PDL 116: la Regione non c’entra, il “dialetto” a scuola verrà imposto dal Consiglio d’Europa
Il Corriere del Veneto ha creato un dibattito falsato, perché in regione non si discute per nulla di imporre il bilinguismo col dialetto.
A rendere necessaria la tutela della lingua regionale a scuola sarà semmai la “Carta europea delle lingue regionali o minoritarie” che l’Italia sta per rendere esecutiva, tanto più che il Veneto ha già riconosciuto la lingua veneta nel 2007 ed il Friuli VG nel 2011.
Dunque il dialetto a scuola verrà in ogni caso, anzi (vedi approfondimento sul tema), è già possibile oggi, e non dipenderà dalle scelte dalla regione.
La legge in discussione in Consiglio ha contenuto del tutto diverso e si potrebbe sintetizzare come segue:
tu consigliere, riconosci ai veneti il diritto ad un trattamento analogo a quello che viene riconosciuto ai tedeschi di Bolzano?
Detto in altro modo, per te consigliere, i veneti hanno una specialità, una storia e identità che li rende meritevoli e da loro diritto ad un trattamento amministrativo come l’Alto Adige-Sud Tirolo?
Per il diritto internazionale la specialità di storia ed identità e anche di lingua dei veneti è meritevole di una tutela analoga a quella dell’Alto Adige/Sud Tirolo,ed il fenomeno viene chiamato “minoranza nazionale”, cosa ben diversa dal discorso delle “minoranze linguistiche”.
Il progetto di legge n° 116 in regione non discute affatto né di dialetti, né di indipendenza, e non prevede per nulla il bilinguismo obbligatorio, ma facoltativo e per i comuni che lo richiederanno, e sempre permettendo adeguati finanziamenti dello stato.
Se i consiglieri riconosceranno che l’identità e specialità va riconosciuta ai veneti, questo permetterà forme di autogestione tali da poter rimpinguare il personale nelle amministrazioni locali, ma anche per far fronte alle necessità della giustizia e della scuola, delle forze dell’ordine, rendendo così il terreno fertile per le imprese e per il turismo.
Non solo si avrà un più adeguato controllo del territorio, ma grazie alla specialità dei veneti si potrà raccomandare ad un prefetto improvvido di non distruggere l’identità di un paese di 50 persone con il soggiorno obbligato di 60 immigrati. Ma ovviamente non si potranno fare muri di alcun tipo ai confini regionali.
Se la legge verrà approvata nella forma attuale si potranno avere finalmente relativi finanziamenti per i media veneti, in modo da non subire mai più il sistematico plagio di giornali che prendono per il naso anche i consiglieri regionali trascinandoli in un dibattito falso ed improduttivo.
Il corriere ha ingannato i consiglieri dicendo che il dibattito è sul dialetto, poi aggiustando un po’ il tiro, ma ancora non ha detto che la norma non prevede affatto l’obbligatorietà nelle scuole della lingua veneta. Semmai sarà lo stato centrale a imporlo per legge. La legge in regione offre solo una opportunità ulteriore per un diritto che esiste già, si può già insegnare il dialetto a scuola.
E per completare l’azione di plagio eversivo della sovranità politica del Consiglio Regionale il Corriere mi ha personalmente attribuito frasi quasi razziste, che non ho né pronunciato né pensato, senza permettermi la replica. Ho la registrazione audio e credo presenterò denuncia penale.
La domanda in regione alla fine è questa: la bandiera di San Marco ha un significato tale e rappresenta una identità a cui spettano le stesse autonomie della provincia di Bolzano o dei Sardi?
I Consiglieri dovranno dare la risposta, spero liberamente nonostante le falsità inculcate per una settimana.
Dovranno rispondere perché a chiedere sono 7 comuni. E per decidere è forse meglio che ascoltino non il corriere, ma il proprio sentimento per quel popolo che che li ha eletti e per la loro terra così ricca di specialità. Credo che i consiglieri in maggioranza dimostreranno di non essere così facilmente ingannabili. Perché non di rado i veneti dimostrano di avere una marcia in più.
Stefano Fracasso mi ha chiesto perché gli altri territori d’Italia non sarebbero altrettanto speciali. Per me lo sono, ma devono provare a fare domanda come da tempo la fanno i veneti. Martedì 29 la storia è nelle mani di ciascuno consigliere veneto.
Loris Palmerini, estensore del PDL 116 presentato da 7 comuni