Mai annessi e solo invasi militarmente il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia
Le storie raccontate ufficialmente che avrebbero portato all’annessione nel 1866 del Veneto, di Mantova e del Friuli-Venezia Giulia, ma anche quella della Lombardia nel 1859, sono false, e lo dimostro ancora una volta con questo scritto.
C’erano una volta tre stati, la Repubblica di Venezia, il Ducato di Milano e il Ducato di Mantova.
Lasciamo perdere le alterne vicende di ciascuna per arrivare subito alla questione della sovranità di essi.
La Repubblica di Venezia nel 1797, è stata invasa, o più che altro conquistata militarmente e spolpata, dalle truppe al servizio di Napoleone, e purtroppo al tempo il diritto internazionale stabiliva che chi vinceva la guerra si teneva il bottino, ossia lo Stato, le ricchezze, e governava i popoli.
Occorre sapere che era questo il diritto internazionale fino al 1840, ossia i capi di Stato, i Papi, gli Imperatori, i Re e i Dogi potevano comprare e vendere i territori come fossero cose. Per esempio Venezia ha comperato la Dalmazia. Questo sistema era invalso in Europa.
Premesso che giuridicamente non è mai esistita la “Repubblica Veneta”, bensì è esista la “Repubblica di Venezia”, quando Napoleone se ne impossesò militarmente nel 1797 ottenne che a maggio il Maggior Consiglio della stessa, obtorto collo, lo riconoscesse come capo dello Stato, e che inoltre si adottasse il sistema di governo detto “municipale”, ossia napoleonico.
Poi il Maggior Consiglio si sciolse da sé ponendo fine a secoli di governo aristocratico dei Nobili del Patriziato. Speravano questi che Napoleone li risparmiasse e li prendesse come buoni amministratori, una pratica in uso anche presso bizantini e arabi, ed insomma si tentò di salvare la faccia e il potere evitando eccidi, ed invece il predatore Napoleone poi finì per far saccheggiare, stuprare, ammazzare, depredare anche loro oltre che terrorizzare i Veneti fucilati sul posto se gridavano “W San Marco”.
C’è chi dice che quella delibera del Maggior Consiglio mancasse del numero richiesto per tali gravi decisioni, ossia il numero legale per le “gravezze”, ma in realtà decidevano i cannoni. E credo pure che in realtà legalmente la delibera di resa sarebbe comunque spettata al Senato che però non esisteva più.
Napoleone, secondo il diritto del tempo e in quanto Capo di Stato, cedette Corfù agli Inglesi, e lasciò otto Isole greche a sé stesse le quali dichiararono la loro propria Repubblica Eptoionica poi divenuta e denominata “Greca”. Questo è un esempio che gli Stati possono cambiare nome nel corso del tempo ma restano giuridicamente li stessi.
Con il trattato di Campoformio (Udine) del 17 ottobre 1797, Napoleone cede agli Asburgo la Repubblica di Venezia decurtata di alcuni pezzi , ed era questo un suo diritto legale del tempo.
Anche gli Asburgo depredarono, uccisero ecc, ma con più lentezza, e poi tornò ancora Napoleone e poi di nuovo gli Asburgo, ma i burocrati si ribellavano con artifici giuridici e amministrativi, così nel 1805 con il decreto Wallis gli Asburgo ripristinarono le Istituzioni della Repubblica di Venezia a far data 1797, ma sotto la loro rappresentanza.
Infatti non essendo scritto da nessuna parte che il Doge dovesse essere veneto, l’Imperatore d’Asburgo rimase capo dello Stato, ma nonostante fosse capo dello Stato della Repubblica di Venezia non credo che giuridicamente vada riconosciuto come Doge in quanto probabilmente non si è inchinato a San Marco per autoincoronarsi col cappello ducale.
Quello che importa che da allora e fino al 1866 il Capo dello Stato della Stato veneto rimasero gli Asburgo (ma ci sarebbe da discutere del 1848), ed infatti al Congresso di Vienna venne da loro rappresentata .
Dobbiamo esser consapevoli che tuttora i monarchi rappresentano più Stati, ancora come fossero loro proprietà, sebbene nel diritto internazionale siano in seguito stati stabiliti alcuni diritti dei cittadini, per esempio il diritto di autogoverno (1840) che consiste nel diritto a votare pro o contro una annessione . Ma non c’era al quel tempo e non c’era ancora nel 1816 quando gli Asburgo accorparono alla Repubblica di Venezia (loro proprietà) il Ducato di Milano (loro proprietà) sciogliendolo, e il Ducato di Mantova (loro proprietà) sciogliendolo.
