LA LEGGE NATURALE NON E’ UNA LEGGE
Negli ultimi anni si assiste alla diffusione di alcune teorie che vedono nella totale libertà dell’individuo il valore supremo da difendere.
Sono teorie che sostanzialmente fanno parte di quella corrente di pensiero che viene definita “libertaria” o anche anarchica.
Infatti per la Treccani “libertario” è chi o che “considera e proclama la libertà totale di pensiero e di azione come massimo valore nella vita individuale, sociale e politica, da salvaguardare e difendere contro tutto ciò che tende a limitarla (sinon. spesso di anarchico): un rivoluzionario l.; un radicale con idee libertarie; come sost., un l., un gruppo di libertarî. ” oppure anche “Nella pubblicistica e storiografia politica, anche sinon. di liberale, nel senso più generale, cioè attinente alla libertà: principî, ideali libertarî.“
Recentemente abbiamo avuto una ondata di queste teorie, fra le quali la teoria su OPPT, quella sulla sovranità individuale, ma perfino la teoria secondo la quale l’indipendenza di un popolo è un “diritto naturale” per cui lo è anche il fare un referendum per l’indipendenza.
OPPT in particolare è un FAKE, cioé un falso o bufala, della quale ho già scritto, che mira a confondere le persone basandosi su fatti che in realtà non sono possibili, o perfino palesemente falsi in maniera dimostrata. Come è un falso l’idea che una “regione” possa fare l’indipendenza attraverso un referendum per l’indipendenza in quanto “diritto naturale”, nessuna “regione” del mondo ha questo diritto, e certamente uno stato che avesse una norma costituzionale così non durerebbe a lungo.
Questo scritto vuole analizzare alcuni concetti per dimostrare che la “legge naturale” o il “diritto naturale” non è altro che una opinione e non è una legge, in pratica non esiste come diritto o come regola o norma o come si voglia chiamarla, ossia in un qualunque tribunale non conta assolutamente nulla. Analizzati alcuni concetti vedremo in seguito chi può avere interesse a diffonderli in maniera distorta e irreale e per quali possibili scopi.
Intanto cominciamo con il dire che “sovranità”, “libertà”, “individualità” sono tutti concetti da definire, non sono pensati in maniera uguale da ciascun individuo. Questo scritto stesso dimostra che non c’è accordo sul concetto di “libertà naturale” o “diritto naturale”.
Quando qualcuno parla della propria libertà o sovranità individuale, in realtà sta parlando di quello che lui crede essere la libertà o sovranità . Invece già le parole ed il linguaggio stesso sono dei limiti invalicabili, e il pensiero di ciascuno di cosa significhi essere “libero” non può venire pienamente comunicato ad altri perché il linguaggio è mancante comunque della esperienza diretta ed emozionale che le parole rappresentano o vogliono comunicare, ossia il linguaggio non riesce comunque a “trasferire” all’altro per intero e direttamente l’esperienza dell’essere interiore (o anima, o spirito, non possiamo qui definire anche questi concetti, o si finisce a parlare del sesso degli angeli).
Ossia la parola, in quanto significante, non trasferisce il significato nella mente dell’interlocutore, ma si insinua in esso solo nei limiti della sua capacità di comprendere e della sua conoscenza pregressa.
Detto in altre parole e per fare un esempio più alla portata della realtà comune, nessuno sa veramente che cosa significhi “fare l’amore” , almeno fino a quando, a mio avviso, non ha fatto l’amore con una persona che ama totalmente e dalla quale viene corrisposta e quando ci siano pure tutte le condizioni necessarie a renderla una esperienza completa. Eppure anche in quel caso forse sarebbe stato meglio se non ci fosse stata quella tal preoccupazione (di privacy, di lavoro), oppure la paura o l’impedimento per esempio di una gravidanza …. ecc ecc.
Ecco, già la definizione che ho dato, apparentemente abbastanza completa, è invece solamente il mio personale significato dell’amore, e quel “amare totalmente” in realtà è a sua volta legato alla concezione e all’esperienza dell’amore, alla formazione ed educazione, e perfino a particolari ed eccezionali stati chimici e psichici di quel preciso momento in cui si fa l'”amore”. Infatti , a riprova, per i cattolici, non c’è vero amore se si prendono misure anticoncezionali. Per altri ancora “fare l’amore” è andare a ( puttane. C’è pure chi dice, non senza fondamento, che il vero amore e la massima fusione degli esseri si raggiunge solo rinunciando all’orgasmo. E c’è ancora chi legittima lo stupro se motivato dall’amore.
