Autodeterminazione e integrità territoriale in un unico percorso.
Nel 1997 ho cominciato a diffondere una idea: non esiste il vincolo dell’unicità della Repubblica Italiana.
Infatti il diritto di autodeterminazione dei popoli di fonte internazionale, prevede il diritto di un popolo riconosciuto di scavalcare l’ordinamento dello stato che lo governa. Questo diritto è sancito da diverse leggi internazionali, la prima fu il “Patto internazionale sui diritti civili e politici”, entrato come dovuto nel diritto italiano con la legge n.881 del 1977. Un fatto dovuto perché la Costituzione agli articoli 2 e 10 fan in modo che tali leggi sui diritti umani ed internazionali diventino operanti dentro il sistema italiano forzatamente. D’altra parte l’Italia ha perso la guerra e non è mai stata uno stato sovrano al 100%.
Fino a qua ci arrivano anche i “referendari”, che anzi invocano a gran voce il diritto di una consultazione del popolo veneto, che oggi è diventato palese è vietata dallo Statuto Regionale. Allora adesso sbraitano contro la negazione perfino della libertà di un referendum.
I meno stupidi fra loro, o i più furbi, o quelli che si sono trovati costretti a reinventarsi nella lotta di careghe, hanno capito questo fatto irreversibile, e stanno organizzando una consultazione virtuale (che vuol dire anche inesistente).
Infatti i referendari non riescono a capire la cosa basilare dell’autodeterminazione: è un diritto che hanno solo i popoli, non ce l’ha un ente amministrativo come un comune o una provincia o una regione, tanto meno un partito.
Per fare un esempio, forse potrebbe esistere il diritto dei sud-tirolesi di fare l’autodeterminazione, ma di sicuro non esiste il diritto della provincia di Bolzano, ente dello stato italiano, di mettere in atto tale mezzo per staccarsi. Cioè deve essere il popolo a fare l’autodeterminazione, e non gli eletti con regole italiane. E poi chi dovrebbe votare ad un referendum dei Sud Tirolesi se non i soli Sud Tirolesi ?
Ora capita che il popolo veneto sia stato riconosciuto da una legge costituzionale (n.340/1971), e che al tempo la legge approvata avesse valore legge di rango costituzionale in quanto approvata in doppia lettura dal parlamento italiano. Se non ci fosse riconoscimento legale, l’autodeterminazione del popolo veneto sarebbe una pura utopia o la strada verso la guerra. Inutile per esempio parlare di popolo lombardo, in quanto non vi è riconoscimento legale e nemmeno unità di popolo nel territorio.
La domanda diventa : chi è il popolo veneto? dove si trova il popolo veneto? Che lingua parla il popolo veneto?
In senso internazionale i popoli si distinguono per lingua, storia, cultura, storia giuridica, non certo per essere governati temporaneamente, da Galan o Zaia o altri.
Qui i referendari non ci arrivano già più, o non vogliono, nemmeno quelli del referendum virtuale.
Confondere il popolo veneto con i residenti della regione veneto è da principianti del diritto, direi che è evidente che chi lo afferma non sa proprio chi sono i veneti e non ne conosce la storia e la lingua. La prova è la stessa esistenza della regione Friuli VENEZIA Giulia, senza nemmeno richiamare la storia della Serenissima.
Se non basta, anche la Corte di Cassazione nel 2011 ci ha detto che i residenti del Veneto non sono il popolo veneto.
Se non basta, anche la Corte Costituzionale nel 2007 ha detto alla Sardegna che un ente regione non può rappresentare un popolo in senso internazionale. E la Sardegna è pure una regione a statuto speciale!
Dunque ? Un popolo riconosciuto può o non può diventare indipendente nel sistema italiano?
A patto che un popolo sia riconosciuto legalmente, all’interno del sistema italiano il buco esiste, e l’ho trovato nel 1997, iniziando ad entrarci nel 1999 con il percorso dell’Autogoverno che ho fondato .
Tuttavia nei fatti l’autodeterminazione di un popolo, se non c’è una potenza che ti sostiene o viene meno il seguito popolare, va a cozzare con il diritto di integrità di uno stato. Ossia, fintanto che lo stato è legittimo e non si comporta in malo modo con i sudditi colonizzati, cioè con il popolo che si autodetermina, nessuno interviene, e si va in stallo.
Morale della storia è che l’autogoverno del popolo veneto, in quanto autodeterminazione di popolo riconosciuto, è perfettamente legale, e legali sono le Istituzioni rappresentative, anzi sono pure state denunciate e scagionate per manifesta LEGALITA’. Allo stesso tempo non si muove un ragno dal buco perché nessun stato mette in discussione il principio di integrità degli altri stati, altrimenti poi anche i loro popoli colonizzati si aprono la strada e si liberano.