Così la Repubblica di Venezia da una parte si allargò ad essi, ma dall’altra l’Imperatore decise il cambiò di nome in Lombardo-Veneto.
Allo stesso tempo creò una nuova regione amministrativa, la Lombardia, che non si sa da dove l’inventò perché non è mai esistito un popolo lombardo e nulla ha a che vedere la storia longobarda, altrimenti si chiamerebbe Longobardia in sfregio alla unicità dell’architettura pavesina.
Il resto del “Veneto” rimase come sempre comprendente il Friuli ed esteso fino a Trieste.
Dobbiamo insomma comprendere che il Lombardo-Veneto è la continuazione giuridica della Repubblica di Venezia, ossia dello Stato Veneto, e Venezia ne era la capitale politica.
Insomma la Repubblica di Venezia non è morta nel 1797, ed infatti la ritroviamo al Congresso di Vienna rappresentata dagli Asburgo essendo loro possedimento legalmente detenuto, e costoro nel 1816 l’hanno rimaneggiato e cambiato il nome in Lombardo-Veneto. I popoli assistevano e nulla potevano, perché non avevano diritti.
Dicono una sciocchezza giuridica e storica coloro che dicono che i vari trattati che hanno riguardato la Repubblica di Venezia dopo il 12 maggio 1797 non sono validi perché non era rappresentata da veneti, e l’errore consiste nel collocare in quell’epoca un diritto dei popoli che non esisteva e che venne riconosciuto decenni (1840) per le annessioni, e addirittura dopo oltre 150 anni per il diritto a votare i propri rappresentanti.
Quando poi nel 1859 la Francia invase la Lombardia accompagnando il Re di Sardegna (Savoia) che aveva anche il Piemonte, Nizza e la Savoia, invece di far votare il popolo come dovuto fin dal 1840 si fece dichiarare al Comune di Milano l’annessione della Lombardia ai Savoia, ma siccome Milano era senza titolo perché il Ducato era cessato nel 1816, l’annessione fu farlocca ed illegale.
Detto ancora più chiaramente, la Lombardia non ha mai votato per l’annessione, ma ciò non vuol dire che può diventare stato indipendente, e bisogna continuare a leggere per capirlo.
L’annessione della Lombardia ai Savoia senza voto fu contestata internazionalmente, gli Asburgo non la riconobbero mai, ed i Savoia, dopo aver derubato e saccheggiato, fecero tesoro dell’esperienza e nei vari altri territori d’Italia dove mandarono a rubare i loro scagnozzi fecero svolgere dei finti plebisciti di annessione decisi da loro. Come se adesso noi decidessimo di far entrare in Unione Europea l’Albania ma facendo noi la legge e decidendo chi vota senza far fare legge allo Stato Albanese. Ossia, tutte farlocche le annessioni nel Regno delle due Sicilie.
Una mattina del 1861 il Regno di Sardegna si ritrovò senza più Gazzetta Ufficiale, da allora venne pubblicata come Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia, così, qualcuno le aveva cambiato nome senza ci fosse una legge e senza averne titolo.
Arzillo sui milioni di morti fatti per costruire il Regno d’Italia, il Re voleva il confine sulle Alpi, e si allea con la Prussia contro l’Impero Austroungarico, e quando nel 1866 la Prussia attacca da nord , l’Italia tenta di sfondare da sud a Custoza, ma viene spazzata via dai Veneti con le insegne Asburgiche. In realtà c’erano Veneti anche sotto le altre insegne, come si ripeté sul Piave decenni dopo. Veneti sparavano a Veneti entrambi sotto divise straniere.
Perso a Custoza l’Italia cerca vendetta e vittoria, ed è sicura di vincere per mare con le sue novissime navi d’acciaio, deve affondare solo barchette di legno rimaste ai Veneti ancora della Repubblica di Venezia, ed invece perde ancora più clamorosamente a Lissa, la marina Austro-Veneta che parla lingua veneta, perfino il capitano austriaco, vince e grida “W San Marco”.
Per queste vittorie l’Italia servirà fredda una amara vendetta ai Veneti, perché per sua fortuna il suo alleato, la Prussia, sta vincendo sull’Impero Austro Ungarico e viene costretta a lasciare giuridicamente e militarmente libero il Lombardo-Veneto, ma gli riconosce il diritto di voto per l’annessione o l’indipendenza.
