Commento Claudio Franco e le prospettive internazionali della Lombardia
Commento l’articolo di Claudio Franco ( http://www.dirittodivoto.org/dblog/articolo.asp?articolo=325).
Tutti gli elementi portati sono spiegati in vari articoli raccolti qui . Il testo che segue ripercorre le assunzioni di Franco.
Cominciamo con il dire che non esiste un solo caso al mondo di Stato nato da un referendum autoproclamato senza il consenso dello stato centrale.
Il Sud Sudan ha potuto svolgere il referendum perché lo stato centrale ha dato il suo consenso.
Il Kosovo ha vista negata la sovranità dalla corte internazionale di giustizia per il fatto che i rappresentanti del Kosovo erano anche al servizio della Serbia e pure l’Assemblea dell’ONU ha riconosciuto il Kosovo come parte integrante della Serbia.
Anche nella improbabile ipotesi che la Lombardia o il Veneto facessero un referendum per l’indipendena, esso non sarebbe valevole ai fini del principio legale di autodeterminazione dei popoli, in quanto i popoli si disegnano sulla carta geografica in base a criteri quale storia, lingua, atti giuridici che ne dimostrino una legittimità e unità.
La Lombardia per esempio non è mai stata uno stato nella forma attuale, contiene 3 popoli diversi (Insubri, Veneti e Mantovani) risalenti a 3 stati diversi (Ducato di Milano, Repubblica Veneta, Ducato di Mantova). I Veneti invece sono presenti oltre che nella regione veneto anche nella regione Friuli Venezia Giulia e nella regione Lombardia .
Un referendum del Veneto o della Lombardia verrebbe quindi bocciato dalla Corte Internazionale di Giustizia sia per le stesse motivazioni del Kosovo, sia perché non si sarebbe comunque interpellato un “popolo” nel senso internazionale, ma una serie di residenti senza riguardo alla nazionalità ed escludendo le persone o includendo quelle sbagliate.
Lo Stato Italiano riconoscerà mai il diritto di indipendenza a Lombardia o Veneto in quanto regioni come sono ? Ovviamente no, altrimenti avrebbe già concessa l’autonomia, e poi non sarebbe in grado di autosostentarsi. Nessun parassita si suicida, preferisce uccidere l’organismo parassitato.
In ogni caso, quando nasce uno stato, esso deve garantire la continuità giuridica con lo stato precedente, ed accollarsi pure la sua quota di debito pubblico. Nessuno stato viene riconosciuto se non si accolla i debiti e succede legalmente allo stato precedente.
La quota di debito viene determinata sia in base alla popolazione, sia in base al PIL. Con tale principio nel caso della Lombardia e del Veneto, dato che si staccherebbero dall’Italia, nascerebbero con già tanti debiti da essere stati morti e perfino far rimpiangere la servitù precedente.
Nel caso del Veneto qualcuno ha paventato che esso potrebbe accollarsi ben 300 miliardi di Euro di debito. Facendo i conti questo corrisponderebbe al 200% di debiti rispetto al PIL, una Italia in piccolo con il doppio dei debiti !
Internazionalmente invece non viene mai messo in discussione il principio di “integrità territoriale” , il che obbligherebbe il neo-stato a non pretendere mai in futuro alcun territorio esterno, escludendo quindi per sempre che i Veneti possano poi chiedere l’annessione della Venezia Giulia, per esempio, o la Lombardia chiedere il Ticino.
L’indipendenza della Regione Veneto come quella della Regione Lombardia sarebbero comunque contrarie al diritto internazionale del Popolo Veneto, il quale è riconosciuto legalmente come “Popolo” con diritto di autogoverno fin dall’art.2 L.n.340/1971 e ha diritto di autodeterminazione fin dalla L.n.881/1977. In virtù della legge internazionale ed interna il popolo veneto ha diritto di essere riconosciuto per quello che è con la sua lingua e ha diritto alla sua integrità territoriale.
Il percorso dei popoli che si autodeterminano è pieno di ostacoli, a differenza degli ex-stati che tornano alla sovranità.
Quelli che si citano spesso sono casi sdi stati tornati sovrani, ossia quegli stati che avevano avuto nel passato una loro indipendenza e l’avevano temporaneamente delegata. Questo è un fatto anche nel caso della ex-Jugoslavia e Cecoslovacchia. Non esiste invece uno stato nato ex-novo in quei territori.
A seguito della dissoluzione della Unione Sovietica sono tornati sovrani solo ex-stati.
La Catalogna (o Catalonia) conferma tutti questi elementi dato che le proprie rivendicazioni non vengono accolte né a livello europeo (si veda http://www.palmerini.net/blog/lunione-europea-nega-la-possibilita-di-referendum-del-veneto/ e http://www.palmerini.net/blog/micidiale-stop-ai-referendari-la-ue-totalmente-contraria/ ) né a livello ONU (si veda http://www.palmerini.net/blog/ban-ki-moon-segretario-ONU-a-favore-dellindipendenza-catalananon-lo-ha-detto/ ) poiché il caso della Catalunia, come il Kosovo, metterebbe a repentaglio il principio internazionale della “integrità territoriale”. Infatti anche la Catalunia non è mai esistita come stato sovrano, era parte parte di altro stato.
