La Cina farà crollare la produzione Italiana
Una azienda di Shanghai che produce celle ad idrogeno (l’equivalente concettuale del motore a scoppio ma ad idrogeno), ha messo in produzione una bicicletta con cella ad idrogeno . Può raggiungere i 25 Km/h e costa circa 2500 Euro, in linea con i modelli in commercio attualmente. Però la bici si ricarica in metà tempo rispetto a quelle elettriche, e probabilmente inquina meno.
E’ pure carina.
Questo fatto ci dice delle cose.
1) Lo sterminato “continente” Cina , ha delle regioni che sono tecnologicamente più avanzate di gran parte d’Italia in termini di produzione industriale. Per esempio il distretto di Shanghai è un concentrato di alta tecnologia, ma ha circa 17 milioni di abitanti ammucchiati (densità 10 volte quella del Veneto che è fra le più dense d’italia) riuscendo a competere direttamente con il nord Italia, sede del motore produttivo dell’Europa (vedi dati Eurostat).
2) La grande produzione industriale cinese porta con sè anche le punte di eccellenza. Detto in altre parole, portando in Cina le produzioni si finisce con il restare senza niente perché i cinesi non fanno solo bassa tecnologia. In pratica la frase “teniamo i cervelli in italia” è una stupidaggine che serve a mascherare gli interessi delle lobby industriali che pagano i politici.
3) la Cina sa fare Qualità, e prima o dopo prenderà il posto delle aziende italiane che fanno qualità grazie al fatto che già controllano il mercato con la produzione di medio e basso livello e attraverso il “dumping” o vendita sottocosto.
4) lo sviluppo della Cina è inarrestabile perché le industrie cinesi cominciano a rivolgersi anche verso l’incredibile mercato interno, potendo quindi contare su un futuro sviluppo continuo e fortissimo per almeno i prossimi 30 anni. Perché? Perché quelli che saranno necessari per soddisfare la domanda di 1 miliardo di persone bisognose di tutto sono almeno 30 anni.
5) per i motivi sopra, i paesi che hanno una produzione simile a quella cinese sono destinati a perdere progressivamente fette di mercato, continuamente, per decenni. Quelle ad alta tecnologia perderanno mercato in pochi anni in quanto la leadership nell’alta tecnologia è spesso abbinata ad una produzione di medio livello abbondante.
6) il settore industriale italiano è destinato al collasso nell’arco di pochi anni, perché le tasse dello Stato, la mancanza di ricerca e l’inefficienza statale rendono le aziende non competitive perfino nel contesto europeo, figurarsi con la Cina e la sua produzione sempre più di qualità ma a basso costo
7) il motore produttivo d’Europa, che secondo Eurostat è il Lombardo-veneto (la Venetia), andrà al collasso con l’Italia se non decide di autogovernarsi in forma di stato indipendente.
Basta riflettere su questi elementi evidenti come quella bici per capire che l’Italia è finita, come modello e come necessità.
Come modello perché il suo cronico squilibrio interno fra nord e sud una volta veniva ricomposto con la produzione che rimaneva nel mercato interno, ma oggi non è altro che un peso morto che blocca lo sviluppo della parte produttiva del paese in quanto il sud riceve il denaro ma lo consuma per prodotti cinesi.
Come necessità, perché una volta, forse, la dimensione degli stati era importante, ma oggi vivono meglio gli stati piccoli di circa 10 milioni di persone o anche meno, con un rapporto diretto fra popolazione e politici.
Sappiamo che l’Italia è stata voluta dai banchieri e dagli stati che volevano bloccare l’espansione Austro-Ungarica.
Sappiamo che per ottenere l’Italia si sono fatte tante inutili guerre, che hanno prodotto tanta morte e emigrazioni bibliche, che sarebbero servite, nelle intenzioni dei generali, a “crogiolare la patria nel sangue”.
Ora tutto questo e’ solo un errore del passato che impedisce lo sviluppo, e porta al colasso ogni energia sana, economica, sociale, culturale ed umana. Da patria della cultura rinascimentale, la Venetia è ridotta a paese dell’Ingiustizia cronica.
E dalla fine d’Italia trarrà beneficio forse dipiù il Sud perché potrà finalmente crescere, e sarà costretto a farlo, grazie ai finanziamenti all’UE che verranno ben spesi grazie ai controlli che l’Unione fa.
Aggiornamento: a partire dal 2009 la crisi finanziaria mondiale ha portato ad un inasprimento delle condizioni. La classe politica corrotta ed incapace che guida l’Italia ha portato ad un immiserimento di ampie fasce della popolazione. Coloro che si sono presentati come “salvatori della patria” si sono sistematicamente rivelati corrotti burattini dei banchieri che nel frattempo hanno sempre più aumentato il loro potere e la loro ricchezza, facendo pagare ai contribuenti le numerosi frodi bancarie per cui nessuno ha pagato. L’Italia ha perso almeno il 30% della sua capacità produttiva, ne risultano distrutti i settori del tessile/abbigliamento, i veicoli industriali, la produzione industriale dei pannelli fotovoltaici e molti altri.
