Matteo Bassetti dimostra di non essere un credibile scienziato, ecco perché.
Spiace dirlo, ma Matteo Bassetti , infettivologo, ha dimostrato di non essere uno scienziato credibile, ed ecco perché.
Il 15 marzo 2020 Matteo Bassetti ha pubblicato in Facebook il messaggio ” … che ho ricevuto [..] dal figlio di uno dei pazienti che si sono infettati al San Martino per il cluster causato da un sanitario no-vax”.
Messa così si tratta di una attribuzione di responsabilità , di causa-effetto certa, e dato che arriva da uno dei più noti informatori sulla pandemia Covid-19 questo certamente genera nel pubblico paura per gli operatori non vaccinati, e quindi stimola la caccia all’untore.
L’attribuzione di responsabilità è però del tutto antiscientifica, perché:
– non è noto se l’operatore fosse infetto, e se l’operatore sia venuto a contatto con i primi contagiati
– qualora il “sanitario no-vax” fosse stato infetto , non è affatto dimostrato che sia stato il primo ad essere infetto e non lui stesso a venire infetto
– se l’operatore fosse stato vaccinato , questo non escludeva che non fosse responsabile della trasmissione, perché è noto in letteratura che anche i vaccinati possono infettare gli altri e trasmettere l’infezione, e possono essere asintomatici, quindi anche Bassetti stesso potrebbe essere il responsabile dell’infezione (per altro la stessa cosa avviene anche per le vaccinazioni di Pertosse, Morbillo e altre, basta leggere le avvertenze dei prodotti).
Quando ci si esprime in termini di causalità e certezza su fenomeni biologici, e si danno con certezza indicazioni politiche, è già di per sé certo che non si è uno scienziato perché la biologia stessa non offre alcuna certezza, tanto è vero che anche i vaccini stessi non sono efficaci in circa il 5% delle persone, mentre altre muoiono da vaccinazione, ed altri vaccinati ancora diventano diffusori di malattie a causa del vaccino. Tutto questo è in letteratura e nelle informazioni dei prodotti.
Per cui il discorso da Bassetti è demagogico e pseudo scientifico, ma è chiaro che è utile a proporre limitazioni della libertà delle persone, compresa la schedatura del passaporto vaccinale che servirà per limitare ulteriormente la libertà di circolazione in maniera contraria ai diritti umani.
Sappiamo d’altra parte che il business dei vaccini è enorme, oltre 100 miliardi ogni anno, e che sicuramente i pediatri guadagnano dal realizzare certe coperture.
D’altra parte anche molti dei grandi nomi, compreso l’attuale presidente AIFA, Giorgio Palù, hanno ricevuto in passato contributi dalle case farmaceutiche, anzi si può tranquillamente affermare che è molto difficile fare ricerca senza i loro fondi.
Ma l’imparzialità scientifica è un’altra cosa, non spacciamo la politica ed il finanziamento di parte per scienza, perché si perde di credibilità come persona.