In realtà gli Asburgo cedono il Lombardo-Veneto alla Francia, la quale da tempo se ne frega dei valori rivoluzionari e se la prende senza svolgere voto. Anzi, lo aveva già fatto anche con Nizza e la Savoia.
Tuttavia il trattato di Vienna del 3 ottobre 1866 stabilisce che per l’eventuale annessione del Lombardo-Veneto dalla Francia (e non dall’Austria) all’Italia si dovranno consultare i cittadini che dovranno votare liberamente. A firmare l’Imperatore d’Asburgo, l’Imperatore di Francia e il Re d’Italia che fa da spettatore che insomma riconoscono lo Status internazionale del Lombardo-Veneto così come già era quando si chiamava Repubblica di Venezia.
Qui è il punto delicato e dobbiamo capire alcune cose. E’ falso dire che l’Austria ha ceduto il Veneto all’Italia, e anche il Lombardo-Veneto.
Il diritto dei cittadini del Lombardo-Veneto nei territori del 1859 non deriva da una concessione, ma dalla sovranità della Repubblica di Venezia.
Ai suoi cittadini il diritto di voto per l’annessione spettava indipendentemente che fosse scritto in un trattato, ma comunque è stato anche scritto ed esplicitamente riconosciuto.
Si riconosceva insomma che i cittadini di tutto il Lombardo-Veneto avrebbero dovuto votare, e pure liberamente, e solo allora se lo avessero voluto sarebbero diventati uno degli Stati del Re di Sardegna che nel frattempo si faceva chiamare Re d’Italia Vittorio Emanuele II quando il primo era di Sardegna e Basta.
Ma perché doveva votare tutto il Lombardo-Veneto dato che la Lombardia era italiana dal 1859?
Non solo perché non erano stati chiamati a votare nel 1859, ma anche perché nel trattato si stabilisce che viene ceduto il Lombardo-Veneto secondo i
territori del confine amministrativo, che per gli Asburgo sono quelli del 1858. Ossia il trattato giuridicamente libera e rende a sé stesso l’intero Lombardo-Veneto comprendente ancora la Lombardia, e non il territorio secondo la situazione militare del 1866.
Insomma si deve votare, ma oramai l’Italia è fatta e non guarda in faccia a nessuno. Il commissario italiano minaccia di morte i rappresentanti veneti, e comincia ad organizzare un finto plebiscito dove voteranno anche i soldati italiani ed i minorenni “volontari italiani”, seguendo pedissequamente i comandi di Roma. Anzi, per il Regno è già cosa fatta, talmente tanto che pubblicano nella propria Gazzetta ufficiale le norme di voto per l’annessione del Lombardo-Veneto ! Come nell’ipotetico caso dell’Albania inventato prima. Nemmeno Putin nel Dombass si è azzardato ad una tale schifezza ridicola.
Ma non è ancora finita e ancora non si è votato. Si voterà il 21 e 22 ottobre 1866, ma già da mesi le prefetture sono all’opera, i Commissariati sotto controllo, le leggi italiani stabiliscono la leva, le tasse, i registri elettorali, e possono votare loro al posto nostro.
Di fronte a tutto ciò non è noto se i Veneti siano andati a votare , sembra di no, ma di sicuro non sono andati a votare i residenti in Lombardia, perché con arroganza fatale il Regno d’Italia decide che la Lombardia è già sua e non deve votare! Sia mai che gli viene un dubbio.
Pochi giorni prima del voto tutto è ormai fatto, il Commissario italiano Thaon di Revel fa consegna la sovranità del Lombardo-Veneto a tre suoi prestanome, tutti gli altri non se la sono sentita di farsi ammazzare. Il garante internazionale del voto, il francese le Beuf, sa che è una farsa, l’italiano da giorni lo prende in giro, ha saputo che le leggi di voto sono pubblicate sulla Gazzetta ufficiale, e forse ha saputo che in tutti i territori veneti ci sono i manifesti elettorali degli italiani, ma non a Venezia dove si inscenano moti di Piazza contro di Lui per spaventarlo, quel porco rappresentante di Napoleone III, porco come il nonno.
Le Beuf comunica al su capo che tutto è falso, che non c’è libertà di voto, ma a Parigi non si vuole ridiscutere le annessioni, e gli italiani gli hanno pure garantito che non chiederanno mai la restituzione dei beni rubati a Venezia, che ancora oggi sono un terzo del Louvre.
