L'opinione di Loris Palmerini
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22 Settembre 2008

Bocciata la via referendaria regionale Basca per l’autodeterminazione: inutile e infondato il tentativo (vale anche per i veneti)

Attualità e storia del Popolo Veneto, Diritti Umani, Politica 0

118650-basque.jpgServe richiedere l’indipendenza attraverso un referendum popolare organizzato da un ente di Stato?

La risposta chiara e sonante che arriva da tutte le parti è NO, e questa inutilità viene mostrata in maniera cristallina dalla vicenda basca che vado ad analizzare

Il 27 giugno scorso il parlamento regionale Basco (ossia della regione Spagnola “basca”) aveva chiesto di fare un referendum per l’autodeterminazione, ma il parlamento nazionale spagnolo oggi ha bocciato la richiesta di referendum .

D’altra parte, il Governo spagnolo aveva chiaramente detto di essere contrario e di considerare illegale un tal referendum.

Infatti, come può uno stabilimento periferico di una azienda dichiararsi azienda indipendente? Non può farlo, e anche la Corte Costituzionale italiana nel 2007 ha dichiarato che le regioni possono esercitare solo le funzioni loro conferite dallo Stato

Bisogna mettersi in testa che le “regioni” degli Stati (intendo di tutti gli Stati non “confederali” stile Svizzera) sono niente di più che braccia amministrative del rispettivo Governo nazionale, senza alcun potere politico internazionale. Anche alcuni “Governatore” regionali (governatori per Roma ) sono stati bocciati varie volte dalla Corte Costituzionale italiana, per aver tentato l’accordo con enti territoriali fuori dallo stato (su materie affini) , cosa per altro che oggi invece è possibile grazie alla disintegrazione degli stati operata dalla Unione Europea. Oppure sono stati bocciati per l’assegnazione autonoma di poltrone di potere. Insomma già da tempo abbiamo già tutte le bocciature che ci dimostrano il principio, perfino dimostrato su questioni di ben poco conto rispetto all’ autotederminazione, della quale non si è vista nemmeno l’ombra anche nei Governatori apparentemente più “forti”. L’unica eccezzione è stata quella della Regione Sardegna che ha prodotto la sentenza costituzionale che dimostra il principio. E non parliamo della Provincia di Bolzano che ha minacciata la secesssione se gli veniva toccata l’autonomia, perché sappiamo che Bolzano è di fatto uno stato indipendente con potere di secessione che non gli conviene esercitare.

In pratica i Presidenti di Regione, in Italia come in Spagna, Francia ecc, non sono altro che dei mandatari del governo centrale, “governatori” appunto, tant’è che il governo centrale può bloccare la loro azione quando vuole e in qualunque momento anche attraverso procedendo al commissariamento attraverso il “Commissario del Governo alla Regione”, e non c’è alcun pericolo di secessione.

E’ un illuso o un ignorante chi crede che nel corso dei 150 anni di vita degli Stati centralisti come l’Italia, il governo centrale non si sia posto e non abbia risolto il problema della possibile indipendenza dei territori regionali, specie per quei territori come il Lombardo-Veneto acquisiti illegalmente con una invasione militare illegale. Ma perfino al tempo dell’Impero Romano o della Repubblica Veneta queste erano questioni nella agenda di governo molto spesso.

L’unica possibilità reale di diritto dei popoli alla indipendenza si è aperta invece solo dal 1965, per il fatto che le Nazioni Unite hanno riconosciuto il diritto di ogni popolo all’autodeterminazione. Ma è un diritto dei popoli, non dei governanti mandatari del governo centrale. Cioè è un diritto per governi che ancora non esistono, non per quelli esistenti.

Dunque, per effettuare l’autodeterminazione i giochi sono diversi, e la stra-grande maggior parte dei politici con oltre 30 anni nemmeno sa che cosa voglia dire, perché sono cose di cui si è cominciato a parlare quando l’età della formazione per loro era già finita .

Oggi la conferma arriva dai Paesi Baschi : niente referendum organizzato dalla regione basca.
In molti invocano come precedente il Kosovo o l’Ossetia dimenticando 2 particolari di importanza non secondaria : la Guerra e l’appoggio di una potenza mondiale.

