L’Italia ospiterà il nuovo Stato d’Israele ?
Lo stato di Israele nasce ufficialmente quale parziale compensazione agli ebrei del genocidio perpetrato dalla Germania Nazista nella seconda guerra mondiale .
Al genocidio ebreo hanno partecipato sì la Germania, ma anche l’Italia e altri paese suoi alleati fra i quali la prima repubblica Croata. Eppure questi non hanno condiviso le responsabilità del genocidio, e poco o nulla si è parlato dei campi di sterminio per esempio Italiani. (Aggiunta del 28 ottobre – Mi riferisco ai campi italiani in Istria, Dalmatia, Arbe ecc, che erano di sterminio e programmati militarmente dagli italiani)
I paesi arabi, che ad esso non parteciparono, videro invece costituito lo Stato di Israele in terra di Palestina, allora divenuta etnicamente araba.
In fin dei conti, che cosa avevano fatto gli arabi contro gli ebrei per essere puniti con l’imposizione di uno Stato occidentale? Perché non sono stati puniti gli occidentali? Perché lo Stato di Israele non è stato fatto in Germania o in Italia ?
Il mondo arabo non ha mai capito l’imposizione internazionale di uno Stato ebreo là dove massacri non ce n’erano stati, insomma sulle spalle di “senza colpe” .
Al di là della discussione sulla effettiva portata del genocidio ( c’è chi lo mette in dubbio), questa concezione è un sentimento arabo molto diffuso, anche se in occidente mai nemmeno si nomina. Ad esso, piaccia o no, da voce il presidente dell’Iran Ahmadinejad. In settembre ha detto ‘Non riconosciamo Israele perche’ e’ un regime basato sulla discriminazione e l’occupazione’.
Il 5 ottobre 2007, parlando all’ONU, ha rimesso sulla scena internazionale l’ipotesi di spostare lo Stato d’Israele, sostenendo che “la creazione, la continua esistenza e l’illimitato sostegno a questo regime e’ un insulto alla dignita’ umana”, in quanto una imposizione contro i diritti umani dei palestinesi.
Da diversi anni Ahmadinejad sostiene l’impossibilità di permanenza di Israele lì dove si trova, e certamente il convegno voluto da Ahmadinejad per dimostrare che il genocidio ebreo è stato almeno un po’ ingigantito, serve a confermare quello che da anni egli dice, ossia che il regime di Israele è temporaneo e non può sopravvivere lì dove si trova perché non ne ha il diritto.
Ahmadinejad ha proposto di spostare Israele “nelle vaste terre” in Canada o in Alaska, chiedendo agli Europei di espellere tutti gli ebrei per mandarli in uno di quei vasti territori oltre oceano.
Più recentemente Ahmadinejad ha detto “La nostra proposta è questa: Mettete un pezzo di terra a disposizione in Europa, negli Stati Uniti, in Canada o in Alaska, così che (gli ebrei) possano creare il loro Stato”. Fra i vari candidati europei ci sono la Polonia, l’Italia, e la terra fra Austria e Germania.
Il suo “cancellare dalla carta geografica” non era una ipotesi di distruzione con le armi nucleari, perché egli si riferiva invece all’intervento della “provvidenza” così come previsto da Khomeini. Una provvidenza che, secondo lui, ha già fatto cadere l’Unione sovietica ed altri imperi del male, senza l’intervento degli arabi.
Ovviamente io non sto dicendo che abbia ragione, non posso farlo.
Ma secondo alcuni studiosi ebrei esiste una questione demografica per cui Israele tornerà araba comunque, e dunque, oltre a questa volontà araba, esistono altri motivi per spostare in Europa lo Stato d’Israele. Per gli stessi ebrei è una ipotesi da considerare, non del tutto infondata per fatti demografici e opportunità politiche.
Questa questione delicata potrebbe vederci presto coinvolti perché, se Israele viene spostato, dove verrà spostato?