Napoleone III ordina “sono affari degli italiani, non intervenire”.
Così i tre prestanome dei Savoia ricevono la sovranità, e senza attendere il voto la consegnano al Commissario Italiano, il quale maschera la falsità di tutto reincaricando gli stessi tre del governo provvisorio, italiano, ossia fingono di essere indipendenti ed invece eseguono gli ordini.
I giri di carte con il quale un governo fine sovranità per conto di altri si chiama “Governo Fantoccio”, ed è vietata dal diritto internazionale.
O meglio, ciò che fa un governo fantoccio non è legalmente valido.
Tutto è ormai fatto: i soldati italiani voteranno con i minorenni italiani, ma non voteranno la Lombardia, ed i minorenni e le donne italiane.
E i veneti che andranno a votare verranno obbligati a farlo con voto pubblico: scheda nell’urna bianca per il sì a diventare italiani, scheda nell’urna nera per il NO e restare “sotto il bastone croato”.
E se qualcuno avesse pure propagandato per il NO, botte da orbi e prigione, perfino ai preti.
Ovviamente si registrò un eclatante 99,99% di sì, o meglio soli 69 “NO” contro oltre 600.000 voti. Sessantanove come …..
Ma non si attende nemmeno il risultato, perché tanto non si conteranno nemmeno le schede, sono numeri inventati, e ben tre giorni prima del voto si issa già la bandiera italiana in Piazza San Marco, e si comincia a servir la vendetta fredda.
I veneti vengono tassati per ogni macinazione di farina, sale, caffè ecc, e si portano via tutte le ricchezze per ripagare le spese di guerra che hanno sfrontatamente vinto. Diventano così poveri che conosco la fame e sviluppano la pellagra da malnutrizione, cose che non ricordavano più da quando 1200 anni le orde barbariche li avevano costretti a fondare Venezia. Ma stavolta non si può fare, occorre emigrare in cerca di fortuna, a milioni se ne vanno sospinti dal Governo italiano e illusi che li si trovi un paradiso, 1 milione va in Brasile, un paradiso, ed invece troveranno solo piantagioni ridotte a malsani territori perché abbandonate dagli schiavi neri resi liberi dalla legge.
E’ finita qui ? Per sempre i Veneti sono italiani ?
E’ no, mica ho messo il titolo per nulla.
E’ un po’ lunga da spiegare, e l’ho molte volte, e lo rifaccio in breve.
Però prima la sintesi: ci siamo già giuridicamente liberati, siamo sovrani ma militarmente occupati, torneremo liberi e sovrani come Stato indipendente. Ed ecco perché.
In un social qualcuno chiedeva: i Veneti possono essere considerati un popolo? Quindi possono fare l’autodeterminazione?
Gli ho risposto circa quanto segue.
Il popolo veneto non solo esiste come fenomeno sociale attuale, non solo ha una millenaria storia tanto da potersi dire “indigeno” nel senso del diritto internazionale, ma è stato riconosciuto giuridicamente con la legge costituzionale italiana n.340 del 1971. Questa legge che riconosceva lo statuto regionale del Veneto, riconosceva all’art.2 anche il popolo veneto e il suo diritto all’autogoverno internazionale.
Nel 1999 abbiamo esercitato quel diritto attuando l’ autodeterminazione internazionale riconosciuta come diritto dalla legge italiana n.881/1977.
Abbiamo anche chiesto alle Prefetture la decolonizzazione, ma ci hanno semplicemente ignorato credo con assordante imbarazzo.
Siccome abbiamo fatto l’autodeterminazione in provincia di Padova, abbiamo anche parlato personalmente con l’allora Prefetto di Padova, che, giova ricordarlo, è un rappresentante del Governo italiano.
Ma noi, imperterriti, nel 2000, da popolo legalmente sovrano, abbiamo svolto le prime elezioni nazionali da secoli (popolo e nazione sono lo stesso concetto nel diritto internazionale) e abbiamo eletto i nostri rappresentati. La cosa non è piaciuta ad un magistrato di Bergamo, perché ovviamente noi rivendichiamo il territorio da Bergamo a Udine, che sono sempre stati veneti fin da prima dei Romani. D’altra parte, Padova, Verona e Vicenza sono state parte della Repubblica di Venezia solo qualche decennio in più di Bergamo, Brescia, Udine ecc, per cui se non sono venete quelle non lo sono nemmeno tutte le città dell’odierno striminzito territorio della Regione Veneto. E d’altra parte perché quella contermini si chiama Regione Friuli- Venezia Giulia. Occorre non confondere i confini amministrativi interni di uno Stato con i confini millenari di un popolo .
