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17 Settembre 2013

Referendum rinviato e si salva la faccia a tutti (quasi!)

Attualità e storia del Popolo Veneto, Diritti Umani, Giustizia, Venetie 0

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repubblica_mafia2Non c’è stato nessun “voto storico” del Consiglio Regionale, oggi 17 settembre 2013.

Era in votazione il referendum consultivo sull’indipendenza della Regione Veneto.

Tutto è stato semplicemente RINVIATO, ufficialmente perché il consigliere Cortellazzo (del PDL) ha sostenuto che mancava una valutazione chiara da parte di una commissione .

Ma come ? Non c’è già stata una commissione di studio e di valutazione ? Allora a cosa serviva? Nessuno ha studiato la procedura ?

A quanto pare la commissione voluta da Zaia non è stata sufficiente, anche se nella discussione il risultato della stessa è stato più volte richiamato dai consiglieri per dire che il referendum non si può fare, che è incostituzionale.

Ho visto sul sito solo la parte finale dell’intervento di Zaia che ha rincuorato i consiglieri sulla presunta paura del commissariamento, perché secondo lui è impedito dalla Costituzione per le azioni nell’esercizio delle competenze del consiglio. (ma non vi rientra l’indipendenza e l’eversione !).

Dopo Zaia solo il capogruppo della Lega si è detto a favore.

I consiglieri di rappresentanza dei gruppi maggiori hanno affermato che la commissione voluta da Zaia è stata molto chiara nei risultati: il referendum non è attuabile ed è incostituzionale.

Secondo gli interventi, in commissione il prof. Betolissi e i 2 avvocati regionali si sono detti contrari al referendum, sconfessando la voce fatta circolare dai vertici di Indipendenza Veneta.

Cortellazzo è arrivato perfino a richiamare una dichiarazione di Cantarutti che nella stessa commissione ha citato una sentenza della Corte Costituzionale che vieta il referendum, dicendo semplicemente di non essere d’accordo!

Cortellazzo e altri hanno ribadito più volte che non c’è motivo di paura di commissariamento del consiglio da parte dei consiglieri, che il rincuoramento di Zaia non serviva, e tuttavia semplicemente mancano i presupposti tecnici e giuridici per il referendum.

Secondo Cortellazzo manca un passaggio tecnico di valutazione da parte della commissione specifica, manca il fondamento giuridico (incostituzionalità) e manca pure la copertura finanziaria perché se la regione indice un referendum allora lo deve pagare, e i soldi non ci sono. Su quest’ ultimo punto Cortellazzo ha criticato l’idea della copertura con fondi privati sostenendo che la regione deve pagare il referendum se lo indice.

———————– Commento

Con questo rinvio si è salvata la faccia di quasi tutti:

Chi ha proposto il referendum che non si può fare non viene sbugiardato, perché tutto viene rinviato in una nuova commissione, e magari a un nuovo quesito, insomma si deve ancora “studiare” . Naturalmente gli stessi potranno accusare di cordadia i consiglieri.

Chi è contrario al referendum non si è mostrato pubblicamente, pur contrari i capigruppo hanno sempre e comunque detto che “sarebbe bello maaa….. bla bla” c’è incostituzionalità.

Con il rinvio si può continuare a raccontare che il referendum forse si farà, anche se in futuro, dopo la nuova commissione, superate le questioni tecniche, e gli allocchi continueranno a crederci come al federalismo.

Detto in altro modo ci vorranno mesi prima di avere un altro passaggio e si arriverà alle elezioni con ancora questa questione fasulla nell’aria.

Rinviando non si sputtana nessuno (tranne quelli che hanno proposto il referendum, che fanno parte, qualcuno ha detto in aula, di movimenti minori senza futuro).

Inoltre resta tenuto al margine chi da tempo diceva che il referendum non si può fare. Gli attivisti del referendum potranno continuare ad attaccarlo come antiveneto seppure stia impedendo una truffa politica.

La domanda diventa : nessuno conosceva la procedura per fare un referendum ?

I proponenti del referendum non hanno studiato la procedura ?

Veramente si vuole dare in mano uno stato a chi non sa nemmeno “presentare” un referendum ?

A cosa serviva la commissione se ora occorre farne un’altra ?

Se i veneti vogliono la libertà non devono più dare credibilità ai partiti che riconoscono legalità all’annessione del 1866 . Infatti nella precedente risoluzione 44 del 2012 si è riconosciuta valida l’annessione del 1866. In aula si è citato un principio: se si riconosce la attuale legalità italiana non c’è possibilità di autodeterminazione del popolo veneto! Quindi il veneto non può avere libertà se quella risoluzione fosse valida.

Qualcuno è capace di spiegarlo ai veneti senza passare per antiveneto ?

(Visitato 36 volte, 1 oggi)
Mocellin fa alcune ipotesi per salvare il referendum, ma non funzionano. Micidiale STOP ai referendari: la UE totalmente contraria

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