Diverso il caso della Scozia, che oltre ad essere esistito come stato, ha pure avuto il consenso a svolgere il referendum dallo stato inglese. Dunque qualora il popolo Scozzese dovesse domandare con referendum l’indipendenza nel 2014, rispetto al Sud Sudan non si creerebbe alcun nuovo precedente perché a tornare sovrano sarebbe uno stato unitosi e poi tornato indipendente come in molti altri casi, e per di più con il consenso dello Stato centrale.
La UE, è scritto nel trattato di Lisbona, deve garantire l’integrità territoriale degli stati membri.
Sperare in un appoggio della UE per i referendum di Catalunia, Lombardia e Veneto è fuori luogo.
Tuttavia, i trattati UE riconoscono valore ai diritti umani, quindi al diritto di autodeterminazione dei popoli, ma, appunto, questo vale per i popoli su base storica, linguistica, se si preferisce etnica, e non per le regioni amministrative di uno stato membro. Lo stesso ragionamento vale quando si guarda alla Costituzione Italiana, la quale soccombe se si tratta di autodeterminazione di un popolo che chiede l’indipendenza, ma prevale se si tratta di una “regione” che chiede l’indipendenza. Questo è stato chiarito anche dalla Sent. 365/2007 della Corte Costituzionale.
Quindi allo stesso tempo, sia la UE che l’Italia devono rispettare i diritti e le leggi internazionali, ma anche il diritto di integrità degli stati. Non si deve quindi confondere una “regione” con un “popolo”.
Il caso del Veneto e della Catalogna sono del tutto diversi su base giuridica e storica.
Il Veneto, come territorio quale era nel 1866, è stato annesso illegalmente dall’Italia insieme al resto della Venezia, e non gode di alcuna autonomia nella parte “regione veneto”, e relativa autonomia nella regione Friuli Venezia Giulia. Tuttavia ha il riconoscimento dei veneti come “Popolo” con diritto di autogoverno e autodeterminazione (art.2 L.n.340/1971 ). Per cui il popolo veneto (non la regione veneto) può effettivamente realizzare l’autodeterminazione e chiedere l’indipendenza, processo avviato nel 1999 ma che trova gli ostacoli di un mancato riconoscimento internazionale come in tanti altri casi.
Proprio per la valenza giuridica del riconoscimento dell’esistenza di un popolo, la Spagna ha negato alla Catalonia di scrivere nello statuto il riconoscimento dell’essere nazione (che vuol dire popolo).
Per tanto pur avendo la Catalunia una forte autonomia, giuridicamente non ha possibilità di raggiungere l’indipendenza se non con la guerra.
Le risposte di Barroso all’Europarlamentare veneta Bizzotto dimostrano che la Commissione non valuta possibile la nascita di uno stato con dichiarazione unilaterale di una regione, nemmeno a seguito di referendum.
Per cui è molto probabile che una dichiarazione unilaterale di indipendenza non basata sul diritto riconosciuto da uno stato membro costringerebbe il territorio secessionista all’isolamento internazionale.
E occorre dunque dire che una volta che l’indipendenza sia stata raggiunta (e questo dopo aver firmato sul debito pubblico, integrità territoriale, diritti umani ecc) in realtà il nuovo stato verrà costretto a ratificare una serie di trattati come quelli sul commercio internazionale, altrimenti dovendo restare isolato dal resto del mondo. Per tanto non c’è dubbio che è preferibile, per la popolazione, una condizione di autonomia speciale come quella del Sud-Tirolo , che non a caso risulta avere il reddito medio più alto d’Europa.
Il percorso da seguire per l’indipendenza deve essere dunque basato sul diritto legale, inutile cercare “uno scontro frontale” con le istituzioni sia europee che statali, come dimostra le inutili e molteplici dichiarazioni di indipendenza delle Catalunia.
Il diritto europeo recepisce il diritto internazionale in quanto “acquis communitaire” degli stati membri, ossia diritto riconosciuto singolarmente da ciascun stato, e quindi di fronte alla violazione di quei diritti di popolo o di stato occupato, la UE potrebbe trovarsi nei pasticci.
Il popolo veneto può quindi raggiungere l’indipendenza come nuovo stato attraverso l’autodeterminazione, ma questo comporta l’accollo dei trattati precedenti e gli altri stati non sono obbligati a riconoscerti.
Conviene dunque puntare ad essere riconosciuto come ex-stato, se possibile .
Dopo tutte le notizie negative passiamo alle prospettive positive .
Il Lombardo-Veneto è uno stato esistito per qualche decennio, erede legale della Repubblica Veneta, e riconosciuto sovrano nel 1866 con il trattato di Vienna del 3 ottobre.