Insomma da Bergamo parte una denuncia per attentato alla Costituzione, reato da ergastolo, e viene mandata a Padova da dove partivano tutti i fax verso i Comuni. Viene sequestrato il fax, e notificati il Capo del Governo del popolo veneto, che era Luciano Franceschi, e il Presidente del Tribunale del Popolo Veneto, che ero io, Loris Palmerini. Il terzo che con noi aveva fondato l’Autogoverno del popolo Veneto era finito in carcere, a seguito del discorso dei Serenissimi del 1997, e siccome non accettò di denunciare falsamente me, istigato dal magistrato, scrisse in una lettera che siccome non mi incastrò falsamente “mi sbattuto dentro”.
Non è facile ragionare se percepisci il rischio d’ergastolo, ma siccome eravamo convinti della legalità chiedemmo invece il processo, proprio perché venisse accertato il nostro diritto. E’ da allora che cerchiamo di farci riconoscere i nostri diritti negati, e ci siamo anche in parte riusciti, e ci riusciremo, ma ecco cosa è successo allora.
Occorre sapere che perseguire i reati come l’attentato alla Costituzione è obbligo costituzionale del magistrato, per cui dovevano processarci se tale reato fosse stato compiuto, e certamente lo è organizzare delle elezioni indipendenti con proprie regole rivendicando che se ne ha il diritto, ma non potevano farci nulla perché noi lo avevamo fatto in virtù delle stesse norme italiane!
Per cui, ricevute un po’ di botte dai Carabinieri per i quali non si fece processo a causa dei testimoni, e passati gli anni per la chiusura delle indagini, al PM non restò che archiviare, ossia , non gli restò che riconoscere la legalità delle nostre elezioni.
Dato che le elezioni erano state pubblicate e pubblicizzate anche dalla TV, legalmente quelle elezioni hanno messo in atto, autodeterminato, delle Istituzioni Venete legalmente rappresentative e con tanto di voto popolare. Che non venga in mente a qualcuno di rifare queste cose, perché sta volta finirebbe in galera per davvero, e spiegherò perché.
Quindi dal 2000 noi abbiamo già le nostre istituzioni legali internazionali, e l’Italia lo ha riconosciuto nel 2002, ma l’Italia non ci rispetta violando il nostro diritto internazionale, ma c’è di più.
Nel 2006, studiando la nostra annessione avvenuta nel 1859 (parte Lombarda) e 1866 (Veneto e Friuli) ho accertato legalmente che è stata nulla e invalida, come detto sopra, perché hanno organizzato loro le elezioni, frodandole pure, e comunque senza far votare l’itera Lombardia, che non ha mai votato per diventare italiana, in violazione del diritto del tempo.
Sempre nel 2006 abbiamo chiesto conferma di questi fatti al Giudice civile di Venezia, presentando come prova solo la bozza del mio libro “La Repubblica mai nata”, pubblicato nel 2007. Il Giudice nel 2008 ha sentenziato di non poter decidere sulla questione ma senza però affermare la sovranità dell’Italia, e ovviamente senza poter smentire l’illegalità dell’Italia nel Lombardo-Veneto che ho dimostrato. Ovvio che se avesse potuto lo avrebbe fatto.
Essendo l’ Italia uno Stato occupante militarmente il Lombardo-Veneto, il giudice e i magistrati che da esso dipendono non possono essere imparziali ed indipendenti, per cui ai Veneti, agli Insubri e ai Mantovani viene negato il diritto umano a un tale giudice.
Nel 2008 abbiamo allora chiesto al Consiglio d’Europa di accertare l’occupazione italiana ed esibendo la sentenza di Venezia abbiamo chiesto di riconoscerci il diritto ad un giudice legale, ossia imparziale ed indipendente.
Il procedimento al Consiglio d’Europa fu accolto, ed in teoria avrebbe portato a sentenza, per cui facemmo fare una interrogazione alla Giunta del Veneto chiedendo come la Regione intendeva prepararsi. La risposta, incredibile, fu che “la Regione non è obbligata a rispettare i trattati internazionali firmati dallo Stato” , incredibile perché è scritto nella Costituzione e nello Statuto Regionale che invece deve farlo, ovviamente. Purtroppo sono mancati patrioti seri per incalzare e svergognare, e tutto è finito lì.
