Il collasso dell’Italia e del “Made in Italy” ed una possibile via di fuga.
Un produttori di gioielli del Veneto mi dice che il settore è al collasso a causa dei costi. La produzione in Italia del settore non è più competitiva, basta spostarsi anche nella vicinissima Croazia per avere quel po’ di margine tanto da poter sopravvivere, ma in Italia non si può più produrre. Troppe tasse sul reddito, troppo tasse sul lavoro dipendente, troppa burocrazia, troppe complicazioni.
Questo non avviene solo in questo settore, ma in quasi tutti. Si pagano troppe tasse e alla fine non resta nulla o si finisce pure per lavorare al solo scopo di pagare le tasse. Se si offrisse un posto statale agli imprenditori Veneti , ben pagati come sono quelli statali, credo che il 90% accetterebbe.
Per altro tutti stiamo allo stesso tempo verificando che ci conviene comprare in qualche sito, e pazienza se il negoziante nostro vicino di casa chiuderà bottega. Il commercio online è in forte crescita, e lo sarà sempre di più a causa dei diversi costi. Così sta morendo la produzione locale ad una velocità impressionante, la stessa che ha il corriere a consegnare il prodotto della concorrenza estera di paesi a più bassa tassazione.
Anche il Made in Italy è morente o defunto, perché il consumatore è esso stesso diventato povero, e preferisce comprarsi cinque braccialetti cinesi in rete, per poi usarne uno sempre diverso ciascun giorno, anziché comprare un gioiello ben fatto “Made in Italy”. Chi se ne frega se è cinese! Per il consumatore è importante che sia bello , ma che costi poco, il Made in Italy non è più un dogma, se mai lo è stato.
Ho previsto queste cose circa 20 anni fa, quando ancora si poteva cambiare il sistema, ma naturalmente la generazione di politici pro e contro Berlusconi, nel il sistema televisivo di allora sostanzialmente Berlusconiano , ha vissuto sul denaro facile delle banche continuando a indebitare il futuro che ora è il presente. Hanno semplicemente raccontato un’altra storia di quella vera.
E adesso? Adesso si dovrebbero fare gli stessi cambiamenti che proponevo ma in maniera molto più traumatica, e purtroppo non credo che si faranno.
Per esempio si dovrebbe ridurre la burocrazia e il parassitismo in maniera draconiana, così come l’evasione fiscale in quelle aree dove è maggiore per ridurle a quelle che ne pagano troppe.
Bisognerebbe mettere in galera i ladri politici ed i corrotti con una determinazione che non c’è.
Teoricamente si potrebbe responsabilizzare tutta la macchina amministrativa attraverso un forte decentramento e responsabilizzazione delle autonomie, ma purtroppo ora non c’è più nemmeno a livello locale una classe politica in grado di gestire questo passaggio di consegne. Comunque è chiaro che manca la volontà e la capacità politica della classe dirigente centrale di prendere queste misure, lo si vede chiaramente nella partita delle autonomie. Se si faranno vedremo presto che produrranno altri guai invece che miglioramenti.
C’è da dire che anche all’inizio di questo decennio c’è stato un momento in cui tutto ciò poteva avvenire, con il Governo Monti, perché era libero dai condizionamenti politici. Invece si è dimostrato altamente incapace di governare la macchina, basti dire della telenovela delle Province che prima o dopo dovranno essere ripristinate totalmente pure nelle elezioni. Invece di una soluzione Monti e soci sono stati un ulteriore problema e creatori di problemi. Ed ora il quadro è ancora più complicato di allora, anche economicamente. I dati macroeconomici ci dicono che siamo nell’imminenza del baratro.
Anche il promesso cambiamento del Movimento Cinque Stelle si è palesato come una bugia inventata per impedire il cambiamento, oramai siamo alla tattica elettorale a suon di Twit.
Ed allora ? Come se ne esce.
Si può riportare l’Italia alla sua forma naturale pre unitaria, il che liberebbe tanta energia quanta una scissione nucleare, naturalmente con qualche scoria, ma poi si ripartirebbe. Questo però non verrà per suicidio naturale delle Istituzioni, c’è ancora troppa gente che ci campa riccamente , diciamo un terzo della popolazione.
Oppure c’è la possibilità teorica che il Consiglio d’Europa costringa l’Italia a trattare ciascuna delle minoranze linguistiche al pari del Sud Tirolo, cioè come minoranze nazionali, perché è stata l’Italia stessa ad affermare che le sue minoranze nazionali sono quelle linguistiche, lo ha fatto nel cancellare la mia legge regionale n° 28 del 2016.
Non ha capito la Corte Costituzionale ed il Governo e la Regione Veneto che cancellando la legge che avevo scritto si costringeva l’Italia a vedere nascere non una ma ben 14 aree di autogoverno come il Sud-Tirolo, le arre di minoranza linguistica, e che tale autogoverno ce l’avranno ugualmente anche i Veneti perché tutto si può dire tranne che la lingua veneta non esista.
Il dossier è già sul tavolo del Consiglio d’Europa che sta monitorando l’Italia dal primo marzo.
Ne vedremo delle belle, se teniamo a mente che tutto ciò libererà il paese dalla morsa centralista.
Questo spiega perché non mostro interesse per l’Autonomia proposta da Zaia. Non solo non la ritengo funzionale, ma non è nulla comparata all’autogoverno che verrà come minoranza nazionale o linguistica, ed il bello è che sarà stata proprio la Giunta Veneta, lasciando che si cancellasse la legge n°28 del 2016 per impedire l’area di autogoverno dei Veneti, a provocare la trasformazione dell’Italia federale in totalmente fatta di autogoverni su base etnica. I tempi? Boh! Arriverà comunque.