L'opinione di Loris Palmerini
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23 Maggio 2006

Le ragione del “NO” AL REFERENDUM DEL 25 e 26 GIUGNO 2006

Attualità e storia del Popolo Veneto, Diritti Umani, Politica, Venetie 1

Nel aprile 2006 ho fondato il “COMITATO REFERENDARIO PER IL NO AL REFERENDUM DEL 25 e 26 GIUGNO 2006”

Ecco le ragioni che portavo contro la patacca “Devolution”.
ATTENZIONE: gli argomenti sotto riportati sono stati registrati e sono sottoposti a protezione legale. La loro divulgazione è permessa a patto che vengano accompagnati sempre dalla citazione della fonte ( www.autogoverno.net ) e dell’autore “Palmerini Loris”.

Il COMITATO referendario per il NO il 25 e 26 Giugno 2006 è costituito da federalisti, autonomisti uniti contro la cosidetta “Devolution”, che entrerà in vigore se i NO non saranno la maggioranza.

Si sta cercando il silenzio per far passare un danno ai cittadini come fosse un assenso.

La riforma della Costituzione adottata nel 2005 dalla CDL, conosciuta come

LA DEVOLUTION, NON REALIZZA UN FEDERALISMO FISCALE
ma oltretutto
LA DEVOLUTION, NON DA’ MAGGIORI AUTONOMIE AGLI ENTI LOCALI
al contrario, scandalosamente e configurando una truffa, invece di ampliare i poteri delle amministrazioni locali e regionali secondo il principio dell’ AUTOGOVERNO previsto dalle norme internazionali,
LA DEVOLUTION TOGLIE ALCUNE IMPORTANTI COMPETENZE DEGLI ENTI REGIONALI SENZA DARNE DI NUOVE .

e, diversamente da prima,

CON LA DEVOLUTION LE COMPETENZE REGIONALI VENGONO SOTTOPOSTE AL VETO DELL’INTERESSE NAZIONALE
con il quale si potrà fermare qualunque forma di gestione differenziata.

Nel complesso si può tranquillamente affermare che

la DEVOLUTION E’ LA NEGAZIONE DEI PRINCIPI FEDERALISTI E AUTONOMISTI
LA DEVOLUTION DELLA CDL FA CRESCERE IL CENTRALISMO,

Quanto previsto dalla Devolution è contrario alla “Carta Europea delle Autonomia Locale”, la quale riconosce invece già dal 1986 il principio del Self-Government prevedendo il diritto al federalismo fiscale e gestionale, senza possibilità di ricentralizzare le competenze se non dopo un referendum delle regioni (vedi dopo).

Il principio del Self-Government è oggi tutelato dall’ art 117 della Costituzione, e la Carta Europea è già ratificata come legge dallo Stato Italiano.

Con il nuovo art. 117

LA DEVOLUTION TOGLIE ALLO STATO L’OBBLIGO DI RICONOSCERE NELLA SUA LEGISLAZIONE IL PRINCIPIO DEL SELF-GOVERNMENT
perchè toglie l’obbligo di riconoscere questi atti internazionali (nuovo art.117), e quindi la Carta Europea Autonomie e Autogoverno locale perderà valore costituzionale proprio grazie alla DEVOLUTION (!)

E’ insomma una truffa con cui in realtà si riducono le garanzie internazionali delle comunità locali, e si realizza un ULTERIORE CENTRALISMO dello Stato Italiano, per di più sottoponendo tutto all ‘INTERESSE NAZIONALE” che è in contrasto alla carta europea.

Ecco alcuni esempi.

CON LA DEVOUTION MENO DIRITTI ECONOMICI E SOCIALI DELLE COMUNITA’ LOCALI

Con il nuovo comma 1 dell’art.117 modificato dalla devolution viene abrogato
l’obbligo dello Stato di rispettare i vincoli internazionali, menomando
l’applicazione di quelle leggi del Consiglio d’Europa che tutelano le
identità locali, le minoranze linguistiche, l’autogoverno locale, il
paesaggio ecc.

Queste norme e in particolare la ETS No. 122 “la Carta europea dell’autonomia
locale” del 1986, realizzano giù dal 1986 il federalismo fiscale ! Assurdo ma
vero, ma semplicemente l’Italia non rispetta questi obblighi, che però
esistono. Il rispetto di queste norme internazionale è attualmente
obbligatorio e inserito all’ art. 117 della Costituzione Italiana.

Con il nuovo art.117 proposto dalla Devolution, lo Stato perde l'”obbligo
internazionale” di rispettare queste norme.