Tuttavia incombeva la sentenza del Consiglio d’Europa, per cui con la legge 212 del 2010 l Italia cancellò l’annessione del 1866, ma solo dal primo gennaio 2013. La cosa doveva passare in burletta, che non venisse ai residenti del Lombardo-Veneto l’idea di non dover più pagare le tasse a Roma e di poter così avere ben 5000 Euro in più a testa all’anno dalla culla alla Tomba. Insomma si doveva insinuare il dubbio che legalmente non è vero e far credere che non è cogente. Ricordo una burletta di Calderoli, una di Travaglio ed altri. Burlette come quelle nel memoriale dell’allora commissario del 1866.
Sta di fatto che dal 1 Gennaio 2013 il Lombardo-veneto non è più legalmente annesso alla Repubblica Italiana, in realtà non lo è mai stato, è sempre e solo stato occupato militarmente, come detto l’ho dimostrato nel 2006.
Qualcuno dice che la cancellazione dell’annessione della legge 212/2010 è stata a sua volta cancellata ai sensi della legge stessa, quindi prima del 1 gennaio 2013, ma non ve n’è prova, quindi è una sciocchezza. Ma se non siamo ancora liberi è perché sono riusciti farlo credere.
Ma poi arrivò quella benedetta sentenza dal Consiglio d’Europa? Purtroppo il cretinetto che aveva la rappresentanza al Consiglio d’Europa dimenticò di nominare l’avvocato, perché era troppo impegnato a organizzare uno scalcinato corpo di polizia Brancaleone insieme ad altri che erano poliziotti, ex-poliziotti e altri loro amici e parenti. Tutto finì alle cronache per quello che era, una manciata di cretinetti, ma ovviamente la stampa cercò di attribuire a noi la responsabilità anche penale, salvo dover poi buttare tutto alle ortiche e in burletta quando facemmo sapere che noi i cretinetti li avevamo già da mesi cacciati dalle Istituzioni del Lombardo-Veneto, e non per la polizia dei cretinetti ma perché avevano agito fuori dalle nostre leggi per evadere il fisco. Come Al Capone insomma.
Per la cronaca, la Sentenza del Consiglio d’Europa non è mai arrivata, altrimenti avremmo avuto già da anni la magistratura Veneta, Insubre e Mantovana, ma ci arriveremo e chi dovrà pagherà.
A ulteriore dimostrazione che lo Stato Italiano è un occupante militare che non rispetta il diritto internazionale, abbiamo perso qualche anno ancora con il tentativo di “convivere” con l’Italia.
Nel 2016, per quattro miracoli, tramite una legge regionale che attuava una internazionale come suo dovere, siamo riusciti a far riconosce ai Veneti (da Bergamo a Udine) i diritti di nazione distinta nel territorio della Repubblica, quello che viene indicata internazionalmente come “minoranza nazionale”. Alcuni altri cretinetti hanno confuso questo riconoscimento di minoranza nazionale come l’aver definito i Veneti come parte della nazione, ma invece legalmente significava che i Veneti sono una nazione minore dello Stato che ha una nazionalità diversa, perché ogni nazione ha diritto ad un proprio Stato tranne quando non sia una parte di nazione di un altro stato. Per esempio i Tirolesi di Bolzano sono una minoranza nazionale di fatto, ed infatti non pagano nemmeno l’IVA .
Quella legge Regionale del Veneto n. 28 del 2016, da me scritta, in pratica riconosceva a tutto il popolo veneto con le sue diverse lingue (veneto, cimbro, friulano, ladino) il trattamento bilingue come quello del sud-Tirolo, ma anche tutti i benefici del sistema di Bolzano, compresa quindi la riserva dei posti pubblici a chi conosce la lingua del luogo, radio e TV in lingua, doppia lingua a scuola e studiate entrambe…. perfino le etichette sui prodotti anche in lingua veneta. I media, per non far capire, la misero in burletta parlando del “dialetto a scuola”, e nessun rappresentante veneto spese una parola.
Approvata la legge successe che il Comune di Bagnoli di sotto (Padova) ne chiese l’applicazione, in particolare il rispetto del divieto di modificare la proporzione etnica della popolazione etnica. Infatti il Governo italiano pretendeva dal Sindaco di dare la residenza amministrativa alle centinaia di immigrati che stavano nella locale caserma di Cona. Se lo avesse fatto le poche migliaia di cittadini del Comune sarebbero finiti ultimi nelle graduatorie dei servizi sociali, per cui il Sindaco Milan si oppose invocando la legge 28/2016 e di conseguenza il Prefetto fece svuotare
la caserma .
