Candidata UNESCO la fortezza veneta di Palmanova
La meravigliosa vista dall’alto di Palmanova fa comprendere già da sola perché essa sia in buona posizione per divenire patrimonio tutelato dall’Unesco. Si tratta di una delle tante fortezze militari della Repubblica Veneta che sono presenti in un territorio incredibilmente esteso che coinvolge non solo lo “Stado de Tera” (da Bergamo all’Istria) ma anche lo “Stado da Mar” che comprendeva numerose fortezze nell’Adriatico e nel Mediterraneo.[amazon_link asins=’8822263715,8831758268,B001BET3HA,8896177170′ template=’ProductCarousel’ store=’lopindiloripa-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ 210c050d-359e-11e7-b7dd-e9af5b5a9ae4′]
L’estensione della Repubblica Veneta era appunto di migliaia di chilometri, l’Adriatico era di fatto un golfo interno, perché Venezia lo dominava, pur rispettando gli altri stati sui quali non ha mai praticato l’espansionismo militare, preferendo sempre (quando possibile) la collaborazione pacifica e mutualmente interessante sul piano economico.
D’altra parte le correnti marine e le tecniche di navigazione hanno determinato nei secoli le rotte e l’espansione della stessa, oltre allo sviluppo dei mercati.
La Repubblica di Venezia è stata di fatto una continuatrice dell’Impero Romano, legalmente padrona di “un quarto e mezzo” dello stesso, ma ha saputo abbellire i propri territori con opere che, pur giustificate da esigenze militare, spesso venivano progettate per essere comunque delle meraviglie all’occhio umano.
Ora un altro pezzo di questo enorme patrimonio storico e culturale veneto viene valorizzato, la fortezza di Palmanova [amazon_link asins=’8831758268,8883450957,B00DKA7ECE’ template=’ProductGrid’ store=’lopindiloripa-21′ marketplace=’IT’ link_id=’ 5a1512a4-359c-11e7-bc09-3f1bfeb96dd7′]
Anche la Regione Friuli-Venezia Giulia ha una parte importante del patrimonio storico e culturale veneto, perché i friulani sono oggi Veneti di lingua friulana, ma hanno sempre storicamente ed archeologicamente condiviso la stessa storia dei Veneti.
Basti pensare che il primo Doge, Paulicio Anafesto, in realtà fu eletto a Grado, oggi provincia di Gorizia.
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Chi nega l’identità storica veneta del Friuli-Venezia Giulia nega l’ovvio che già è scritto nel nome della Regione, ma nega a quei veneti i loro diritti umani di identità, di appartenenza, anche di lingua (una gran parte della regione parla veneto).
Paradossalmente perfino la Corte Costituzionale italiana, ovviamente con sentenza, sancendo che la lingua friulana non vada e non si possa insegnare in quei territori ove storicamente si parla altro, come appunto Pordenone, Grado, Trieste ecc ha per implicito condiviso e riconosciuto la storicità veneta anche di lingua di gran parte del territorio regionale del FVG, concetto che propongo da 20 anni e che ormai è imminente faccia breccia anche nei politici della regione Veneto. D’altra parte il concetto è già nella legge regionale veneta 28 del 2016.
Ecco cosa dice la Regione FVG sulla candidatura della fortezza veneta di Palmanova