Lo statuto del Veneto vieta il referendum consultivo sull’indipendenza!
Svergognamento del movimento referendario per l’indipendenza del Veneto: il referendum è vietato dallo Statuto Regionale del 2012.
L’ articolo 27 dello Statuto riguarda il “referendum consultivo” e dice :
“1. Il Consiglio regionale può deliberare l’indizione di referendum consultivi delle popolazioni interessate su provvedimenti o proposte di provvedimenti di competenza del Consiglio [..]”
In termini legali “provvedimenti di competenza del Consiglio” esclude tutte le materie non assegnate dalla costituzione e dallo statuto, fra le quale certo NON C’ E’ L’INDIPENDENZA della regione.
Il punto 3 limita ulteriormente dicendo che “Non è ammesso referendum consultivo nei casi previsti dall’articolo 26, commi 4 e 5.” E cosa dicono?
Il punto 4 articolo 26 (che viene richiamato pur riguardando i referendum abrogativi) dice :
“4. Non è ammesso il referendum per l’abrogazione:
b) delle leggi e degli atti regionali i cui contenuti costituiscano adempimento di obblighi costituzionali, internazionali
d) delle leggi e dei regolamenti concernenti accordi o intese di carattere internazionale o con altre regioni;”
In poche parole lo statuto della Regione Veneto permette un referendum consultivo o abrogativo, ma solo per le competenze e le leggi regionali. E’ questo è ovvio. Come è ovvio che un comune NON PUO’ abrogare una legge internazionale, può solo attuarla. Lo stesso vale per ogni ente locale (comune, provincia, regione, area metropolitana).
Si poteva studiare qualche altra cosa , invocando norme internazionali da far rispettare alla regione, e ci sono le soluzioni per l’autonomia come Bolzano o per cancellare il patto di stabilità. Ma il movimento referendario e la classe politica regionale non vuole ascoltare chi, come me, avvertiva che non c’era margine legale per quella operazione di referendum. Circa da 2 anni dicevo che la cancellazione delle province era illegale, ed è stato riconosciuto così dalla Corte Costituzionale. Ancora prima ho smascherato il Referendum per l’acqua, dicendo che era una truffa che avrebbe permesso la vendita dei beni pubblici, cosa che sta avvenendo ! Basta unire i puntini per capire che qualcosa ne capisco.
Purtroppo i referendari si sono proposti come coloro che avrebbero fatto uno Stato in 4 e 4 otto, che loro erano i geni con la soluzione in mano. E non hanno avuto l’umiltà di ascoltare e approfittare di tutte le forze in campo che lavorano da molti anni sul campo, come me. O forse si voleva solo ingannare con un programma elettorale per il 2015 ?
In trasmissione Cantarutti di Indipendenza Veneta ha affermato più volte che la commissione di valutazione del Referendum (voluta da Zaia ) era unanime e a favore del referendum e per la sua fattibilità. I giornali di ieri, di oggi e di settimane fa dicono invece che la commissione non ha dato per nulla l’ok. Non so se menta Cantarutti o i giornali, ma non ho colto unanimità nella relazione della Commissione che ho letto. E’ vero però che anche Zaia venerdì per la prima volta ha dato il suo consenso pieno al voto, come se non violasse lo statuto. Vedremo chi mente o chi non sa di cosa parla.
Certo è che Cantarutti in trasmissione ha dimostrato che lo Statuto NON E’ NEMMENO STATO PRESO IN CONSIDERAZIONE nei vincoli che impone. Ha chiesto proprio “LO STATUTO !!!???”
Questo elemento di divieto dello Statuto regionale, come altri, non è stato preso in considerazione dalla commissione che è stata totalmente a favore della fattibilità. Cantarutti ha chiesto se credo di essere più cervellone di lui e dei professoroni della Commissione. Ha invocato i “titoli” di avvocato ecc, quando l’avvocato in realtà giura fedeltà “agli interessi della nazione” e non alle leggi .
Finisce così la residuale presunta legittimità del referendum e del percorso proposto dai movimenti politici Veneto Stato, Indipendenza Veneta, Plebiscito 2013, Raixe Venete ecc. .Finisce per quanto riguarda un percorso referendario che passi attraverso la regione. Infatti la Regione non può rappresentare un popolo, come ha già chiarito la sentenza 365/2007 della Corte Costituzionale.
Oltre alla “modesta” figura fatta dall’avv Cantarutti (che si è contraddetto diverse volte nel corso del dibattito anche non sapendo spiegare cose fondamentali come il fatto che i veneti sono anche nella Venezia-Friuli e Lombardia ), c’è anche una reazione molto nervosa di Morosin di Indipendenza Veneta apparsa sul Gazzettino di sabato 14.
Gli indipendentisti sappiano che messa da parte la frottola del referendum si potrà finalmente guardare con attenzione sul percorso sovrano e legale di autodeterminazione dal basso, dal popolo, iniziata nel 1999 e che si segue su http://www.statoveneto.net . Appena passata la buriana vedremo chi vuole l’indipendenza per davvero e chi solo a caccia di voti e di prebende dello stato occupante italiano.