5000 euro all’anno rubati ad ogni veneto
Quanto valgono in termini economici i diritti nazionali veneti?
Il fatto di essere riusciti a portare a casa il riconoscimento che al popolo veneto spettano i diritti di nazione sorella di quella italiana, avrà un un impatto enorme dal punto di vista economico e sociale.
Sull’impatto sociale e culturale e identitario dei veneti ho già scritto e comunque basta leggere la Convenzione Quadro sulle minoranze nazionali per capirlo.
Sull’impatto economico ancora nessuno ha ancora detto nulla, per la semplice ragione che è spaventoso.
Partiamo da un presupposto: i cittadini della sola regione Veneto lasciano allo stato ogni anno 21 miliardi di Euro, è il cosiddetto “residuo fiscale”. E’ la iperbolica cifra di 4200 euro all’anno a testa, comprendendo i neonati, i malati, gli studenti, gli anziani ed altre categorie non tecnicamente produttive.
Questa cifra è data da quanto i residenti annualmente versano decurtata di quanto ricevono di ritorno in servizi.
La cosa è confermata anche da studi passati della CGIA di Mestre e da Unioncamere del Veneto, ma si possono verificare anche dai dati Eurostat sul reddito.
Si tratta però di dati calcolati non tenendo conto di alcune voci fondamentali.
Ade esempio l’IVA, che è già una tassa al consumatore, del valore di circa il 20%, che per circa un quarto viene evasa in Italia, anche qui con grosse differenze fra regione e regione. E occorre tenere collegato il dato IVA a quello del PIL, che contiene anche il fatturato aziendale.
Ad esempio, la provincia di Bolzano trattiene anche l’IVA, per cui favorisce le aziende che fanno le sedi fiscali in quel territorio che più che le tasse lasciano alla provincia questa imposta.
In altre parole, da una parte possiamo tranquillamente stimare che ciascun residente delle regioni Veneto, Lombardia, Friuli Venezia-Giulia, Piemonte ed Emilia -Romagna venga ogni anno depredato di circa 5000 euro in media (almeno), ma possiamo anche dire che questo valore in realtà è molto maggiore perché in uno scenario virtuale di autonomia i valori schizzerebbero in alto e di molto, poiché si innalzerebbero i valori di PIL dell’economia creata dai reinvestimenti dell’IVA che oggi invece semplicemente finiscono nello spreco e nell’assistenzialismo partitocratico di altre regioni.
Per concludere, poiché di cultura e identità e o lingua sono veneti circa 8 milioni di persone, fra Bergamo e Udine comprendendo Trento e Trieste, arriviamo a questo dato
8.000.000 x 5.000 = 40 miliardi di Euro.
che è il valore (molto sottostimato) dell’impatto economico della questione veneta per il bilancio dello Stato.
Intendiamoci, lo stato non vedrà decurtato il suo PIL, probabilmente lo vedrà aumentare, ma lo vedrà ricollocato da una voce ad altre, e ci sarà per lo stato il vantaggio di vedere meglio utilizzate le risorse, sopratutto vedendosi costretta a dare un taglio a quelle sacche di illegalità che poi generano corruzione e mafia, ossia instabilità politica ed economica, insomma bassa produzione e criminalità.
Alla fine tutto ciò sarà un bene per l’Italia, oltre che per i veneti. Sempre che il governo supremo dell’Italia lo capisca, cosa che non è avvenuta con il recente ricorso in Corte Costituzionale contro la legge reg.28/2016 del Veneto.
Se non lo capiranno ci saranno al suo posto grossi problemi, perché in caso di negazione di questi diritti l’Italia semplicemente perderà il Lombardo-Veneto. Infatti la negazione dei diritti umani dei veneti legalmente darà loro il diritto alla dichiarazione unilaterale di indipendenza senza nemmeno un referendum.
Alcuni collegamenti:
http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/GDP_at_regional_level/it