Infatti il Consiglio d’Europa (http://www.coe.int ) è una organizzazione
internazionale europea che protegge i diritti umani economici e sociali degli
Europei, ma il Consiglio d’Europa non fa parte nè dell’Unione Europea, nè
dell’Ordinamento Comunitario, nè del diritto Europeo cogente, nè dell’ONU (Certe norme del Consiglio d’Europa sono “richiamate” in certi Trattati sull’Unione Europea, ma non sono leggi europee).

L’assenza della frase “obbligo internazionale” riduce i diritti delle autonomie perchè in pratica toglie allo Stato l’obbligo di applicare le convenzioni (vedi sotto)

MENO DIRITTI PER LE MINORANZE LINGUISTICHE
L’eliminazione degli obblighi del diritto internazionale rendono NON COGENTI
le norme del Consiglio d’Europa sulle minoranze linguistiche.

CENTRALISMO LEGISLATIVO
La creazione di norme locali emananti dalle autorità locali è possibile grazie a una serie di norme internazionali del Consiglio d’Europa prodotte dal 1977 in poi che in italia sono state largamente NON APPLICATE o disattese.

Queste norme, danno già oggi importanti competenze alle comunità locali e realizzano gia’ il federalismo e l’Autogoverno locale anche in termini legali (Carta Europea delle Autonomie Locali). Con la devolution al comma 1 dell’art.117 viene eliminato l’obbligo dello Stato, attualmente vigente, di rispettare gli atti degli enti di Autogoverno, e con questo lo Stato prenderà MANO LIBERA contro gli interessi di comuni, regioni e province.

Cosa gravissima, con questo centralismo legislativo potrebbe essere possibile la soppressione della maggior parte dei “DIRITTI UMANI” delle comunità locali e delle minoranze in POCHI ANNI.

INTERESSE NAZIONALE
La devolution inserisce in costituzione il principio dell’INTERESSE NAZIONALE, attualmente assente, il quale rende del tutto illusoria ogni sfera di competenza attribuita ad enti locali, in quanto ogni attività degli stessi potrà essere messa in discussione dal governo centrale dietro il generico e ideologico “Interesse nazionale”. Questo principio è attualmente contrario alle norme del Consiglio d’Europa, ma anche queste non saranno più obbligatorie grazie al CENTRALISMO LEGISLATIVO (vedi sopra) che la devolution
realizza.

NUOVO CENTRALISMO E COMPETENZE PERSE DALLE REGIONI
Vengono sottratte alle regioni le seguenti competenze :

1) tutela del credito : questa competenza comprende la importante area delle monete locali in quanto forma di credito del consumo gestite da comuni e regioni molto in uso in Francia, Germania e USA, che servono per stimolare le economie locali. In Aspromonte e a Roma si stanno sperimentando delle monete locali, ed esse verranno strozzate dalla devolution.

2) organizzazioni comuni di mercato: è probabile che fra queste organizzazioni si dovranno inserire i “gruppi di acquisto solidale” e le organizzazioni cooperative senza fini di lucro che mirino a creare una filiera svincolata dai grossi gruppi di vendita e di acquisto. E’ probabile che eventuali organizzazioni comuni di mercato che usino buoni sconto verranno sottoposte al controllo statale.

3) viene sottoposta allo stato la polizia amministrativa regionale.

4) dalle regioni andranno allo Stato le norme generali sulla tutela sicurezza e qualità alimentari, facendo sparire molti prodotti tipici

5) lo stato potrà obbligare i comuni sulle grandi reti strategiche di trasporto e di navigazione e le relative norme di sicurezza, determinando possibili disastri ambientali gravissimi come il Vajont senza che le comunità possano fiatare.

6) norme più centralizzate per l’ordinamento della comunicazione

7) verranno centralizzate l’ordinamento delle professioni intellettuali, dando luogo ad una nuova migrazione di cervelli e l’impossibilita’ delle regioni di progettare figure intermedie per i loro bisogni

8) l’ordinamento sportivo verrà nazionalizzato proprio dopo lo scandalo calcio che dimostra come un sistema centralizzato può diventare un sistema Moggi a danno di tutti.

CON LA DEVOLUTION MENO DIRITTI PER I CITTADINI : VOTA NO !

Il presidente del Comitato
Palmerini Loris (cell. 3471416187)

Il comitato cerca referenti provinciali e regionali per la diffusione delle informazioni nei media.

ATTENZIONE: gli argomenti sotto riportati sono stati registrati e sono sottoposti alla tutela legale La loro divulgazione è permessa ma deve essere assolutamente accompagnata dalla citazione della fonte ( www.autogoverno.net ) e dell’autore “Palmerini Loris”.

Carta europea delle autonomie locali STCE n° : 122

Carta europea delle lingue regionali o minoritarie STCE n° : 148

1866: UN LIBRO CHE FARA’ DISCUTERE POLITICI E STORICI No all’autonomia e all’autogoverno del veneto, ma indipendenza delle Venetie

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