Il Kosovo era protettorato dell’ONU, di fatto era uno stato indipendente già prima di dichiararlo, e comunque esso rimane ancora non riconosciuto perché la rottura del diritto internazionale che esso ha provocato è talmente pericolosa che nessuno stato, a parte D’Alema, ha osato riconoscerlo.

Invece per l’Ossetia, l’Assemblea ONU la settimana scorsa ha dato ragione alla Russia: la Georgia aveva violato la carta ONU , ossia stava facendo uno stupro della popolazione, e la Russia è intervenuta in difesa della Carta ONU e dei diritti umani, e la Georgia ha perso il diritto al territorio come hanno perso la faccia l’Italia, la Francia e la Nato

Esteso ai Baschi o ai Veneti, significherebbe che se i governi occupanti cominciassero a torturare i cittadini, allora sì ci sarebbe un diritto di intervento da parte di uno stato estero. Lo stesso principio usato per l’Irak, sebbene sappiamo che quella della dittatura di Saddam non era l’unica motivazione reale.

Ma insomma, non è difficile : poiché il diritto di autodeterminazione spetta ai popoli e non agli enti amministrativi, è il popolo a guidare il processo di autodeterminazione . Come ?

Ecco la soluzione: se i Baschi vogliono l’autodeterminazione devono cominciare da subito a costituire PUBBLICAMENTE un proprio Governo nazionale basco, in sostituzione di quello Regionale , e creare le istituzioni di autogoverno.

In pratica, i baschi devono dichiarare un proprio Autogoverno del Popolo Basco, e poi creare le Istituzioni parallele che diventeranno lo Stato Basco.

Poi, attraverso un procedimento di inclusione delle componenti sociali, devono organizzazione in proprio, e da soli, elezioni di tipo democratico in autogoverno.

Legittimate le Istituzioni di Autogoverno, dovranno poi organizzare un referendum per l’indipendenza, un referendum che dovrò svolgersi liberamente dato che non è detto che il popolo basco voglia l’indipendenza. Mi spiego. Dato che sono i popoli che hanno il diritto di autodeterminazione, bisognerà chiederlo ai baschi se vogliono uno stato indipendente, e potrebbero pure dire NO!.

Ma siccome è il popolo basco nella sua interezza a dover votare al referendum (che è altra cosa dai “residenti” nella regione spagnola), dovranno votare anche quella parte del popolo basco che sta in territorio Francese, e che sono governati da un altro stato. Se non sarà possibile altrimenti dovranno poter votare nello stesso seggio dei baschi in Spagna, ma dovranno poter votare.

Dunque, la negazione del Referendum ai Baschi da parte del Governo Spagnolo, è una posizione di diritto formalmente corretta , perché rivendica al popolo basco nel suo insieme il diritto all’autogoverno e all’autodeterminazione , e non ad un ente territoriale dello Stato spagnolo, fatto che normalmente è vietato dalle costituzioni.

Il Governo regionale Basco ha annunciato di voler presentare al Consiglio d’Europa un ricorso contro il governo centrale, per denunciare “il rifiuto di Madrid di autorizzare la convocazione di un referendum locale sul futuro del territorio” ; ma sarà inutile, perché il Consiglio d’Europa non si occupa di Autodeterminazione dei popoli, ma solo dei diritti umani previsti dalle convenzioni che il Consiglio d’Europa stesso ha creato, null’altro. L’autodeterminazione è una questione ONU o semmai compentenza della Corte Internazionale di Giustizia, non della Corte del Consiglio d’Europa .

Oltretutto, che valore ha un ricorso proposto dal governo regionale basco ? Che diritti lesi può lamentare un ente di stato a cui non spettano certo i diritti umani che spettano alle persone?

Sarebbe invece utile per i Baschi (come insieme di popolo) presentare alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo un ricorso per avere giudici naturali e imparziali (cioè “baschi”, esattamente come fatto il 2 giugno 2008 dai veneti), ma per farlo ci vuole sempre quell’autogoverno del popolo che abbia propri tribunali da rimpiazzare a quelli dello Stato Occupante.