Ad oggi l’azienda in questione, la Pearl Hydrogen, esiste ancora e offre una più vasta serie di celle combustibili per diversi utilizzi. In realtà non produce la bici ma celle, fra cui quella innestabile in qualunque bici.
enricodesimone@frastwebnet.it
29 Luglio 2010 @ 18:58
In Serbia 200 euri in Italia 1200 il salario: stabiliscano gli stati il salario standard a carico impresa con integrazione governativa previo esaurimento della spesa per stipendi burocratici!
enricodesimone@fastwebnet.it
8 Maggio 2010 @ 10:30
rectius: 82% e non 75%; la suonata non cambia. Piuttosto, con la crisi sistemica – sempre quando piove in previsione del diluvio ci si accorge -,soccorrerebbe un bilancio unico europeo da confrontare con le agenzie di rating e studiare gli scostamenti. Garanzie reali e non contabili per la sostenibilita’ dell’euro
enricodesimone@fastwebnet.it
1 Maggio 2010 @ 18:50
Rif.to n° 12: la stampa si preoccupa della discesa dell’euro; intanto con l’entrata in vigore il rapporto dollaro euro era quasi alla pari, con Dusamberg scese quasi a 75 tanto che l’allora senatore Salvi lo defini’ cretino mentre per Prodi non significava niente, oggi si crea allarmismo sottovalutando la ripresa USA che invece con la discesa drogava l’euro rendendo non competitivo l’export europeo
enricodesimone
28 Dicembre 2009 @ 17:56
I macroscenari dovrebbero far riflettere sulle decisioni domestiche dei governi; le copenaghen dovrebbero essere annuali come i bilanci per armonizzare risorse e produzioni con unica moneta di scambioed una legislazione di oneri economici e di ore lavorative in attesa dell’ unico costo del lavoro
enricodesimone
28 Dicembre 2009 @ 17:43
L’Europa geo-economica col suo Euro, cuscinetto tra Americaq e Cina
enricodesimone@fastwebnet.it
31 Luglio 2009 @ 13:24
Per essere competitivi con la Cina senza abbrutimento manuale ed in buona pace con lo sviluppo capitalistico, l’accumulazione di ricchezza deve limitarsi a quella industriale col superamento di quella da accumulo professionale, sovrattutto per le professioni di derivazione romanistica che Sarkozy intendeva modificare; riduzioni di circolazione di beni e servizi derivate dello scoraggiamento del dinamismo individuale compresso
enricodesimone
11 Luglio 2008 @ 21:39
La debolezza del dollaro fa salire la quotazione dell’oro, oltre che del petrolio. Mentre con l’oro si diventa re Mida, col petrolio si campa di rendita
MG
28 Settembre 2007 @ 15:30
Che inquini meno di quelle elettriche, onestamente vorrei vedere i dati: entrambe hanno bisogno di elettricità (per il funzionamento o per la produzione di idrogeno), ma l’impianto “cella a combustibile” (che non definirei l’equivalente concettuale del motore a scoppio), intendendo l’intero processo, ha rendimenti minori, quindi consuma piú elettricità , quindi consuma piú petrolio; è stato fatto un calcolo su degli autobus, ed è venuto fuori che con l’energia di uno a celle a combustibile ne muovi circa due elettrici (http://www.aspoitalia.net/index.php?option=com_content&task=view&id=175&Itemid=38). “Probabilmente inquina meno”, dici; su quali basi? Con quali dati? Hai dei fondamenti, per fare una simile affermazione? Inoltre, a quale inquinamento ti riferisci? Gas serra? Metalli pesanti? Polveri fini? Come già detto per Eolo, al di là delle parole sarebbero graditi dei dati.
Senza contare piccolezze come il fatto che l’immagazzinamento dell’idrogeno è tutto meno che un problema risolto, e che l’idrogeno stesso presenta delle difficoltà di utilizzo legate alla sua stessa natura.
Sergio
18 Settembre 2007 @ 09:44
La Gran Bretagna ha chiuso le miniere di carbone, ha di fatto rinunciato ad avere una propria industria dell’auto, eppure sta piuttosto bene (a parte le malefatte del sistema bancario di cui si sta parlando in questi giorni) avendo sviluppato il settore delle nuove tecnologie, del biomedico, della ricerca scientifica. Quando parliamo della pecora dolly, ricordiamoci che al di là del dibattito etico, ci sono colossali investimenti nella ricerca che lì sono stati fatti e qui no.