Ecco dunque che la parola “amore” ha infiniti significati, tanti quanti sono gli individui, e lo stesso è per le parole “libertà”, “sovranità”, “individuo” e “spirito”. Anzi, a dire la verità la parola “amore” significa cose diverse anche per lo stesso individuo nel corso del tempo!
Oltretutto la concezione dell’amore di ciascuno è influenza non solo dalle esperienze, ma anche da un retroterra culturale ed educativo del quale raramente si è consci, spesso derivante dalla religione, ma la nostra coscienza, stando a molte ricerche e teorie, è determinata sopratutto da istinti e desideri dei quali non siamo consci.
Ipotizzare che esista un concetto “naturale” di amore, e di conseguenza un diritto naturale dell’amore, è pura finzione, perché tutto dipende non solo da presupposti religiosi, culturali e filosofici sottintesi (che hanno gran poco a che fare con la natura) ma sono anche determinati da aspetti psicofisici dei quali non si tiene conto e che sono diversi da individuo a individuo.
Ma una società, per esistere ha invece bisogno di regole, certe, quindi imposte e fatte rispettare con la forza quando occorre (altrimenti sono perfino controproducenti), comunque ed in ogni caso una società deve avere regole, che siano regole giuste o sbagliate è un altro discorso. Se non ci sono regole non c’è società, o meglio, entrano in vigore le regole della natura di cui sopra, ossia l’istintualità di ciascuno che inevitabilmente si scontra con quella di altri, ed in ultima analisi regnerà sovrana la regola generale naturale: il più adatto vince (per esempio se sei un leone ma io ti uccido con le frecce, il più adatto sono io anche se tu saresti più forte).
Io chiamo “legge” le regole che la società si da, quello che viene chiamato anche “diritto positivo” , legge che si crea attraverso vari meccanismi (non necessariamente dal potere politico), ma che è di fatto obbligatorio per tutti.
Le regole e i meccanismi di natura, ossia quelli che si formano in assenza di diritto positivo, se vogliamo possiamo chiamarle leggi, benissimo, ma confondiamo la terminologia, e mentre le leggi le possiamo modificare, se esiste la società con delle istituzioni, le leggi della natura a mio avviso non sono così modificabili e nemmeno tanto giuste.
Le leggi naturali sono spietate e non sono leggi secondo quello che è il significato che si da al termine “legge”, sono fatti che si vengono a creare, dipendono dalle condizioni. C’è chi crede esse siano state determinate da Dio, dimenticando che anche sul concetto di Dio e su quello che egli voglia c’è parecchia confusione fra gli esseri umani, presi tutti insieme.
Senza una società con le sue regole, anche fosse una società di pochi individui, non sarebbe stato possibile il progressivo distacco dalla bestialità che l’uomo è riuscito (malamente) a raggiungere. Cioé le leggi scritte della società hanno modificato l’evoluzione e le leggi naturali.
Ossia, se ci sono delle regole imposte, allora esiste una società, altrimenti ci rifacciamo alle leggi della natura che sono tutt’altro che chiare e univoche: le leggi naturali sono leggi che in molti non vorrebbero, e sono “leggi” semplici e non scritte: in natura ci si ammala spesso e si muore giovani, non ci si sfama tutti i giorni e si può morire di fame o di intossicazioni, si può venire uccisi facilmente da animali e parassiti, il 30% dei nascituri nasce con problemi sanitari, e spesso muore entro 5 anni, muoiono la partorienti, e una semplice ferita è spesso mortale, ecc ecc. Non sono belle regole.
La società, dotandosi di leggi e di organizzazione per imporle, ha portato l’uomo a distanziarsi sempre di più dalla condizione bestiale delle leggi naturali, arrivando perfino a dimenticarsi di essere esso stesso un elemento della natura, e così facendo l’uomo è arrivato ad essere persino il più pericoloso fatto per la natura, e per sè stesso. Ma per ora l’uomo è riuscito a ridurre le malattie, la fame, anche facendo le guerre, ma aprendosi a futuri miglioramenti. Tutto questo violando le leggi della natura.
C’è da dire che a volte si ha l’impressione che le conquiste dell’umanità siano in realtà regressioni, ma per il momento mi sembra evidente che sarebbero di sicuro più ingiuste le leggi naturali!