La domanda diventa : il Lombardo-Veneto si è unito all’Italia legalmente ? La risposta è NO, risulta invaso dall’Italia per violazione del voto (si veda la pagina http://www.lombardo-veneto.net/info/ ), ma prima ancora la regione amministrativa Lombardia è stata invasa militarmente, e mentre la Lombardia non ha mai votato per l’annessione, per il popolo veneto e di Mantova nel 1866 hanno votato i soldati dei Savoia con regole scritte dai Savoia.
Lo Stato Lombardo-Veneto ha il diritto di essere sovrano anche per la UE in quanto stato occupato, ma non la sola Lombardia o il solo Veneto, e nemmeno il Friuli Venezia Giulia.
Come tornare sovrani ?
Nel 1866 Venezia è stata riconosciuta capitale del Lombardo-Veneto, ma oggi il popolo veneto ha creato delle istituzioni grazie al suo diritto di autodeterminazione , istituzioni certamente provvisorie, ma compatibili con il diritto internazionale attuale che prescrivono la forma democratica, la divisione dei poteri, la non discriminazione, lo stato di diritto ecc ecc. Attraverso la rappresentanza internazionale del Lombardo-Veneto Lombardia, Veneto e Friuli Venezia Giulia possono avere restituita la sovranità in quanto ex-stati non legalmente annessi, dunque senza il consenso dello Stato occupante.
A chi negasse questi elementi basta evidenziarle che oggi uno stato invaso non riceve il supporto ONU quando questo disturba una delle 5 potenze con diritto di veto (USA, Cina, Russia, Inghilterra e Francia) , e questo vale anche quando ci sono evidenti violazioni di diritti umani. Il Tibet resta occupato dalla Cina, e dove si spara sulla popolazione non si interviene se anche uno dei 5 si oppone.
Quello che invece nessuno, nemmeno i 5 o la UE, possono o vogliono mettere in discussione è il principio di “integrità territoriale”, poiché questo scatenerebbe una guerra mondiale. Se uno stato potesse tenere occupato illegalmente un altro stato dopo che esso si sia rivolga alla Corte Internazionale di giustizia, salterebbe completamente ogni legge internazionale.
Certamente il Lombardo-Veneto ha queste caratteristiche legali, e storiche, e deve puntare direttamente a questo obbiettivo, rinviando l’espressione della popolazione al momento in cui sarà possibile svolgere una votazione in pieno autogoverno, ed anzi esso sarà necessario per capire la volontà delle 3 comunità che lo compongono.
Meglio chiarire una volta per sempre che il “diritto naturale” non ha alcun valore legale, ossia il “diritto naturale” è una idea politica e se vogliamo filosofica, per alcuni una quasi religione, ma in tribunale non ha alcun valore e può essere preso a pretesto solo quando si arrivi alle vie di fatto, ma in quel caso si trovano spesso pure le ragioni legali. Meglio evitare di arrivare alla ragione dei fucilie usare la ragione della legge se possibile.
L’auto-determinazione dei popoli è un diritto legale, che tuttavia trova scarsa applicazione ancora oggi. Quello che è certo è che quando si esercita l’autodeterminazione occorre essere da quella parte senza equivoci, senza doppi ruoli, o peggio, senza ruoli dello stato da cui si chiede l’indipendenza. Ma l’autodeterminazione al fine di ripristinare le Istituzioni del proprio Stato Occupato sono pienamente compatibili con il diritto internazionale e con la UE e l’ONU
Lo stesso principio di poter tornare sovrani non vale invece per gli Stati invasi prima del 1840, data in cui è entrato in vigore il diritto dei popoli all’autogoverno (non all’autodeterminazione), per cui, ad esempio, non possono tornare sovrani né il Ducato di Milano, né il Ducato di Mantova che nel 1815 sono state accorpate alla Venetia e chiamata Lombardo-Veneto con capitale politica Venezia.
Nel momento in cui si percorre una via del tutto nuova dell’indipendenza, come un referendum regionale, oltre a dover stare molto attenti a non ingannare la gente con percorsi non legali, si deve stare attenti alle accuse legali, ai processi inventanti, e conviene dunque, senza alcun dubbio, decisamente seguire strade legali se esistenti, già battute nel diritto internazionale o quanto meno che non lascino intravvedere ostacoli insormontabili. In fin dei conti quando si parla di indipendenza si parla di ridiscutere l’attuale assetto, ed in pratica la pace, quindi è giusto sapere che si sta giocando con grandi valori la cui strumentalizzazione può costare vite umane, e trovo dunque appropriato che si sappia che perseguire l’indipendenza può costare il carcere se si fa senza legge, e pure che se si impedisce l’indipendenza legale lo stesso vale se non dallo stato vecchio, in quello nuovo.
Sono convinto che il Lombardo-Veneto sarà protagonisti dell’Europa come lo sono stati negli ultimi 2500 anni i territori che lo compongono è sempre stato (ad eccezione della parentesi italiana).
Per approfondire i singoli elementi si veda http://www.palmerini.net/blog/sovranita-veneta-lombarda-mantovana-friulana/