Parte dei nostri limiti derivano dal mezzogiorno d’Italia, che ha bruciato tonnellate di euro dell’UE senza riuscire a creare infrastrutture adeguate e imprese di successo, ma parte dei nostri limiti sono insiti nel nostro modo di pensare all’impresa, alla produzione e agli interessi strategici della collettività . Faccio un esempio: se siamo in ritardo sulla TAV Torino Lione che fa parte di un corridoio europeo strategico pr il nostro futuro, non credo sia colpa del sud italia, credo sia colpa di particolarismi per cui in questo paese non si decide mai niente. L’anello autostradale di Mestre doveva essere fatto 15 anni fa, la tezra corsia per trieste e una adeguata indfrastruttura ferroviaria per l’est pure. Sull’appennino emiliano stanno cercando di bloccare l’installazione di centrali eoliche, ma poi si dice no al nucleare, ai gassificatori in adriatico, al turbogas: come facciamo ad andare avanti?Con la bici a idrogeno made in Shangai?
enricodesimone
17 Settembre 2007 @ 09:56
Sono daccordo con Luca con l’energia problema fondamentale, ma se poi non si e’ piu’ legati al petrolio ma ad altro si sovvertono i condizionamenti per lo sviluppo all’infinito verso la produzione decrescente d’all’ eligottero all’accendino
agriturismo umbria
17 Settembre 2007 @ 07:47
Forse hai ragione in parte come in tutte le cose,
comunque un po’ di allarmismo fa bene per non far restare con le mani in mano chi di dovere !!!
saluti dall’Umbria.
stefano
16 Settembre 2007 @ 21:45
Sono d’accordo che andare a produrre in Cina da parte degli italiani e come regalare loro delle conoscenze, quindi un volersi fare male ( si dimentica ancora l’Africa purtroppo).
La Cina sta facendo il classico: produci per altri a basso costo, con i soldi fatti compera gli Altri, e poi vendi agli Altri ed a te stessa visto che ormai sei la padrona).
Ti prego però di far capire a quei rincoglioniti di noi italiani che tutto questo è sopratutto colpa nostra e non sempre e solo del governo, dello stato, del sistema e pugnette varie.
Smettendo di dare da mangiare ( alias comperare) dai cinesi intanto facciamo una buona azione a noi stessi ( e visto che parli del veneto e delle aziende venete, sappiamo bene che la qualità , i cinesi ancora non la conoscono,non si fa cultura in pochi decenni, molte nostre aziende venete invece la fanno,la certificazione SA 8000 all’inzizio dell’anno in tutto il mondo erano circa 1200 aziende, oltre 300 le italiane!!! ,sai dico questo per esperienza diretta)
Infine Loris, io sono un estimatore della aristocrazia meridionale,e ti spiego il perchè: nel 1870 il banco di Napoli aveva circa l’80% del risparmio circolante in Italia, le altre banche del centro e “nordiche” solo il 20%.!!! In Campania e nata la prima tratta ferroviaria qualche anno dopo, quando al nord si andava ancora sulle chiatte , si, sia a Milano e dintorni che il Veneto,ecc.ecc. La prima raccolta e lavorazione INDUSTRIALE e stata fatta al Sud ( in sicilia , per le arancie e le verdure). Perchè si continua sempre a nascondere anche questa parte di Storia ,cazzo!!! Leggo le tue belle scoperte sulla Non Unità d’Italia e i falsi referendari, ma diamo anche ad altri il merito che realmente hanno. La conqusita dell’Italia “unita” è stata solo una guerra civile pagata dal Nord per non sopperire al Sud, Garibaldi è stato un mercenario e basta. Finiamola con tutta ‘sta sega lunghissima di spirito nazionale e balle varie. La Mafia è stato il tributo del Nord ( come facevano i romani con i consoli ai confini dell’impero) per tenersi buoni i territori conquistati al Sud, con il beneplacido della Chiesa che era ed è la più grande potenza finanziaria dell’Occidente.
Grazie se vorrai pubblicare anche questo mio, altrimenti grazie comuque per la possibilità di avervi fatto esprimere il mio parere.
Ultima chiosa: in quanti sanno che nel 1936 un alto funzionario di Hitler andò in oriente per vedere se era possibile portare gli ebrei dove ora c’e Isralele , prima di passare al concentramento in Polonia?!? La missione di questo funzionario falli perchè gli arabi di quei tempi non volevano gli eberi, che guarda caso in circa 2000 anni di storia hanno collezionato 186 reprimende varie da tutti gli stati europei. E anche questo dovrebbe cominciare a far pensare se la cultura ebraica e proprio così casta e pura come vogliono continuare a farci credere!
Distintamente
Stefano Cervellini
Daniele Florio
16 Settembre 2007 @ 15:58
Secondo me stai un po’ ingigantendo le cose. Il fatto che si stia producendo questa bicicletta non significa necessariamente che l’Italia è perduta… cioè che senso ha ?
luca
16 Settembre 2007 @ 14:20
Si fa presto caro Loris a dare giudizi e previsioni catastrofiche. I macroscenari che ci attendono sono ancora molto incerti e sicuramente inquietanti. Io personalmente ritengo che la madre di tutti i problemi nn sarà tra quelle che dici tu: la corsa all’energia secondo me sarà il vero disastro da contrastare. Quando quel miliardo di persone vorranno anche loro il tostapane…..
Ma se sarà come dici tu, allora che senso ha preoccuparsene?
Io credo che l’economia abbia anche bisongo di iniezioni di fiducia… tu qui ne dai ben poca e secondo me hai sprecato un’occasione per far qualcosa di utile anche tu.
ciaoooo
Luca
Roberto
15 Settembre 2007 @ 18:01
Sono d’accordo anche io.
mario
15 Settembre 2007 @ 08:37
Sono perfettamente d’accordo