Quelli che propongono il “diritto naturale” propongono questo sottoporsi ai fatti della natura? O pretendono di imporre un Dio? O sperano in una distruzione delle istituzioni al fine di avere le mani slegati per perpetrare abusi ? Cosa propone chi invoca le “leggi naturali” in realtà, una involuzione ?
Il fatto è che non esiste nessuna “legge naturale” che sia una vera “legge” nel senso che si da a questo termine correntemente e nella società, per cui ciascuno pensa al diritto naturale come più gli piace, anarchicamente.
Infatti possiamo chiamare la “legge” anche “regola” o “norma” o, come facevano i veneziani “parte”, ma il senso del termine è che quella cosa scritta vale per tutti quelli a cui è indirizzata. Per fare un esempio, se c’è una legge che impone certe norme sanitarie a chi ha un ristorante, quella legge vale per tutti i ristoranti (ma per esempio non se è un agriturismo).
Ora, se non è scritta e deliberata da una autorità di qualche tipo (che dovrebbe essere essa stessa conforme alla legge), la “legge” non esiste, è solo teoria.
Semplicemente, poiché la “legge naturale” non è scritta, quando qualcuno parla di “legge naturale” parla solo della propria opinione, di un proprio desiderio, se vogliamo possiamo discutere se quel desiderio è anche giusto o sbagliato , ma il fatto è che la “legge naturale” o di natura non ha nessun valore legale, perché non è una legge della società ma un concetto che fa parte dell’ambito della filosofia, della religione, delle scelte personali che si devono fermare per forza di fronte alle istituzioni legali in una società formata da più individui.
Per altro se si vuole la prima legge naturale da rispettare è che la tua libertà finisce dove comincia la libertà altrui,e questo lo riconoscono anche gli anarchici e i libertari, ma questo implica la negazione di quello che loro stessi propongono , ossia si ammette che per forza “esterna” la libertà individuale è per definizione limitata. Non esiste libertà o sovranità individuale assoluta, chi crede a questo non ha capito nemmeno il discorso di base e il significato della parola “libertà” o sovranità.
Le leggi della natura sono primariamente che il più adatto vince, quindi nella società ha vinto lo Stato e mettendola in questo modo ciascuno è solo un suddito, ma è un errore proprio il parlare di “legge naturale” in una società che per definizione “naturale” non è. Nemmeno la famiglia naturale è priva di leggi, perché la legge naturale autorizza lo stupro, la società no, o quasi (certe società ammettono lo stupro in certi casi, chiamandolo amore impulsivo).
La tua vera libertà naturale finisce nel momento che una forza maggiore ti sottomette, ossia sempre. La tua libertà individuale nasce con te, ed al momento della tua nascita tu non sai fare altro che piangere, mangiare e cagarti addosso. Sono le cure di qualcun altro che ti permettono di allargare la tua libertà effettiva, sempre di più, la madre o il padre, o chi ne fa le funzioni, poi la famiglia, la scuola le istituzioni ti danno via via sempre più modo di essere libero ed autogestito, ma non esiste e non è mai esistita la libertà totale e naturale. In natura tu da solo, se tua madre muore, muori pure tu, e fine della storia. Se vuoi illuderti che esiste una libertà totale ed assoluta, lo puoi fare ma sei al di fuori della società e della realtà, e quando uno è in questo stadio, non io ma molti la chiamano pazzo, e i giudici impongono il TSO. Giuste o sbagliate che sia queste sono le regole naturali, quelle con le quali ti trovi a confronto al momento della nascita.
Noi possiamo puntare ed agire per riformare il sistema e crearne uno il più libero possibile, ma per farlo si devono comunque rispettare le regole del sistema stesso, il quale fa di tutto per impedire il cambiamento, ossia sono in molti ad opporsi al cambiamento. E il sistema, se non rispetti le regole, ti chiama (a seconda dei casi) terrorista, anarchico, pazzo, ecc ecc, e solo quando poi eventualmente vinci, allora ti chiama profeta, illuminato, rivoluzionario, ecc, ma comunque ti classifica come “l’eccezione”. E’ la gente stessa che costituisce la società a relegarti in questo ruolo, perché non ammette l’idea della mutabilità delle norme fondamentali.
Sul piano dello spirito ciascuno può avere consapevolezza di tutto ciò, o meglio, può conquistare consapevolezza, perché alla nascita essa non c’è. Ed è una conquista inebriante, ma purtroppo c’è chi induce questa sensazione inebriante legata alla consapevolezza di essere liberi nell’anima per poi sviare l’individuo in situazioni di conflitto, questo al fini di creare il caso e così poter imporre agli altri un progetto non dichiarato in violazione della libertà degli altri.