L’Italia è appunto uno dei migliori candidati, perché è un paese all’asta, fallito dai debiti. E’ in mano alla usura bancaria del signoraggio.
Io ho denunciato da tempo che le banche stanno operando un impoverimento mirato della popolazione, e come tutti abbiamo visto in Striscia la Notizia di lunedì 15 , le banche si sono riunite in associazioni ed aziende le quali partecipano alle aste dove ricomprano i beni dei loro stessi debitori che loro stesse hanno portato alla bancarotta con politiche apposite di fallimento mirato per categorie.
E che cosa possiamo dire degli altri paesi candidati per diventare la nuova sede dello Stato d’Israele? Anche gli Stati Uniti sono molto indebitati, come ci insegna la questione “subprime”, ossia la questione che molti americani hanno molti debiti che non sono in grado di ripagare e dunque sono soggetti a usura bancaria perché deboli.
Gli Stati Uniti sono un ottimo potenziale stato ospitante anche perché, secondo le classifiche attuali riprese dal “The Chicago Jewish News”, molti fra le persone più influenti negli Stati Uniti sono ebree ed essi non hanno più bisogno di preoccuparsi di essere visibili e influenti. Chiunque sia stato a New York sa bene quanto essi contino.
A dimostrazione che non vi è nessun antisemitismo in questo fatto, basta ascoltare le parole che il nuovo presidente di Israele, Shimon Peres, ha detto il 10 ottobre all’incontro con gli imprenditori a Tel Aviv: «L’economia di Israele prospera. [..] E’ possibile fondare imperi senza installare colonie e usare la forza militare. […] Gli uomini d’affari israeliani investono in tutto il mondo, l’economia israeliana non ha mai avuto tanto successo. Abbiamo conquistato la sovranità economica. Attualmente ci stiamo comprando Manhattan, la Polonia e l’Ungheria»
Per cui gli Stati Uniti sono di fatto il paese più probabile e bastrebbe un pezzo del tanto deserto o di terre da pascolo per dare pace e prosperità ai rifugiati delle colonie.
Le stesse condizioni, non si hanno in Canada, perché, seppure la terra non manchi e la popolazione sia molto scarsa, il Canda gode di ottima salute sociale ed economica.
Tornando all’Europa, l’ipotesi dello Stato di Israele in Italia deve confrontarsi con la Polonia, la quale sembra essere la prima candidata come investimenti attuali. Per altro moltissimi ebrei fuggirono da essa nella seconda guerra mondiale e dunque esiste anche un retroterra storico più forte. Storicamente infatti, in Italia gli ebrei erano trattati da cittadini euguali solo nella Repubblica Veneta, mentre altrove erano perseguitati a causa della interdizione della Bibbia al prestito di denaro dietro interessi (usura).
Ma comunque non c’è da stare tranquilli sul futuro dell’Italia, perché un paese così indebitato prima o dopo qualcuno se lo compra all’asta comunque. Magari con i petro-rubli o qualche altra moneta araba.
Dopo aver riflettuto su questi fenomeni carsici sono però ora più tranquillo sulla questione della guerra atomica, perché quell’Iran un po’ troppo teatrale conta oggi sull’appoggio-guinzaglio della Russia, ma anche della Cina.
Dunque non solo il nucleare Iraniano non verrà usato per distruggere Israele, i Russi e i Cinesi non sarebbero d’accordo, ma nemmeno il nucleare Americano potrà essere sganciato sull’Iran, perché questo produrebbe la reazione di Cina e Russia in una distruzione globale. Siamo tornati alla Guerra fredda !
E’ dunque probabile che non ci sarà alcuna guerra nucleare perché con questi presupposti sarebbe l’ultima guerra per tutti. E certo nuocerebbe troppo agli affari.
