La registrazione all’anagrafe come schiavitù e lo sfruttamento commerciale dell’uomo di paglia: un scemenza dietro l’altra.
C’è chi sostiene che grazie alla registrazione all’anagrafe un nuovo nato (una persona) viene messo a garanzia del debito pubblico dello Stato. Per esempio lo ha affermato nella trasmissione del 29/4/22 un certo Raffaele Gavuglio (credo sia https://www.facebook.com/raffaele.gavuglio), il quale si è pubblicamente detto essere uno profondo studioso della tematica.
Se fosse vero che ogni nuovo nato aumenta la solvibilità di uno Stato, ecco allora che gli Stati molto numerosi, come per esempio India, Senegal, o altri ancora, dovrebbero risultare più solvibili di paesi molto piccoli come Lussemburgo, San Marino ecc, e comunque più solvibili anche di paesi come l’Italia, ma non risulta affatto così, quindi l’affermazione è una evidente stupidaggine.
Eppure Gavuglio insiste che in qualche modo la registrazione all’anagrafe corrisponde alla registrazione di un nome commerciale sul quale viene fatto del business.
L’errore di Gavuglio deriva dal fatto che egli non tiene a mente o non apprende quello che ho dimostrato con i documenti nella stessa trasmissione, ossia che sono vietati da diversi trattati internazionali che l’Italia ha ratificato sia la schiavitù e le condizioni assimilabili, sia le condizioni assimilabili alla servitù. Punto.
In pratica, qualora esistesse una normativa o una legge italiana, anche un regolamento, che in qualche modo dicesse “quando ti registrano all’anagrafe diventi un servo o uno schiavo” oppure “quando ti registrano all’anagrafe diventi un garante del debito pubblico “, queste sarebbero normative italiane invalide ed annullabili di fronte al Tribunale perché, in base al concetto elementare della gerarchia delle fonti, la legge internazionale prevarrebbe su quella interna.
D’altra parte, se così fosse, quando un cittadino (o se preferite una persona iscritta all’anagrafe italiana) emigrasse e se ne andasse a risiedere all’estero, si vedrebbe accollare un debito nel conto corrente personale, e dato che questo non avviene, o esiste una norma che stabilisce dove va a finire questo debito, oppure l’ipotesi iniziale è una scemenza.
Detto questo, purtroppo occorre riconoscere che esistono leggi italiane che violano diritti umani internazionalmente riconosciuti. Per fare un esempio attuale, l’obbligo della agli over-50 di sottoporsi ad una vaccinazione sperimentatale voluto dalla dittatura Draghi viola il “Patto Internazionale sui diritti civili e politici” (ratificato con legge 881/1977) il quale vieta che si obblighi una persona a sottoporsi ad un esperimento medico o scientifico. Tuttavia questo obbligo “vaccinale” illegale non durerà, verrà sicuramente cancellato dalle magistrature quando qualcuno comincerà a richiedere il rispetto di quella norma o quando il vaccino non sarà più sperimentale.
Ma nel caso della “bufala” di Gavuglio, dove sta la norma che dice che tramite la registrazione all’anagrafe la persona diventa serva o schiava o che viene messa a garanzia del debito pubblico? La realtà è che una tale norma di “serivitù” semplicemente non esiste, è una invenzione di chi racconta questa scemenza, e siccome occorre essere seri e precisi su questi temi, ha l’obbligo di dimostrare la fondatezza dell’affermazione solo e per primo chi la fa, altrimenti è semplicemente un pallonaro. Altrimenti chiunque è libero di dire le stupidaggini che preferisce senza alcun riscontro. Però, dico anche che se per caso qualcuno riuscirà mai a indicarmi una tale norma, mi impegno fin da ora a chiedere scusa e a farla cancellare con un ricorso.
Per coloro che hanno pagato le “accademie” ed i corsi per farsi raccontare queste e altre panzane è una cruda realtà accettare di aver pagato per farsi raccontare delle fandonie inventate dagli oratori o ripetute senza verifica. Se con quei soldi si fossero pagati degli attori veri per far loro recitare una opera teatrale, si sarebbe certamente accresciuto la cultura in modo più veritiero e senza creare confusione e false aspettative.