In altra parole, essere liberi, in società, implica sottomettere il proprio spirito alle regole comuni, anche quando succube temporaneo di un sistema corrotto e infame.Per esempio, semplicemente non puoi girare nudo in nessuna parte del mondo, solo nei campi nudisti, ed anche in quelli non ti è permesso di fare la cacca sugli asciugamani degli altri, anche lì ci sono delle regole.
Insomma l’argomento della libertà ha a che vedere con la forza, le proprie volontà, la legge naturale (che non è legge).
Con il tempo la società ha inventato anche i “diritti umani”, fra cui la dichiarazione dei diritti umani, la quale, per chi non lo sapesse, non è una legge, ma un elenco di aspirazioni.
Ma questi diritti chi poi dovrebbe farli rispettare in assenza di istituzioni e regole?
Per i credenti il giudice naturale e’ Dio, per gli anarchici e’ l individuo stesso, per altri e’ la natura, per gli esseri che vogliono una società democratica il giudice è quello precostituito per legge, quello è il giudice naturale che deve essere indipendente dal governo politico. Questo ultimo concetto è quello riconosciuto dalla legge, il resto è discussione politica, gli Stati occidentali non si ispirano al giudice naturale come Dio o il giudice naturale come individuo ma solo esclusivamente al giudice costituito per legge, è questo è stato scritto nelle leggi.
Nell’occidente si è creato il concetto di “giudice naturale”, specificando appunto che è quello precostituito per legge.
Ovviamente se vuoi far parte di una qualunque società, devi rispettare il criterio che quella società applica. Se non ti va, puoi tentare di cambiare il criterio attraverso le vie che ti sono consentite da quella società, da noi si chiama politica, ma fintanto che il criterio legale non viene cambiato, quello è il criterio che viene imposto a tutti. Se non ti va il criterio imposto e non ti va il metodo per eventualmente cambiarlo (cioé la politica) puoi emigrare, o ritirarti in una caverna a diretto contatto con le leggi naturali.
Noi viviamo in un sistema con poca libertà, ma più di quella dei regimi teologici o liberisti o atei, e certamente più di una società naturale basata sul diritto naturale (anarchia, anche essa regolata da leggi di fatto ).
Il problema non è se io o lo stato vogliamo o possiamo sottomettere lo spirito di ciascuno, non è certa mia intenzione e nessuno lo può fare, ma di sicuro in molti vorrebbero sottomettere gli spiriti individuali al proprio volere, specialmente certi stati.
Il problema è se tu sovrano sei disposto a stare a delle regole comuni che la società decide. Regole che per conto mio dovrebbero essere le più giuste e di buon senso possibile, e con l’obbiettivo di garantire il massimo di libertà possibile. Ma tieni conto che il mio “buon senso” non è comune a tutti, e quindi si tratta di trovare il modo per decidere insieme le regole, ed in teoria sarebbero i parlamenti a doverlo fare. Se non accetti questa base non dovresti cercare di far parte di un gruppo o di costituirlo, ma dovresti al contrario isolarti da ogni gruppo in quanto meccanismo in cui le persone soggiaciono a delle regole, o a degli statuti, o ( nel caso degli stati ) a delle costituzioni.
Non esiste la “legge naturale” , e come diritti fondamentali esistono, come legge in Europa, solo quelli elencati nella CEDU, non le aspirazioni della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo: si chiama dichiarazione, non legge.
Allora come mai si sono diffuse così tanto le schiocchezze di OPPT ?
Certamente le massonerie bancarie che hanno creato gli stati odierni hanno interesse a mettere in giro teorie assurde ed illogiche di “libertà” e “sovranità” che non stanno in piedi dal punto di vista legale. Nel caos esse governano meglio. Tanto più che così gli aspiranti alla libertà si perderanno in discorsi inutili e/o assurdi, e tenteranno di pretendere la libertà naturale dai giudici naturali (attenti al gioco di parole) e finiranno per essere massacrati dal sistema “legale” , o messi in TSO, o ridotti alla miseria ed impotenza, e nulla così cambierà.
I banchieri mafiosi se occorre agevoleranno deficienti e utili allocchi per creare e diffondere queste false teorie. Come pure all’occorrenza pagano veri professioni per diffondere idee controproducenti, idee mascherate da libertà che effettivamente finiranno proprio con il ridurre la libertà degli individui che le seguiranno.
