Vivere in uno stato di occupazione
Alla fine degli anni ’80 c’è stato un tizio, credo di Milano, che finì in carcere per omonimia con un mafioso indicato da un pentito. Al tempo aveva l’età di 30 anni ed è rimasto in carcere per circa 10 anni senza che nessuno si prendesse nemmeno la briga di chiedergli qualcosa e di verificare almeno il codice fiscale . Scarcerato senza nemmeno mai essere interrogato dopo 10 anni, ha percepito un grosso risarcimento, ma gli era stato rubato il fiore della vita. Ricordo che quando lo vidi alla trasmissione Maurizio Costanzo, era evidentemente terrorizzato e diceva che ogni notte dormiva in un posto differente per la paura di essere arrestato senza motivo. (se qualcuno sa qualcosa di più preciso me lo segnali, grazie)
In qualche maniera gli è andata peggio dell’eclatante caso del più famoso Enzo Tortora, che tuttavia non seppe reggere alla “bomba” che gli esplose dentro (un tumore) come lui stesso ebbe a dire in una intervista. Il tumore era la solidificazione del danno subito.
Chi ha pagato per questi casi ? Nessuno naturalmente.
Oltre a questi, basta scorrere la cronaca degli anni successivi e specialmente di quelli recenti per rendersi conto che se si viene fermati dalla Polizia o dai Carabinieri conviene minimizzare il rischio di essere bastonati o finire uccisi, anche uccisi in carcere.
Se guardiamo al G8 agli altri casi di cronaca, è del tutto evidente che allo stato italiano piace inculcare il terrore nei cittadini onesti (ma non certo ai delinquenti) e non fa nulla per punire i responsabili di crimini. Anzi, non esiste ancora nemmeno il reato di tortura.
I cittadini inglesi che sono stati picchiati al G8 e hanno visto andare tutto in prescrizione, sono talmente incazzati che hanno scatenato una guerra di distruzione dello stato italiano e ne vogliono la scomparsa.
Siamo tutti inglesi in questo, però intanto ogni volta che si incontra una pattuglia si corre un rischio anche quando si è perfettamente nella legalità.
E’ evidente che l’Italia è un paese molto arretrata sui diritti umani.
Per cui è ovvio che di fronte ad un agente di polizia o carabinieri si deve fare molta attenzione, perché sono normalmente spicci nei modi e a volte scarsi nella preparazione del mestiere in una società democratica, se non capita addirittura di finire nella mani di delinquenti. E di cosa ci sorprendiamo se perfino alcuni preti sono delinquenti sovversivi e pedofili ?
Il male è ovunque nello stato italiano, quasi gli corrisponde.
Perfino alcuni mafiosi pentiti hanno dovuto opporsi allo stato mafioso al fine di evitare catastrofi ambientali e sanitarie, non riuscendo però a fermare nulla per l’imposizione del segreto di stato da parte dello stesso stato (!).
In uno stato mafioso come quello in cui ci ritroviamo è ovviamente possibile tutto.
Questo significa che no dobbiamo agire per far valere i nostri diritti ?
Intanto stabiliamo che noi restauratori degli stati preunitari non facciamo altro che rivendicare nostri diritti, e fin tanto che ci si attiene alle regole pacifiche che ci siamo dati, e non si cede alla violenza, non si debba avere paura e nemmeno si debba far paura.
Noi chiediamo semplicemente che uno stato illegale nel nostro territorio (il Piemonte) se ne torni a casa sua e ci lasci vivere liberi e in pace.
Quando raggiungeremo la massa critica di persone consapevoli del nostro diritto (e non quelle ingannata da giochini politici ) allora torneremo liberi.
Occorre quindi agire da persone libere legalmente e pacifiche che sono costrette in uno stato di occupazione illegale. Occorre quindi rifiutare ogni suggestione militaresca, evitare di esporsi al rischio.
Detto questo, è ovvio che dobbiamo prendere le precauzioni che in Italia ogni cittadino è costretto a prendere , perché lo stato italiano non combatte la tortura.
E’ ovvio che, ad esempio, se si viene fermati da carabinieri o polizia, e si presenta un tesserino di autogoverno, o anche una tessera di partito, essi possano accettarla come valida (al pari di un tesserino di autobus) oppure rifiutarne la validità secondo gli ordini ricevuti che derivano da uno stato illegale.
E’ ovvio che può anche capitare di trovare l’agente perfino simpatizzante, ma pure quello razzista o ignorante delle leggi che si senta ferito nel “suo” orgoglio di “nazionalità” o di corpo, che non preparato a gestire simili eventi si lasci andare ad aggravamenti vari della situazione.
Poi se per di più gli si presenta un tesserino senza alcun fondamento legale, è ovvio che il rischio aumenta. Che cosa dire di quel deficiente che quella volta ha presentato il tesserino di “governo” pretendendo di essere riconosciuto come presidente di uno stato ?
Ovvio che si è ritrovato denunciato, e si consideri fortunato di non essere stato picchiato.
Tali individui sono deficienti e sostanzialmente idioti, e seguirli o approvarli significa fare il loro male, perché non si rendono conto di quanto stolta sia la loro mentalità.
Io mi attengo a queste semplici regole.
In un certo senso potremmo parlare anche in questo caso di “santa furbizia”, sebbene io propongo di evitare ogni rischio.
Allo stesso tempo, una volta fatti gli accertamenti, se si è coraggiosi, conviene apporre ad ogni multa o sanzione una dicitura per la quale si dichiara nulla a norma di legge la sanzione; anche questo però non servirà a nulla (o peggiorerà le cose) se poi non si è decisi a proseguire la battaglia legale nei successivi gradi, sempre consapevoli di essere legalmente liberi ma occupati da uno stato illegale nel nostro territorio.
Meglio dunque non addentrarsi in questo tipo di questioni se non si è consapevoli di quanto si fa e non si è decisi ad andare in fondo, cosa che richiederà un investimento in tempo e denaro per avere qualche successo.
Chi ha ripudiato il nostro gruppo dopo aver scopiazzato il nostro metodo per poter fare da sé da “presidente” è normalmente finito nei guai, dimostrando che non era così intelligente né preparato come credeva.
In un certo senso abbiamo a che fare con il “male” , e quindi possiamo vincerlo a condizione di essere puri di cuore. Non c’è posto per i furbi e gli arraffoni.