La Vitamina C migliora la prognosi dei malati gravi di Covid-19
Nel dicembre 2021 sono stati pubblicati i risultati di uno studio clinico iraniano condotto su 120 pazienti ospedalizzati malati critici infettati con COVID-19.
Già in precedenza la vitamina C è stata indicata come benefica per i pazienti con malattia da coronavirus 2019 (COVID-19).
Un gruppo di 31 pazienti ha ricevuto una capsula di 500 mg di vitamina C al giorno per 14 giorni. Un gruppo di controllo di 69 pazienti ha ricevuto la stessa alimentazione ma senza integrazione di vitamina C.
Dopo le 2 settimane è stata effettuata la misurazione dei parametri patologici e biochimici, e si sono riscontrati livello di K nel siero significativamente più bassi nei pazienti con integrazione rispetto al gruppo di controllo (3,93 vs 4,21 mEq/L, p < 0,01).
La supplementazione di vitamina C ha portato a una durata media di sopravvivenza più alta rispetto a quella del gruppo di controllo (8 vs. 4 giorni, p < 0,01). C’era un’associazione lineare tra il numero di giorni di assunzione di vitamina C e la durata della sopravvivenza (B = 1,66, p < 0,001).
L’integrazione di vitamina C non ha avuto alcun effetto sulla glicemia, sulla pressione arteriosa media, sui parametri dei gas sanguigni arteriosi (ABG), sulla Scala Glasgow di Coma (GCS), sulla funzione renale, sull’emocromo (CBC), sull’emoglobina (Hb), sulle piastrine (Plt), sul tempo di tromboplastina parziale (PTT), sull’albumina, sull’ematocrito (Hct), e su altri elettroliti del siero tra cui sodio (Na), calcio e fosforo (P).
Lo studio ha quindi dimostrato il potenziale della integrazione di vitamina C nel migliorare la durata della sopravvivenza dei pazienti critici con COVID-19.
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