L’impossibilità di un referendum per l’indipendenza del Veneto
La regione non è un ente sovrano e autonomo, è solo un “pezzo” dello Stato che viene usato dallo stesso stato per agire più efficacemente.
D’altra parte, se l’ente regionale fosse capace di agire al di fuori dello “statuto” che lo Stato gli ha riconosciuto, allora non si tratterebbe nemmeno di un ente “regionale” ma di uno Stato indipendente.
Il paragone calzante è quello con le filiale di una azienda. Una azienda può avere la sede fiscale nel luogo di produzione, ma spesso ce l’ha presso uno studio. Anche la sede “amministrativa” può essere diversa da quella “operativa”, cioè gli uffici della contabilità possono essere distaccati dalla officina o zona produttiva. Esistono poi anche i punti vendita separati ecc.
La Regione rispetto allo Stato è una sua filiale, ma come le filiali può avere un propria contabilità e regolamento o meno, ma questo non permette di presentarsi al mondo come ente autonomo al di fuori della sede centrale. E se la sede centrale decide di chiudere la Filiale, direttori e dipendenti di essa possono solo subire.
Allo stesso modo la Regione, pur essendo una filiale dello Stato dotata di una certa autonomia (molto marginale a dire la verità), non è un soggetto indipendente.
Per far fronte agli eventuali tentativi delle regioni di uscire dai propri limiti imposti, ci sono gli articoli 127 e 32 della Costituzione e la legge 11 marzo 1953 n. 87, che danno al governo la possibilità di far annullare una legge regionale proponendo ricorso alla Corte Costituzionale (tecnicamente si dice che il Governo ha potere di “promuovere” la “questione di legittimità costituzionale” di una legge regionale .
Questo potere del governo di chiedere l’annullamento di una legge regionale è senza alcuna limitazione, non solo verso la regione ma anche verso le province.
Ma Governo e Regione non giocano con le stesse regole. Legge costituzionale 9 febbraio 1948 al primo e secondo comma dell’art.2 , e per gli articoli 1, 31 e 32 della legge del 1953, limitano il potere delle Regioni di impugnare le leggi dello Stato o di altra Regione “in via principale” presso la Corte , ma solo se lo stato cerca di calpestare le competenze (o attribuzioni di funzioni) delle regioni, cioè solo quando quelle poche competenze regionali siano state invase dallo Stato.
Quali sono le competenze regionali? Quelle attribuite dalla Costituzione, ma solo se poi vengono richiamate negli statuti, e nel caso delle regioni speciali, quelle degli speciali statuti, approvati, salvo che non vadano a calpestare funzioni dello Stato che esso non ha delegato.
C’ è però anche un’altra sfera del diritto che le regioni hanno protetta, i diritti stabiliti dalle leggi internazionali, che sono diventati operativi come leggi costituzionali nel nostro sistema con il trattato di Lisbona entrato in vigore il 1 dicembre 2009, ma su questo torneremo altrove, perché seppure queste norme della UE e del Consiglio d’Europa modificano le “relazioni” fra stato ed enti locali, e fra cittadino e amministrazione pubblica (sia essa il comune, la provincia, la regione, lo stato o qualunque altro ente “territoriale”) non ne modificano di fatto le attribuzioni di funzioni, semmai le finanze e la “inviolabilità” da parte del governo centrale.
Quindi il Governo centrale è molto tutelato dalle “ingerenze” o “esorbitanze” delle regioni, mentre la regione può difendersi dalla invasione di funzioni solo quando sia stata violata una norma relativa alla ripartizione di competenza tra lo Stato e la Regione, modificate anche nel 2001.
Come detto per alcune Autonomie, gli statuti fanno legge anche per il governo, come per lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige che in realtà è protetto dal trattato internazionale di Parigi.
L’ipotesi quindi che un partito che prenda in mano l’intera regione faccia uno “Stato indipendente” è una sciocchezza se non una vera e propria truffa.
Anche perché, qualora il Consiglio Regionale si azzardasse a farlo, o la giunta se lo permette lo statuto, la legge non verrebbe mai pubblicata essendo necessaria l’autorizzazione del “Commissario del Governo alla Regione” che di solito coincide al Prefetto del Capoluogo.