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/esteri/iranucle2/olocausto/olocausto.html
http://notizie.alice.it/notizie/esteri/2007/10_ottobre/13/usa_classifica_vanity_fair_100_piu_della_meta_sono_ebrei,13289565.html?pmk=rss
http://www.jpost.com/servlet/Satellite?cid=1191257286817&pagename=JPost%2FJPArticle%2FShowFull
VP
22 Luglio 2008 @ 14:14
Mi sembra impossibile, a meno che non gli regaliamo Napoli e provincia.
Se gli Ebrei distruggessero la camorra come hanno fatto con i palestinesi….beh, tanto di guadagnato…
Marius
13 Maggio 2008 @ 20:04
Lo “stato di Israele” è stato innestato in quell’area perchè lì, da sempre, le nazioni imperialiste hanno avuto bisogno di stati cuscinetto per tenere a bada i popoli orientali: si pensi al persiano Ciro il grande, ad Alessandro Magno, ai romani, che installarono tutti dei profughi “ebrei” (nazione inesistente, in quanto mai esistita, essendo formata da coacervi di predoni semiti noti alle cronache di mezzo mondo da circa 4 millenni col termine “habiru”, cioè “tagliagole”….) traendoli da altre regioni in cui erano stati deportati; e lo fecero il primo per arginare gli assiri, il secondo per arginare i persiani, ed i terzi per arginare i parti, discendenti dei persiani.
Dopo il 2° conflitto mondiale, sono i nuovi “imperi”, cioè inglesi e americani, a mettere di nuovo lì gli “ebrei”, per installare una spina nel fianco dei popoli arabi, così da fomentare dei contrasti continui ed avere in piena zona calda uno stato-poliziotto, ben armato (da loro…) ed immune da sanzioni; e gli “ebrei” ne hanno approfittato, sulla scorta delle pretese bibliche della “terra promessa” (che era già altrui, cioè dei discendenti di palestinesi e cananei, loro parenti!) garantita a loro da “dio” (quel dio “biblico” frutto di una Bibbia che fu messa per iscritto anni dopo il primo interessamento di rielaborazione ostentato dal successore di Ciro: ossia, di un indeuropeo…). I popoli arabi e semiti in genere, che non hanno mai potuto vedere gli ebrei perchè li hanno sempre ritenuti traditori delle religioni di discendenza mesopotamico-aramaica e tirapiedi degli occidentali, non ci hanno più visto dagli occhi; ed hanno ragione.
diego
29 Ottobre 2007 @ 08:28
Allora: la cosiddetta Palestina ebbe sempre un numero di abitanti di religione ebraica che, a Gerusalemme, fu preponderante sul resto della popolazione. I massacri di ebrei in Palestina non iniziarono dal 1948 ma molto prima, quando gli ebrei comprando a prezzo di strozzinaggio aree deserte, riuscirono a coltivarle attirando su di sè l’odio e l’invidia della popolazione arabo-islamica autoctona che, per motivi religiosi, si sentiva superiore ad ebrei e cristiani, i dhimmi, che avrebbero dovuto sottostare e non prevalere dal punto di vista dell’organizzazione e dell’autorità .
Per quanto riguarda i lager nazisti la croce rossa non controllava un fico secco e recente è la pubblicazione di documenti sul come e perchè gli alleati non bombardarono mai nemmeno i nodi ferroviari di smistamento per i quali passavano i carri merci stipati di deportati ebrei, zingari ecc.
Campi di lavoro sì, spesso succursali di altri veri e propri campi di sterminio: che i caporioni nazisti abbiano negato piani programmatici di sterminio penso sia cosa del tutto naturale, criminali sì, pazzi o psicopatici talvolta, deficienti no di certo!
Per quanto riguarda l’italia sono invece d’accordo che campi di sterminio veri e propri non ne ebbe e quello di S.Sabba a Trieste fu limitato e gestito dai tedeschi.
