La Corte Costituzionale chiamata a decidere sui diritti dei Veneti ma anche sull’illegale Annessione del 1866
Come legale rappresentante di Aggregazione Veneta e come singola persona il giorno 6 aprile ho presentato in Corte Costituzionale l’opposizione al ricorso del Governo che chiede di cancellare per intero la legge regionale 28 del 2016, quella che riconosce al popolo veneto (da Bergamo all’Istria) i diritti di “minoranza nazionale”.
Data la questione in ballo, in pratica il riconoscimento dell’esistenza del popolo veneto secondo le sue caratteristiche storiche ed etniche e linguistiche, abbiamo pensato di chiedere alla Corte Costituzionale anche la verifica dell’Annessione del 1866, perché essa è stata cancellata nel 2010 dalla legge dello Stato (con efficacia dal primo gennaio 2013), e comunque perché nel 1866 al posto dei Veneti (anche della Lombardia) e degli Insubri (ex Ducato di Milano), il Governo italiano (che ancora non poteva legiferare) diede il diritto di voto ai propri soldati e ai “volontari” italiani, in violazione del diritto internazionale. Abbiamo indicato la Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia che dava il voto.
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Se cancelleranno la legge e i diritti di minoranza nazionale, saremo costretti a discute della questione in qualche corte internazionale, in quel caso anche della illegale annessione di uno Stato, che oltretutto, non solo nega la nostra esistenza, ma rispetto agli altri cittadini italiani ci nega pure l’uguaglianza di fatto, per esempio nei posti pubblici, nella tassazione ecc (abbiamo dato alla Corte Costituzionale 3 pagine di evidenti discriminazioni che subiamo rispetto agli altri cittadini italiani)
Ecco il comunicato stampa di Aggregazione Veneta.