Apriti cielo! Tutto ciò non piacque nemmeno un po’ ai vertici del Veneto, non solo si adirarono, ma urlano al Sindaco, e io sospetto che loro stessi chiesero al di intervenire chiedendo alla Corte Costituzionale di cancellare la legge.
Il Governo di Roma chiese la cancellazione, ma c’erano decine di fatti che invece lo impedivano, per esempio la negazione della lingua veneta, oppure la discriminazione dei veneti negli affari pubblici tenuti fuori tramite punteggi scolastici ed universitari più bassi del resto d’Italia (non si tratta di istituti più difficili, ma di emarginazione istituzionale).
Le varie tesi che impedivano la cancellazione della legge 28/2016 furono da noi date alla Giunta Zaia e all’avvocato da questi nominato per difendere la legge, il prof. avv. gfdt Bertolissi, di origine friulana.
Purtroppo quando chiamai al telefono l’avvocato Bertolissi, dopo avermi mandato affanculo diverse volte e pure gridando, non volle sentire ragioni. Dovrei avere la registrazione. Per questo antefatto fui poi molto sorpreso della sua gentilezza quasi da agnellino quando casualmente lo incontrai in stazione a Padova. Bevemmo piacevolmente pure un caffè assieme, che però divenne disgustoso quando egli commentò gli allora festeggiamenti di Checco Beppe a Sappada, ossia dell’Imperatore asburgico Francesco Giuseppe, suggerendo che anche noi Veneti dovremmo farlo. Da sapersi, Bertolissi mi risulta di origine Friulana, ma comunque deve aver preso queste sue ridicole idee dalla fazione antiveneziana e austriacante che c’è in provincia di Udine. E’ successo infatti che nonostante il Friuli sotto il dominio veneziano abbia avuto una splendida fioritura, e forse finora l’unica vera, la fazione antiveneziana che era sopravvissuta è stata aizzato contro i veneti durante il dominio Asburgico, così come hanno aizzato i Croati.
Comunque sia, quello era l’avvocato nominato dalla giunta Zaia per difender la legge che riconosceva i diritti di nazione dello Stato ai Veneti, e nel 2018 si svolse il giudizio in Corte Costituzionale. Bertolissi, che doveva difenderla, invece di indicare anche una sola delle cose che gli avevamo scritto che la difendevano, disse testualmente alla Corte “questa legge non serve a nulla” per cui la Corte Costituzionale la cancellò. Ma lo fece però violando essa stessa la legge internazionale, perché in quanto nazione riconosciuta noi avevamo diritto di essere sentiti, e diritto ad esporre le nostre ragioni, ma la Corte, appunto, ce lo negò violandola. Non risulta nemmeno che la Giunta Zaia abbia impartito a Bertolissi l’ordine di evidenziare le discriminazioni che subiamo. Un giorno si vedranno le carte.
Il Consiglio d’Europa, nel frattempo, era informato di tutto, ma purtroppo casualmente una volta l’impiegato perse l’email, un’altra si ammalò, poi il monitoraggio dell’Italia non vide nulla, ed insomma il Consiglio d’Europa tacque, e tace ancora. Ma è poca cosa se pensiamo che ha taciuto al bombardamento Ucraino del Donbass dal 2014, il Governo di Kiev vietava la lingua russa perché parlata, dicevano, da subumani e bombardava, e il Consiglio d’Europa non vedeva mai nulla. A fronte di ciò, come aspettarsi che il Consiglio d’Europa potesse dire o facesse qualcosa per la questione veneta.
Comunque ho dimenticato di dire che sempre nel 2006 ho anche dimostrato che il referendum Monarchia-Repubblica del 1946 è invalido, è nullo, non lo spiego e ve lo leggete nella “la Repubblica mai nata”. Ma comunque sia stato, la Repubblica Italiana si è suicidata nel 2014 e seguenti, perché la sentenza Costituzionale n.1 del 2014 aveva accertato che il parlamento era stato eletto in maggioranza illegalmente , ma invece di mandarli a casa lo stesso giudice Mattarella si è fatto in seguito eleggere a Presidente della Repubblica, elezione evidentemente invalida perché fatta da un parlamento eletto illegalmente, ma peggio ancora, quello ha poi pure approvato una legge elettorale ulteriormente invalida, e fatto eleggere un altro parlamento ancora più illegale, ma anche nuovi giudici costituzionali, per cui di fatto l’Italia è giuridicamente morta. Ossia, esiste militarmente, ma non ha nemmeno in sé più alcuna legalità, se mai l’ha avuta, e chi la rappresenta anche in tutte le diramazioni non è affatto titolato a farlo. E’ un bene per il debito pubblico!
