato italiano che rispetti i territori (fatto necessario per risorgere) è impossibile che si realizzi perché occorrerebbe tagliare prebende e sprechi in tal quantità da far perdere i voti di chi detiene il potere.

Non solo: sono intimamente convinto che una certa corruzione sia “connaturata” a certe mentalità , e che ci vogliano non decenni ma secoli per debellare queste affinità culturali.

Chi pensa che l’Italia unita possa continuare non ha capito la enorme differenza che esiste fra i vari territori, anche se ammetto che tutto sta convergendo verso una “furbizia” generalizzata di stampo italico.

Ma allora si pensa di trasformare il popolo di questa “furbizia” in tedeschi per salvare lo Stato ? Ah Ah.

Molto più probabile il divorzio consensuale e la cancellazione del debito pubblico.

Per cui non resta che prepararsi a divorziare LEGALMENTE e pacificamente, e più aspettiamo più quelli che ci governano (in realtà ci “posseggono” attraverso il debito pubblico) più ci impoveriscono , e noi paghiamo per far sopravvivere loro nelle loro ruberie.

Io parlavo di questa crisi, che è nei numeri e nelle logiche fin dal 2006, che la crisi ci sarebbe stata, ne ho parlato pure nelle TV e nel mio sito. Ora ci siamo dentro. Avevo ragione ?

Ora vi dico : l’ITalia è finita

Chi ha orecchi intenda, e chi non intende ancora una volta pagherà la crisi ancora più caramente perché non preparato.

Tosi conferma che il referendum per l’indipendenza, non si può fare, nemmeno consultivo. 21 domande a cui non risponde chi propone un referendum regionale per l’indipendenza

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