Anzi, qualora la regione (consiglio o giunta) cercassero palesemente di mettere in discussione la “Unità nazionale”, il Commissario del Governo verrebbe autorizzato a Commissariare la Regione, sciogliere il consiglio regionale, ed indire nuove elezioni.
Insomma , Roma, che ha saputo trattare e ridurre alla ragione i Galli, i Celti e molti altri popoli, ha poi sviluppato nei secoli molte sottili tecniche di dominio occulto atte a impedire ogni spinta centripeta.
Quello che Roma non può però contrastare è la illegalità originaria, cioè il difetto di legalità fin dall’origine.
Uscendo dal discorso generale , e andando a guardare lo specifico delle Venezie, come ho spiegato dal 2006, il difetto di illegalità l’Italia e Roma lo hanno sul Lombardo Veneto fin dall’inizio, e questo in virtù del diritto internazionale stesso. Cioè il Lombardo-Veneto non è mai stato Italiano legalmente, lo è di fatto. Ma come noto l’Uti possidetis http://en.wikipedia.org/wiki/Uti_possidetis, cioé il governo militare di fatto di un territorio, non implica mai, nemmeno nei secoli, il diritto a tenerlo per sempre, non a partire dal 1840.
Tutto sta a vedere quando i veneti decideranno di liberarsi da questa invasione, e allora sceglieranno un proprio liberatore che su questa base li potrà liberare per legge. Non so quando succederà, presto credo, ma sono sicuro che succederà, sono sicuro che questa sia l’unica via possibile, e che per vari considerazioni succederà senza una guerra e senza l’uso di armi, pacificamente.
I Veneti avranno allora ancora una volta dimostrato al mondo che cosa significa rispetto delle norme, ossia, il mantenimento della Pace.
www.palmerini.net
Dario
6 Giugno 2011 @ 21:37
La convenzione internazionale sui diritti dell’uomo afferma il diritto di ogni POPOLO alla propria AUTODETERMINAZIONE. Scegliere l’indipendenza in un referendum sarebbe un atto di autodeterminazione del Popolo Veneto.
Il principio di AUTODETERMINAZIONE dei popoli è una norma di diritto internazionale generale ed inderogabile che produce effetti giuridici (diritti ed obblighi) per tutta la Comunità degli Stati. Esso è entrato in vigore da noi con Legge statale n. 881 del 25 ottobre 1977 (ratifica ed esecuzione del patto di New York), secondo cui “Tutti i popoli hanno il diritto di autodeterminazione. In virtù di questo diritto, essi decidono liberamente del loro statuto politico e perseguono liberamente il loro sviluppo economico, sociale e culturaleâ€.
Il POPOLO Veneto trova poi definizione legale secondo l’art. 2 della Legge statale n. 340 del 22 maggio 1971, che recita “L’autogoverno del popolo veneto si attua in forme rispondenti alle caratteristiche e tradizioni della sua storiaâ€.
Grazie alla Legge statale n. 85 del 24 febbraio 2006, è consentito esprimere opinioni e compiere atti democratici e non violenti per ottenere l’indipendenza di territori attualmente inglobati nello stato di cui è parte il Veneto.
Vale a dire che noi possiamo agire in modo democratico e pacifico per portare avanti l’autodeterminazione del Popolo Veneto e ottenere in modo non violento l’indipendenza del Veneto.
fonte: http://www.venetostato.com/wordpress/il-percorso/
significa che innanzitutto i Veneti sono un “popolo” riconosciuto, che secondo le leggi internazionali (Legge statale n. 881 del 25 ottobre 1977, ratifica ed esecuzione del patto di New York) può vantare il diritto all’autodeterminazione… da quel che so, le leggi a livello europeo, sono superiori a quelle di livello nazionale, pertanto, questo non autorizzerebbe il governo italiano a impedirci di raggiungere tale fine…
inoltre tu dici che il Commissario del Governo della Regione, potrebbe impedire la richiesta di referendum… ma se anch’egli fosse dalla nostra parte ???
infine, tu affermi:”Tutto sta a vedere quando i veneti decideranno di liberarsi da questa invasione, e allora sceglieranno un proprio liberatore che su questa base li potrà liberare per legge.” e questo liberatore, seguendo la base da te sopracitata, non potrebbe essere proprio un ipotetico governo futuro della regione veneto ??
scusa la lunghezza della risposta, ma mi farebbe piacere se potessi chiarirmi certi punti…