Tornando a noi e al popolo veneto, noi rivendichiamo la nostra sovranità originaria di popolo indigeno, ma anche quella di popolo riconosciuto che ha autodeterminato proprie istituzioni, e poi la legalità del nostro Stato Lombardo-Veneto che è la continuità giuridica della Repubblica di Venezia.
Chi non ci riconosce questi diritti e non riconosce le nostre istituzioni, non solo è un razzista, ma commette un crimine internazionale: le nostre istituzioni sono lì per restare e lo faranno per sempre, non sono cancellabili né possono essere annesse se non quando l’intero popolo Veneto e del Lombardo-Veneto, in pieno autogoverno, non deciderà il proprio destino con proprie leggi. Potrà farlo, ma solo allora.
Detto in altre parole, dobbiamo tornare alla sovranità, e poi rifare il voto del 1866, ossia decidere se stare da soli o far tornare i Savoia. Immagino l’esito.
Attualmente stiamo organizzando le risorse economiche e sociali per presentare causa internazionale per liberarci dall’occupazione italiana e, aggiungo, Europea. Vinceremo certamente e spiego perché.
Noi chiederemo alla Corte il rispetto non solo dell’autodeterminazione del 1999, un principio legale ONU, ma anche il rispetto dell’ integrità territoriale violato dall’Italia nel 1859. Ovviamente evidenzieremo anche i crimini contro l’umanità che l’Italia ha commesso contro i Veneti, ma lasciamo da parte.
La Corte non potrà darci torto perché quando la Corte internazionale di Giustizia sentenzia fa giurisprudenza cogente per tutti gli Stati.
E siccome noi chiederemo il rispetto del principio di integrità territoriale che l’occidente imputa a Putin di aver violato, se dovessero darci torto automaticamente darebbe ragione a Putin. Ma non è nemmeno questo il problema.
Il principio di integrità è quello che in pratica vieta la conquista di paese tramite la guerra, corrisponde anche al diritto dei cittadini di approvare o negare le annessioni. Se la Corte negherà il suo valore in pratica si tornerà al diritto del più forte come fu l’invasione napoleonica della Repubblica di Venezia. Di conseguenza Putin diverrebbe libero di prendersi anche tutta l’Ucraina e pure gli ex paesi della Unione Sovietica, la Cina potrebbe prendersi Taiwan, gli USA il Canada il Messico ecc, in pratica sarebbe la catastrofe mondiale.
La violazione dell’integrità territoriale del nostro Lombardo-Veneto è una questione cardine per la pace ed il futuro del mondo.
Quando torneremo liberi ? Quando la gente capirà i suoi diritti, ma temo ci arriverà più per disperazione che altro, perché questo regime occupante sta portando sempre più miseria e disperazione come nella sua natura e prassi.
Ecc, adesso si sa perché non sono mai stati annessi il Veneto, il Friuli-Venezia Giulia e la Lombardia, sono solo stati invasi militarmente e sono tuttora occupati illegalmente.
Ora un’avvertenza: quello che abbiamo fatto noi non si può più fare dal 2012 perché Zaia ha voluto sostituire la legge del 1971 con una legge regionale che in quanto tale non ha valenza internazionale. Comunque le leggi italiane nel nostro territorio non sono legittime, fin dai tempi delle leggi per il voto al plebiscito, perché noi siamo liberi legalmente da sempre.
Ma siccome ci sono in giro dei nostri cloni che fanno credere ad un loro percorso in realtà illegale e copiato, si sappia che non hanno alcuna copertura legale né italiana né internazionale a causa della legge del 2012.
Per cui solo e soltanto nel solco della nostra autodeterminazione si tornerà alla sovranità . Ma perché quei movimenti non si uniscono a noi?
Perché evidentemente servono solo a impedire che noi si arrivi presto alla libertà. Un’altra burletta insomma.
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Loris Palmerini, 21/10/2023, ogni diritto riservato, riproduzione vietata.