Quello che dicono Gavuglio sulla registrazione all’anagrafe è una pura invenzione perché non è dimostrata da alcuna legge, ed anche ci fosse una legge in contrasto al diritto internazionale, semplicemente si potrebbe cancellare, ma la realtà è che una tale legge non esiste.
Per altro, fra le varie altre sciocchezzze, Raffaele Gavuglio ha affermato sull’anagrafe che “intanto questo registro tra virgolette pubblico è obbligatorio dal ’39”.
Come ho spiegato nel video, la Repubblica di Venezia ha tenuto le anagrafi dal 1300 circa, ma Ernesto, uno spettatore, ha verificato scoprendo che anche il Regno d’ Italia (nato nel 1861) ha ovviamente disciplinato la registrazione anagrafica con il “REGIO DECRETO 31 dicembre 1864, n. 2105 “Che prescrive la tenuta di un registro di popolazione in ogni Comune del Regno, e ne approva il relativo Regolamento.”
Gavuglio si sarebbe facilmente evitato un’affermazione così ovviamente strampalata se prima di farla avesse consultato almeno Wikipedia, anche essa riporta nella “Storia dell’Anagrafe in Italia” il seguente testo “Il Regno d’Italia istituì presso ogni Comune la prima anagrafe non obbligatoria con il RD 31 dicembre 1864, n. 2105. In occasione del secondo censimento l’ha resa obbligatoria con la legge 20 giugno 1871, n. 297 disciplinandola con successivi regolamenti: 4 aprile 1873 e 21 ottobre 1901, n. 445.”
In realtà anche Wikipedia dovrebbe essere corretta, perché il RD 31 dicembre 1864, n. 2105 recita all’articolo 1 che “Il registro de popolazione ordinato col regio decreto 30 dicembre 1861, N.2105 dovrà essere compiuto in ciascun comune [..]”, cioé esisteva già prima ma non era obbligatoria fino al 1864.
Che dire di queste teorie panzane ?
Nascono dalla affermazione inventata che “tutti gli Stati sono delle Corporation registrati alla SEC”, ed è una affermazione anche questa del tutto inventata: infatti alla SEC non sono affatto registrati tutti gli Stati, ci sono solo alcune società di proprietà di alcuni Stati ma anche di alcuni Comuni come Milano e Naples, ma i proprietari sono i rispettivi enti e non sono gli enti stessi. Chi afferma questa panzana “tutti gli Stati sono delle Corporation registrati alla SEC” o simili, intendendo che gli Stati sono enti privati ,semplicemente dimostra di non saper nemmeno leggere una visura camerale.
Lo stesso Gavuglio, alla fine ha dovuto riconoscere pubblicamente che la “Italy Republic of” registrata alla SEC è una società di proprietà dello Stato Italiano, per altro non ci vuole un genio, basta fare la traduzione del nome (“della Repubblica d’Italia”) e fare una visura camerale alla SEC, il proprietario risulta il Ministero dell’Economia e delle finanze.
Per quanto tempo ancora gireranno queste bufale? Quanti altri pagheranno corsi per farsi raccontare queste fandonie? Quanti altri crederanno alla bufala dell’Autodeterminazione individuale e si rovineranno la vita indotti da questi sedicenti esperti di diritto ?
Se non vuoi farti ingannare devi studiare molto, e state attenta/o a non cadere nella fallacia dell’Uomo di Paglia (clicca).
La Bufala dell’autodeterminazione individuale – L'opinione di Loris Palmerini
1 Maggio 2022 @ 11:48
[…] Una riprova sarebbe l’art.6 del Codice Civile che indica che PRENOME COGNOME come costituenti il NOME, ma l’articolo usa il termine “comprende” che non indica un ordine, NON prescrive. Ma comunque su questa questione i creduloni alla bufala non hanno semplicemente verificato cosa dicono le leggi sull’anagrafe. […]