Il processo di autodeterminazione descritto è esattamente quanto fatto dall’Autogoverno del Popolo Veneto a partire dal 1999. Da prima abbiamo fondato le Istituzioni nazionali. Nel 2000 abbiamo svolto le prima elezioni nazionali, riconosciute legali anche dalla magistratura italiana. Poi il lavoro di inclusione delle componenti sociali che, durato anni, trova nel recente “Forum dei Veneti” la prima sostanza.

Si dovrà ora puntare ad un referendum dei veneti votato dai soli veneti per decidere l’indipendenza o meno, gestito dall’autogoverno.

Insomma i Veneti dell’autogoverno del popolo veneto stanno mostrando agli altri popoli oppressi quale e’ la strada per l’indipendenza nel mondo d’oggi, che deve essere perseguita per vie pacifiche e legali.

E se gli altri non imparano peggio per loro, come dimostra la storia basca.

Il terrorismo non si deve fare, ma occorre dire che , esaurite le vie legali date dal diritto internazionale, il diritto internazionale stesso legittima l’uso della forza per l’autodeterminazione , ma non prima. Fin quando c’è spazio per la pace essa va salvaguardata. Cosa che la Nato sembra aver dimenticato con l’Afghanistan.

Certamente, gli enti amministrativi dello Stato Occupante, come il Governo regionale Basco, possono agevolare e aiutare il processo di autodeterminazione, anzi ne sarebbero obbligati per diritto internazionale.

Ma resta solo ai popoli il diritto di esercitare l’autodeterminazione, attraverso proprie istituzioni di autogoverno autodeterminate secondo il diritto internazionale .

Quando dico popolo non intendo un singolo individuo, né un partito, né un ente amministrativo. Nè un dittatore né un gruppetto di Nobili.

E quando dico popolo non intendo che ne facciano parte tutti i residenti di una certa regione , né solo una parte dei residenti di quella regione, perché appartengono per forza a quel popolo e di diritto anche i cittadini nazionali che vivono in territorio a volte anche di altri stati come nel caso dei Baschi in Francia.

Cioè in altre parole, gli immigrati non hanno il diritto di votare al referendum per l’autodeterminazione, ossia tutti coloro che non appartengono al popolo che si autodetermina e che non hanno la nazionalità del popolo, non voteranno e se vogliono possono anche tornare a casa loro, ma certo non hanno, come nemmeno gli stati occupanti, il diritto di decidere per conto ed in sostituzione dei popoli che si autodeterminano. Altrimenti in che cosa consisterebbe il diritto di autodeterminazione ? E d’altra parte forte sarebbe la tentazione di pilotare una immigrazione di massa per “annacquare” la popolazione, cosa che invece fallisce proprio perché gli “annacquatori” non avranno comunque il diritto di votare al referendum per l’indipendenza.

Sono 10 anni che fatico e ripeto queste 4 hacca in croce riguardante il percorso di autodeterminazione, ma purtroppo il grosso problema è che gli interessi di partito e i privilegi politici prevalgono sistematicamente sugli interessi del popolo veneto.

E purtroppo si sono aggiunti anche il problema di alcuni movimenti animati da smanie di potere che preferiscono non sentire questi fatti del diritto internazionale, limitandosi a dire che “non sono vere” o perfino seminando bugie sul mio conto e falsità atte a screditare il mio operato. E’ bene che la gente riconosca questi loschi figuri e li emargini, se non vuole poi trovarseli nel governo del nuovo stato.

Ma sono sicuro che il punto di non ritorno verso l’autogoverno del popolo veneto è stato superato da un pezzo e presto avremmo lo stato sovrano, già nato, non più occupato ed effettivo nel territorio.

Loris Palmerini
Presidente del Tribunale del Popolo Veneto

http://community.girlpower.it/paesi-baschi-referendum-autodeterminazione-vt119391.html

http://www.agi.it/estero/notizie/200809220835-est-rt11010-art.html

http://www.asca.it/moddettnews.php?i…DETERMINAZIONE

http://quotidianonet.ilsole24ore.com…utorizza.shtml

POSSIAMO DECIDERE… SE LO VOGLIAMO. Se la sanità italiana fosse come quella Lombardo-Veneta, si risparmierebbero 4,3 miliardi di euro (circa 9000 miliardi di lire)

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