SONDAGGI E RIVISTE NON CERTIFICANO IL PLEBISCITO DI BUSATO
Con alcune affermazione ingannevoli o infondate il sito plebiscito.eu ha cercato di giustificare l’inconsistenza dei numeri sui votanti al plebiscito online di marzo 2014.
In una delle sue pagine ( clicca ) Giane (pseudonimo di Gianluca Busato) afferma che un “sondaggio Demos condotto dal prof. Ilvo Diamanti e pubblicato su Repubblica lunedì 24 marzo scorso, che hanno certificato sostanzialmente l’alta affluenza al voto dei veneti” e le “recensioni estremamente positive della piattaforma di Plebiscito.eu di riviste statunitensi specializzate, quali, ad esempio, PCWorld, Network World, Computer World“. Ma non è vero.
Nell’articolo in questione del La Repubblica ( clicca ) Ilvo Diamanti invece ha scritto che “Quasi 2 milioni e mezzo. Con un esito “plebiscitario”: 89% di “sì”. Naturalmente, i dati sono ipotetici e non verificabili“, cioé Diamanti qui ripeteva solo le affermazioni di Busato, infatti non verificabili, e infatti continua parlando di “misura, magari, non “plebiscitaria”, come quella dichiarata dai “venetisti”, ma, tuttavia, maggioritaria.“, e poi spiega. “Lo conferma un sondaggio di Demos, condotto presso un campione rappresentativo di elettori veneti nei giorni scorsi (per la precisione: il 20 e il 21 marzo). La partecipazione al referendum, dai dati, esce ridimensionata. ” quindi sconfessa Busato, “Ma resta, comunque, molto significativa. Quasi metà degli elettori veneti, infatti, sostiene di aver votato oppure di essere intenzionato a farlo“.
Il sondaggio è qui disponibile (clicca) e mostra che solo il 48% degli aventi diritto avrebbero espresso l’intenzione di votare o di aver votato, e di questi, il 78% avrebbe voluto votar Sì o lo avrebbe fatto.
In poche parole il sondaggio di Demos avrebbe indicato in circa 1.800.000 (il 48% degli aventi diritto al voto) che ha dichiarato di “aver votato oppure di essere intenzionato a farlo“, sotto il quorum necessario e ben lontano dai 2.360.235 voti dichiarati da Busato, ed in pratica non ha per nulla “certificato sostanzialmente l’alta affluenza al voto dei veneti” come dice Busato.
Nella realtà poi l’ intenzione di andare a votare per molti si scontrava con le difficoltà di voto e con i pochi gazebo disponibili.
Torniamo però a quanto scrive “giane” sul sito Plebiscito.eu , perché ha indicato pure “recensioni estremamente positive della piattaforma di Plebiscito.eu di riviste statunitensi specializzate, quali, ad esempio, PCWorld, Network World, Computer World“.
In realtà l’autore di tutti gli articoli delle tre riviste era uno solo, Philip Willan, che ho interpellato per sapere come avesse verificato i voti. Mi ha risposto dicendo che il suo articolo in realtà era una intervista a Gianluca Busato, e che non ha verificato in nessun modo i dati comunicati dagli organizzatori limitandosi a riportare i dati detti da Busato, anzi trovando “alquanto scorretto” da parte di Busato usare l’articolo come presunta conferma della validità del referendum. (Io mi vergognerei )
Però il fatto è che dall’articolo originario di Willan una mano benevola ha cancellato i dubbi che l’autore aveva messo nell’articolo, perché erano citati anche alcune contestazioni sulla validità dei numeri, dubbi misteriosamente eliminati dalla versione pubblicata dai redattori negli Stati Uniti, senza avvertirlo.
C’è da chiedersi: come mai dagli Stati Uniti danno credibilità alle affermazioni dubbie di Busato eliminando i dubbi pure degli autori? Non credo che manchi lo spazio online!
Tuttavia è provato che i dati di Busato non sono veritieri, non solo per i già noti contatori internazionali (e sto aspettando la replica su il Giornale) , ma perché lo stesso Busato ha dichiarato alla stampa che circa il 5% dei voti è stato espresso per telefono, e questo non può essere vero. Infatti il 5% dei voti espressi sarebbero stati circa 118.000 voti, ma l’unica linea telefonica sfruttata tutta la settimana per 11 ore al giorno avrebbe permesso di raccoglierne al massimo 14000, quindi ci sarebbero volute come minimo 9 linee telefoniche per raccogliere 118.000 voti, ma ce n’era solo una.
Per quanto riguarda il presunto certificatore internazionale, altri non è che una persona del tutto non qualificata per verificare un voto online, un ex ambasciatore, e non avrebbe comunque modo di confermare nulla dato che non c’è stata alcuna verifica sul campo al momento del voto. Da quando in qua le verifiche di regolarità si fanno dopo il voto e non durante ?
Quello che colpisce è la benevolenza di certa stampa, che prima ha “pompato” mediaticamente il plebiscito anche durante il voto, e poi non solo ha enfatizzato il risultato, ma non hanno dato voce alle circostanziate critiche. Fra questi sostenitori “mediatici” ci sono la Repubblica e il Giornale, che certamente storicamente non sono affini al pensiero indipendentista.
Quello che è evidente è l’impossibilità di Busato di giustificare i contatori internazionali, il 10% del traffico sul sito in arrivo dal Sud America, le sue mistificazione su sondaggi e articoli per certificare il non certificabile, e quegli strani articoli tagliati da una mano americana ……. e il comitato di verifica sta ancora aspettando che Busato risponda alle domande e sopratutto ci dia la possibilità di verificare i dati, in modo da dissipare i dubbi.
Tutto sembra mirato a far passare per legittimo un plebiscito del tutto falloco, e svolto in stato di occupazione militare come nel 1866.
Purtroppo un sondaggio di IPR marketing (clicca) conferma la probabilità di una truffa sui numeri, poiché i veneti per il 63% risultano contrari all’indipendenza, per cui solo il 37%, 1,4 milioni di veneti voterebbero sì ad un referendum per l’indipendenza. Questo pure dopo gli arresti dei nuovi Serenissimi che i veneti hanno percepito come immotivati.
Notare che il dato IPR non è in contrasto con quello di Demos, perché Demos diceva l’intenzione di votare per il 48%, ma solo il 78% voleva votare sì, pari a 1.100.000. Busato ha presentato numeri più che doppi rispetto ai sondaggi, numeri ingiustificabili proprio secondo i sondaggi che lui mistificando dice gli danno ragione (inversione della verità).
Ho l’impressione che Busato stesse cercando una legittimazione per la sua dichiarazione di Repubblica Veneta, legittimazione che però non ha avuto e purtroppo ancora non c’è.
Per intanto la sua Repubblica rischia quindi di risolversi in un tentativo “software” di eversione in quanto privo di legittimità sia interna che internazionale.
Purtroppo i residenti del Veneto non sono ancora d’accordo (anche perché molti non sono veneti!). O forse, in questo caso, per fortuna.
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