Vaccini con la ruggine, l’acciaio, ed altro, e quelli che seminano malattie
E’ una notizia del 2014 che un vaccino per la meningite somministrato in Veneto, Calabria e Lazio è stato ritirato perché conteneva ruggine ed acciaio. La notizia dell’ AIFA che aveva disposto il provvedimento, assicurava che la cosa aveva influenzato l’efficacia del vaccino, ma l’Autorità non disse nulla ai genitori e al pubblico sul danno gravissimo che potrebbero fare quelle componenti bio-incompatibili introdotte nel corpo, come l’acciaio. Di conseguenza è nato un comitato che vuole fare causa.
Le notizie del genere di ritiri di vaccini in sordina non sono poche, ecco per esempio quella di luglio 2017 quando GSK ha ritirato il vaccino meningococcico MENVEO perché durante la produzione i macchinari erano stati revisionati. Sembra quasi una ripetizione della notizia ma da oltreoceano. C’è da chiedersi come sia possibile che queste cose avvengano, evidentemente non esiste un controllo a priori che dopo queste revisioni impedisce la commercializzazione. Nel 2015 ben 2 vaccini sono stati ritirati da GSK e Sanofi.
Nel 2014 sono stati ritirati due lotti del Fluad, ma non è noto quanti dei 66 anziani vaccinati e morti quell’anno fossero stati vaccinati con esso. Il rapporto AIFA dice : “ Nel 2014 e nel 2015 sono state segnalate rispettivamente 7.798 (87,9%) e 3.173 (84,1%) reazioni classificate come non gravi, mentre le reazioni gravi e i decessi sono state 940 (10,6%) nel 2014 e 535 (14,2%) nel 2015 (Figura 2). Per quanto riguarda le segnalazioni di reazioni a esito fatale sono state 69 nel 2014 e 9 nel 2015. La quasi totalità dei decessi è stata riportata per il vaccino antinfluenzale: 66 nel 2014 e 6 nel 2015.“.
C’è chi si prende la briga di fare un bel elenco (da verificare) di ritiri. E c’è anche una No.Profit tedesca che si è preso la briga di far analizzare molti vaccini, scoprendo che il loro contenuto è tutt’altro che sicuro, così dice VacciniInforma.
A completare il quadro che indicano che le vaccinazioni sono tutt’altro che sicure al 100%, ecco il New York Times (noto produttore di fake news) per il quale la pertosse sta tornando anche fra i vaccinati, e si trasmette per contatto diretto. Ma è noto che alcuni vaccini, notoriamente il morbillo e tutti quelli a virus vivo, effettivamente ammalano il vaccinato (in alcuni casi per sempre) tanto che per diverse settimane i vaccinati sono contagiosi. Se lo scopo delle vaccinazioni è quello di proteggere gli immunodepressi, perché li si manda a scuola e al nido fintanto che sono infettivi perché appena vaccinati?
Al di là di questi incidenti troppo frequenti ma ovvi, che sempre capiteranno, è statisticamente certo che più si sottopone un individuo a qualche tipo di iniezione, più è probabile che capiti l’errore, più si vaccina più aumentano i rischi che qualcosa vada storto, e sui grandi numeri questo succede di sicuro molte volte. Non ci sono solo le partite (o lotti) di vaccino non sicure o sporche, e gli errori umani, nessuno considera i possibili pezzi di metallo residui nelle siringhe.
Dove si fa vigilanze seria ed attraverso i database sono possibili statistiche epidemiologiche scientifiche, risulta che i bambini vaccinati godono di peggior salute rispetto ai non vaccinati, oltre che soffrire di disturbi dell’apprendimento, del comportamento, di allergie ed altro. Ottimi malati spesso cronici insomma. Queste statistiche si trovano sul PUBMED basta cercarle e documentarsi.
Questi fatti sono confermati anche da centinaia di pediatri italiani, guarda caso alcuni di quelli che lo hanno dichiarato pubblicamente vengono sottoposti a procedure sanzionatorie degli ordini.
In Italia però la certezza del dato non esiste, perché non esiste un sistema di vigilanza degno di questo nome poiché molte regioni non hanno un database elettronico, i dati vengono raccolti su foglietti volanti e pure con criteri difformi, tanto da rendere una farsa le statistiche anche dell’AIFA. Questa è scienza perché è matematica, e i medici, come gli immunologhi e virologhi, non hanno titolo a parlare di questi numeri tanto quanto chiunque altro, tranne gli statistici semmai.
Da tutto ciò sorge una domanda: è più pericoloso per il proprio figlio il genitore che lo fa vaccinare o quello che lo salvaguardia dai rischi della vaccinazione?
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