Ridiscutere il plebiscito del 1866 è un nostro diritto inalienabile: diamoci da fare
Il 22 ottobre 1866 il Governo Italiano organizzò nel Lombardo-Veneto il “Plebiscito del Venetoâ€, e sulla base di quel risultato “referendario” rivendica la sovranità sui territori di Lombardia, Veneto e Friuli-Venezia Giulia, ed invece ecco alcuni degli elementi che ho raccolto nel corso degli anni e che dimostrano che si trattò di una sceneggiata:
1) il trattato internazionale di Vienna del 3 ottobre 1866 aveva stabilito che dovevano votare tutte le popolazioni del Lombardo-Veneto secondo la frontiera amministrativa dello Stato e non quella militare.L’Italia aveva cercato di far valere il criterio del “uti possidetis†sulla Lombardia che aveva invaso da 6 anni (cioé il possesso militare di fatto), ma tutto fu inutile perché la Lombardia non aveva mai votato per l’annessione, ed il diritto internazionale già da anni imponeva l’ Autogoverno dei Popoli sulle annessioni. Dato che controllava l’intero territorio del Lombardo-Veneto, l’Italia violò il trattato, e scelse di non far votare la Lombardia. Tuttavia il mancato voto della parte Lombarda del Lombardo-Veneto, che in quel momento era uno Stato riconosciuto internazionalmente e con propria sovranità , ha reso ogni risultato di voto nullo e invalido per il diritto internazionale. Tantè che ancora nel 1997 Bill Clinton disse “dobbiamo risolvere il problema del Lombardo-Veneto”.
2) nel 1866 teoricamente si votò nelle Regioni attualmente denominate Veneto e Friuli – Venezia Giulia (allora era tutto e soltanto Veneto), ma l’Italia fece votare anche (e quasi solo) i propri soldati e i cosiddetti “volontari (patrioti) italiani†: in pratica votarono le truppe invasori che non avevano diritto legale, così invalidando completamente anche il voto che venne espresso.
3) il Governo Italiano controllava il territorio con le proprie polizie e con il terrorismo camorrista, minacciando di morte chi parlava di indipendenza, e controllando le operazioni attraverso un governo fantoccio già messo in campo e scelto prima ancora che ci fosse il passaggio della sovranità del Lombardo-Veneto dalla Francia ai presunti rappresentanti dello Stato identificati negli eletti del Comune di Venezia (chi l’ha deciso poi?). Tutti questi fatti sono narrati nel memoriale del commissario del Governo italiano che gestì le operazioni di falsificazione, Genoa Thaon di Revel.
4) tutte le norme sul voto come la data di Plebiscito, la gestione dei seggi, le procedure di voto, gli elenchi degli aventi diritto, ecc, vennero stabilite dal Governo Italiano, unilateralmente e senza partecipazione dei cittadini Veneti, e pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia (!), cioè nel giornale delle leggi di un Governo privo di sovranità sul territorio che doveva votare. In realtà l’Italia governava attraverso il governo fantoccio già da mesi e si tratto di una farsa inscenata per compiacere le cancellerie degli altri Stati e salvare la faccia dell’Impero Austroungarico che ci aveva mollati dopo averci fatto combattere (e vincere) contro l’Italia sia per terra (Custoza) che per mare (Lissa).
5) in molti seggi non si fece nemmeno lo spoglio e si dichiarò l’annessione all’Italia gridandola come da indicazioni ministeriali
6) il garante internazionale sul voto, il francese Le Beuf, venne manipolato a tal punto che vi erano in Venezia degli attori che fingevano le contestazioni a suo danno (inscenando un odio che gli dissero era ancora per il saccheggio che la Francia aveva fatto nel 1797) , e gli stessi attori inscenavano scene di ovazione e tripudio per il commissario italiano e per i risultati del voto. A Venezia non si misero i manifesti pro-italia perché il Commissario francese si era adirato per questa interferenza (i manifesti!) mentre erano pubblicati ovunque nel resto del Veneto.
7) la bandiera del Regno d’Italia venne innalzata in Piazza S.Marco a Venezia ancora prima del voto.
Scoperti questi elementi (ed altri) nel 2006, li ho portati prima in Tribunale a Venezia, e dato che il giudice non potè dimostrare o affermare la giurisdizione italiana (non c’è!), allora proposi di portare il tutto al Consiglio d’Europa. Si ottenne così una pressione politica sull’Italia che per questo ha dovuto cancellare la norma di annessione, che non è più esistente dal primo gennaio 2013. Purtroppo però la causa in Consiglio d’Europa che avrebbe portato ad una dichiarazione ufficiale fu trascurate e lasciata cadere nel nulla dal mentecatto che ne era responsabile. Purtroppo essa non si può ripresentare perché trascorsi 6 mesi per regolamento non si può più ripresentare al Consiglio d’Europa.
Questi elementi sono fatti storici e giuridici che politicamente e giuridicamente nessuno può negarne la verità e l’importanza, nè si può negarci il diritto di esprimere il desiderio che sul plebiscito del 1866 si faccia chiarezza con una revisione giuridica.
Il diritto di esprimere le proprie opinioni anche contrarie alla Costituzione e all’unità d’Italia risale (in Italia) al 1977, e comprende anche quello di parlare di indipendenza e di perseguirla con i mezzi legali, fra i quali non c’è il referendum regionale (che non ha senso internazionale), ma c’è il rifacimento del Plebiscito del 1866, tutto intero nel Lombardo-Veneto, però gestito in autogoverno come doveva essere allora.
Non c’è usucapione o prescrizione di questi diritti, siamo e resteremo sovrani, e quando saremo capaci e consapevoli torneranno realtà .
In altre parole noi cittadini del Lombardo-Veneto abbiamo diritto non solo alla autonomia concessa da Roma (che non sarà  più di un decentramento di funzioni senza risorse, sempre servi), ma abbiamo il diritto ad uno statuto politico autonomo. Nessuno può darci degli eversori per questo nostro diritto.
Purtroppo non siamo pronti, tanto più che dal 2009 si sono succeduti una serie di movimenti tutti che inscenano un finto indipendentismo guarda casa riciclando e copiando gli elementi che ho messo in luce. A mio avviso questi sono tutti orchestrati da forze oscure aventi lo scopo di fare confusione ai cittadini, di impedirgli di vedere l’originale ed il percorso pacifico possibile. Servono a non fare capire ai cittadini che legalmente noi siamo già sovrani, e non fargli vedere che siamo in effetti militarmente occupati , e continuamente distrutti attraverso i corrotti apparati della giustizia italiana. Infatti, guarda casa, questi movimenti finiscono sempre con il portare la gente a strategie armate o paramilitari che finiscono con il distruggere ogni senso di sovranità nel cittadino medio.
Se tu vuoi partecipare alla liberazione pacifica e legale, smetti di correre dietro a finti partiti e finti liberatori, dichiarati Veneto, Insubre o Mantovano all’unica anagrafe legale, è un tuo diritto legale, oppure semplicemente cittadino del Lombardo-Veneto, e mettiti a disposizione.
Fallo subito https://www.lombardo-veneto.net/anagrafe/
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Loris Palmerini, 22 ottobre 2020
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