Per aumentare la nostra libertà possiamo però scombussolare le regole se possiamo dimostrare che il loro potere non è legittimo. Ed io l’ho fatto quando ho dimostrato che la Repubblica Italiana è illegale fin dall’inizio. Come lo furono le annessioni del 1859-1866. Ma per poter arrivare alla libertà dobbiamo noi stessi proporci come sistema vero e legale, e dunque nello stesso tempo noi stessi dobbiamo rispettare le nostre regole che ci diamo per porci come sistema alternativo migliore per gli individui. Ma non possiamo proporre un sistema senza regole, e per altro anche affermare che non esistono regole è una regola, e in ogni caso è una regola del cacchio, non sta in piedi nessuna istituzione o governo, quindi si ricade nella regola naturale unica, VINCE IL PIU’ ADATTO, e quindi oggi ha già vinto lo stato italiano e i banchieri che lo controllano.
Eppure ci sono una serie di gruppi che diffondono una dottrina sulla sovranità totale, che porta gli individui a rifiutare qualunque tipo di istituzione o autorità. Io vedo queste dottrine come deliberati tentativi di creare l’anarchia mandando la gente all’autodistruzione per poi rapinarli nel momento di difficoltà, è un concetto già scritto la settimana scorsa. Credo quindi che alcune idee vengano diffuse falsate proprio al fine di mandare la gente al massacro, mettendo così in ridicolo altre istanze di libertà che invece sono quelle che si oppongo alla quella finta democrazia in cui noi viviamo. E’ una forma attenuata di quello che sta dietro all’ISIS.
Per fare un esempio, l’idea che gli Stati siano una “corporation”, andando a verificare è invece palese che è una infondata e una affermazione falsa, e che è un discorso tagliato proprio solo sull’Italia. Questo significa che qualcuno ha creato questo mito della sovranità individuale e dell’OPPT proprio per scompigliare le carte in un momento in cui c’è chi pretende la libertà individuale (prevista per legge) opponendosi con legittime pretese ad una dittatura mafiosa illegittima.
Torniamo però ai concetti. Spero sia sufficientemente chiaro che pure “la natura” ha le sue leggi, e ci sono le leggi dell’universo che non si possono ignorare nei fatti, e quindi non esiste libertà assoluta. La legge naturale non garantisce affatto libertà, semmai sottopone l’individuo alla legge delle bestie, ma in ogni caso per il giudice naturale (cioé quello legale) non esiste legge naturale, e quindi in tribunale è un suicidio invocare la legge naturale.
Quindi se perdiamo tempo a discutere di legge naturale o del sesso degli angeli, di certo non saremo più effettivamente liberi in futuro, saremo invece certamente più servi e schiavi come l’attuale potere effettivo ci sta rendendo.
Se perdiamo tempo a discutere di cose che non sono provate, non sono legge, o che sono soggette alla discrezionalità individuale, cioé non valide per tutti, noi non faremo altro che il loro giuoco. La tua libertà è quella che tu puoi costruire ed ottenere solo esclusivamente insieme agli altri.
Come fare ? Nel mondo occidentale e a Venezia per prima, si crede di aver trovato la via attraverso la costruzioni di parlamenti o assemblee, prima ristrette, e poi sempre più aperte, e quindi necessariamente delegate dalla maggioranza o totalità degli individui.
Il problema della delega va discusso, e di solito si stabilisce come deve funzionare con la “legge elettorale”: non io ma altri affermano che sia questa la vera costituzione di fatto, e io condivido. Quando la legge elettorale ti costringe a votare gente prescelta, non sei libero.
Se per te il sistema occidentale “democratico” è sbagliato, è inutile che ti metti a lavorare con chi porta avanti la democrazia, per esempio come fa l’autogoverno del popolo veneto e lo stato lombardo-veneto: l’autogoverno ricalca uno stato, funziona come uno stato, solo che le regole alla base sono studiate per garantire molta più libertà in futuro di quanta ne abbiamo oggi, ispirandosi alla repubblica di Venezia.
Se come persona non puoi sottostare ad alcuna regola, il tuo non è un problema di libertà, ma un problema di convivenza, devi isolarti da tutto, sottostando allora alla vera legge naturale, cioé la fame, la malattia, il pericolo degli animali e dei parassiti intestinali ….. in natura saresti già morto.