I dati sull’emergenza sono falsi e sovvertono i diritti umani e Costituzionali
Diversi virologi suggeriscono che facendo i tamponi per il Corona Virus per le strada di zone non “infette” a persone apparentemente in salute, si troverebbero molti casi di infezione, ma senza alcuna conseguenza seria per la salute. Insomma siamo pieni di “contagiati” che non hanno sintomi o quasi.
Questo dimostrerebbe non solo che il virus è già molto diffuso, ma che non è pericoloso più di una influenza o perfino di un raffreddore.
Se da una parte è evidente che le misure di contenimento sono state inutili (ma dannose per l’economia), conteggiare i molti contagiati in salute cambierebbe di molto la statistica, perché il numero di morti sarebbe in percentuale molto più piccolo, non sarebbe rispetto a poche centinaia di contagiati ma rispetto a molte migliaia.
Oggi invece si fanno i tamponi solo ai già malati gravi, quindi la statistica risulta gonfiata a dismisura, ed in Veneto è stato vietato il test a tappeto subito dopo l’ordinanza regionale.
In Lombardia, su circa 300 test effettuati, quasi tutti sono risultati contagiati, perché si fanno i test solo a coloro che hanno tutti i sintomi e pure sono venuti a contatto con gente già malata. La “giustificazione” è che la detta l’OMS ( su indicazioni di un italiano?) ma comunque non è corretto.
Se ne ricava che i dati diffusi dalle autorità sanitarie sono statisticamente e scientificamente enormemente gonfiati, perché, ripeto, manca un confronto con un campione di controllo di cittadini per la strada. Si può dire che i dati sono falsi.
Questo ci porta a concludere che dietro questo terrorismo e allarme che si è innescato c’è una grave violazione dei doveri d’ufficio, e di fatto costituiscono una violazione gravissima di diritti costituzionale ed del diritto individuale e delle famiglie a non subire interferenze indebite nella loro vita.
Se lasciamo passare questi fatti senza conseguenze per i responsabili, la prossima volta ci troveremo chiusi in casa pentendoci di non aver agito oggi.