Berlusconi e il leninismo
Succede spesso che fra i fini dichiarati di una persona e le sue pratiche reali ci sia totale contraddizione.
Cosa dire di Fini, che dovendo rappresentare un ramo del parlamento (quindi maggioranza e minoranze) pretende che tale carica venga rispettata (in astratto giustamente), ma poi usa il potere che questa conferisce per farsi un partitello ?
Cosa dire di Fini che da ex “Alleanza Nazionale” ha dimostrato di non avere alcuna Lealtà verso i principi enunciati, passando dal filo fascismo al disprezzo totale per esso? E da un patto con gli elettore alla negazione della lealtà politica a Berlusconi ? Senza per altro considerare le sue discendenze israelite in netto contrasto con il suo periodo filo-fascista.
Dai piccoli bulli di quartiere agli uomini più noti della storia questo fatto è ricorrente, e dovremmo imparare a riconoscere questi fenomeni per emarginare immediatamente coloro che attuano queste tecniche di dissimulazione degli intenti usate per la conquista di potere personale.
Per coloro che attuano questo stile “politico”, è lecito mentire e delinquere verso tutti ma non verso i membri della propria organizzazione politica o religiosa. In poche parole, è il principio della “doppia morale” intesa come diversa valutazione dei fatti a seconda di chi la compie.
Per descrivere il concetto riporto delle famosi frasi “È sbagliato scrivere su compagni di Partito in un linguaggio che sistematicamente dissemini tra gli elettori l’avversione e il disprezzo verso quelli che sostengono opinioni differenti. Ma si può e si deve scrivere in questi termini sulle organizzazioni dissidenti…” ed in tal caso si deve parlare con un linguaggio “calcolato per risvegliare contro l’avversario i peggiori pensieri, i peggiori sospetti, non per correggerne gli errori, ma per distruggerlo, per spazzare via la sua organizzazione ”. (vedi nota 1)
Come non notare che è quanto sta succedendo al povero Fini. E’ stato incensato per tanti anni quale fedele alleato di Berlusconi, ed anche quando è stato nominato presidente della Camera da fondatore del PDL.
Ma ha subìto un primo massacro mediatico quando ha tentato il ruolo di giocatore libero, prima del PDL, ed adesso che ha cercato di ritagliare un suo feudo politico, spacciandosi per salvatore della patria sulla questione intercettazioni.
Ormai Fini è in una tomba politica da cui non uscirà più, e gli tocca per non aver capito che con Berlusconi si può solo fare lo Yes-man o la piccola Lolita.
Ma forse potrà togliersi la soddisfazione di portare con sé nell’oblio lo stesso Berlusconi, affossandolo prima degli ultimi anni rimasti.
Deve solo evidenziare che Berlusconi è anche egli uno con la doppia morale. Infatti la distruzione mediatica che Fini subisce è un vero attacco in stile Leninista.
Le frasi sopra enunciate sono proprio di Lenin che le espose nel Selected Works (Vol. III, pp. 486 ss.)
Quel principio che Berlusconi attua contro Fini è lo stesso attuato nelle organizzazioni comuniste.
Eppure era proprio Berlusconi che si presentava come il salvatore della patria per il rischio che i comunisti andassero al potere.
Ebbene, abbiamo il Leninismo al potere, del tutto evidente, ed è molto molto pericoloso.
Il rischio concreto è che si ripercorra una parabola che dietro la enunciazione di principi si arrivi a fare il contrario.
OPPS: succede già, come per esempio quando dietro il principio di della riservatezza personale e familiare si nascondere una pratica pre-pedofila e si è tentato di nascondere crimini pre-mafiosi, si capisce il senso in cui lo dico.
E’ molto pericoloso quando il principio leninista della doppia morale viene usato dal governo. Grazie a questa “doppia morale”, in nome dell’uguaglianza gli stati comunisti sono arrivati a sterminare centinaia di milioni di persone, specie i popoli con una forte identità agricola.
In effetti l’Italia ha già preso questa china con la sistematica negazione dei diritti linguistici e politici del popolo veneto che sempre più il diritto internazionale impone, negando perfino l’esistenza e la validità della legge che lo riconosce .
Nella frase di Lenin ho sostituito le parole “tra le masse lavoratrici” con “elettori”, ma non cambia nulla purtroppo.
Tuttavia i “compagni” dovrebbero dire che finalmente abbiamo il Leninismo al potere, anche se il suo condottiero è Berlusconi.
Tutto ciò fa schifo, ma per fortuna da veneto posso con orgoglio rivolgermi al mio passato, guardare a quando nel 1571 Marcantonio Bragadin, restando fedele ai suoi valori morali e alla Repubblica Veneta, ritardò l’avanzata ottomana tanto da permettere all’occidente di prepararsi alla guerra. Fu grazie al suo sacrificio se esiste ancora oggi un “occidente”. Altrimenti si sarebbe finiti come, scuoiato vivo. Oggi ricorre la ricorrenza del suo martirio, dovuto al fatto che aveva creduto alla promessa di salvezza dei suoi uomini, ma commise l’errore di credere ad una civiltà dalla doppia morale .
Qualcuno vuole ancora credere a Fini e Berlusconi?
Nota 1: sulla doppia morale
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