Si arriva ad uno stallo al quale sono destinati anche i referendari, ammesso che arrivino a fare un referendum di tutto il popolo veneto in termini validi legalmente (io lo escludo).
Inoltre l’Autogoverno non è emerso per la censura e la diffamazione che lo hanno schiacciato, e per l’individualismo invidioso di alcuni venetisti e psicopatici che lo hanno portato a bivaccare senza decollare. E’ stata la impreparazione dei venetisti, ed anche mia, che non ci ha dato la libertà. Però abbiamo maturato un credito di 100 miliardi di Euro l’anno verso lo stato occupante.
Come uscire dallo stallo ? Già dal 2006, dopo aver scoperto che il referendum del 1946 fu nullo e il plebiscito del 1866 fu illegale e in violazione del diritto internazionale, ho parzialmente spostato lo scenario affermando che l’Italia non ha diritto legale sul Lombardo-Veneto. Ossia , il Lombardo-Veneto è uno stato sovrano legalmente e invaso ed occupato illegalmente, ma può tornare sovrano come prevede il diritto internazionale.
Il diritto di “integrità territoriale” diventa il diritto del Lombardo-Veneto al rispetto della propria sovranità.
C’è di più, la stessa Italia messa alle strette ricorrendo ai tribunali ha dovuto cancellare l’annessione del 1866 e noi crediamo che non sia stato affatto un errore, ma molto probabilmente una imposizione internazionale da noi provocata.
Il discorso si è così ribaltato: non avendo alcun titolo sul territorio l’Italia non può più chiedere l’integrità con il Lombardo-Veneto, deve decolonizzare ….. a meno che non riesca ad organizzare dei nuovi referendum truffa per fare l’annessione fasulla (perché voterebbero i residenti italiani). Anzi, sarebbe il primo referendum della Lombardia perché mai lo fece dopo l’invasione del 1859.
Allora se sulla carta esiste questo Stato Lombardo-Veneto, qualcuno lo rappresenta ?
Una riforma dell’Autogoverno del Popolo Veneto per questo scopo è stata fatta nel 2012, portando le legittime istituzioni di autogoverno popolo veneto (legittime per il diritto internazionale e per il diritto interno italiano) a sdoppiarsi creando le Istituzioni del Lombardo-Veneto, in pratica realizzando una successione fra enti di diritto internazionale come doveva essere nel 1866, ma a partire dalla autodeterminazione ex-novo del 1999.
E’ probabilmente la prima volta nella storia che questo succede. Le Istituzioni si stanno completando e abbiamo già i commissari del Lombardo-Veneto ( www.lombardo-veneto.net ) di cui lo Stato delle Venetie (Autogoverno del Popolo Veneto www.statoveneto.net ) è un pezzo che nessuno può mettere in discussione nella sovranità se si vuole che la sovranità ed indipendenza del Lombardo-Veneto abbia fondamento.
Ora succede che ci sono gruppi in Italia che hanno studiato il nostro percorso e stanno copiando il nostro lavoro, naturalmente adattandolo alla loro situazione giuridica.
E’ bastata la loro pura e semplice volontà di capire al fine di liberarsi a condurli sulla nostra stessa strada .
D’altra parte il diritto internazionale è fatto in un certo modo, e se la volontà di liberarsi c’è, i percorsi possibili sono pochissimi, se ci sono.
Purtroppo gli unici a non capire, o a NON VOLER CAPIRE, sono stati e sono i cosiddetti venetisti, ricordando che il suffisso “-ismo” è spesso usato in senso dispregiativo. Ho scritto da poco su questo carattere negativo dei venetisti.
Anche di fronte alle evidenze, come il referendum che non si può fare, i venetisti preferiscono restare bloccati nel nulla.
Eppure è molto semplice da verificare che il 90% di quello che dicono i venetisti sono cose ricalcate o ricopiate dagli scritti dell’Autogoverno (ossia miei) del 1999 e anni seguenti.
I venetisti si ostinano alla finestra ? Peggio per loro, o forse perfino è meglio, perché la classe dirigente si formerà ugualmente, fatta di veneti e non venetisti, e loro ne resteranno fuori.
Nel’Insubria si va più veloci, e le Istituzioni federali saranno comunque compartecipate.
Ma ora sta per succedere qualcosa di eclatante internazionalmente, anzi, è già successo, ma lo si saprà più avanti.