Solo alcuni collaborazionisti parteciparono attivamente a retate di ebrei in varie parti d’Italia e, nonostante ciò, i numeri dei deportati rimase percentualmente basso. E’ da ricordare che diversi ebrei furono aiutati non solo dalla popolazione italiana,parroci e preti, antifascisti ma anche da fascisti compresi podestà , federali ed esponenti della RSI ( ad es.Almirante).
Infine il trattamento degli ebrei da parte della Serenissima Repubblica Veneta fu altalenante ma decisamente superiore a quello loro riservato da parte dei vari principi e monarchi (compreso il Papa) coevi.
giuseppe
25 Ottobre 2007 @ 16:07
anche noi di http://www.difensori.org la pensiamo allo stesso modo
dago
25 Ottobre 2007 @ 16:06
in breve,tutto molto chiaro ed allarmante
Gabriele
23 Ottobre 2007 @ 19:53
Primo: in italia nono sono mai esistiti campi dei sterminio.
Secondo: i campi di concentramento, poi chiamati campi di sterminio, principalmente in Germanai e Polonia, erano giganetesche strutture che raccoglievano i prigionieri e li obbligavano ai lavori forzati. Proprio ad Auschwitz c’era la più grossa azienda chimica tedesca, la I G Farben con un mega-stabilimento dove lavoravano gli internati. Pochi sanno che gli alleati operarono numerosi bombardamenti sui campi di lavoro (il vero nome originale) gestiti dai tedeschi causando gravi perdite umane. La morìa più grande si ebbe comunque negli ultimissimi giorni di guerra, allorchè i tedeschi, con i russi alle porte, abbandorono le strutture. E’ corretto ricordare che nonostante ci fossero ancora delle riserve di viveri, i russi al loro arrivo non si preoccuparono di sostituirsi subito con un minimo di organizzazione e per molti internati ciò fu un colpo di grazia dopo mesi o anni di angherìe, sfruttamento e sottonutrizione. La cifra dei 6 milioni di ebrei morti nei campi nazisti nasce tra le cifre della Croce Rossa che fino a pochi giorni prima della fuga dei nazisti controllava regolarmente i campi, che è di circa 600.000 perdite, e le cifre dichiarate dai rappresentati delle comunità ebraiche, di almeno 10 milioni. Tale cifra veniva decisa nell’ambito del processo di Norimberga, dove i maggiori gerarchi nazisti vennero giustiziati per aver ordito lo sterminio di massa degli ebrei, cosa da loro recisamente negata. Le leggi razziali del Terzo Reich prevedano comunque delle discriminazioni a carico degli ebrei. A Norimberga sui morti causati dai bombardamenti degli alleati non si parla, comunque.
E’ corretto anche ricordare che i russi sterminarono 2.500.000 civili in Prussia al loro arrivo, sopratttutto donne e bambini (ottimo il libro di Marco Picone Chiodo al riguardo). Dei soldati della wermatch internati in campi di concentramento dagli alleati nella fase finale del conflitto ne perirono oltre 1 milione per i maltrattamenti, le esecuzioni e la sottonutrizione subiti, e almeno un altro milione morirono nei campi di concentramento dei russi.
Terzo: la Veneta Repubblica prevedeva un ghetto (il primo al mondo) per gli ebrei, e un segno di riconoscimento quando essi giravano fuori dal ghetto. Ogni incarico pubblico era loro precluso, per quanto molti servirono valorosamente come soldati, ed altri si distinsero nelle loro attività lavorative. Nel secondo ‘700, quando il patriziato veneto era in decadenza, gli ebrei arrivarono a gestire oltre il 50% del commercio navale. Il Senato Veneto allora legiferò stringendo le limitazioni agli ebrei, che perdettero molto del terreno acquistato. Alla caduta della Repubblica , avvenuta pochi anni dopo, i massoni ed i giacobini, partigiani degli invasori, che presero le redini del potere erano in misura propenderante costitutiti da ebrei.
Cordialmente,
Gabriele