I tribunali delle Venetie saranno presto direttamente gestiti dal Popolo Veneto, e saranno bilingue in tutte le province venete, cioè comprese quelle di Bergamo, Brescia e Cremona.
Questo è il risultato di una serie di azioni che si voleva ottenere con azioni saliti alle cronache di Corriere, Gazzettino, il Mattino di Padova.
In realtà non si trattava di nulla di nuovo, semmai l’unica novità è il fatto che a presentare l’istanza è stato uno studio di avvocati normali.
Ma d’altra parte gli avvocati curano gli interessi del cliente, e se le leggi permettono questo, e sono leggi internazionali, ecco che l’azione diventa di portata costituzionale ed internazionale.
Questi diritti infatti derivano dalla dimostrazione che il Lombardo-Veneto nel 1866 è stato invaso e non è legalmente italiano, dimostrazione che ho fatto nel 2006 e scritto nel libro “La Repubblica Mai Nata” del 2007.
Legalmente il Lombardo-Veneto non è italia. Quindi anche a Milano, Lecco, Como, Pavia, Sondrio e Varese potranno avere tribunali propri, ma in Lingua Lombarda. A Mantova il Mantovano.
Non solo, ho dimostrato nello stesso libretto che il Referendum del 1946 non è legalmente valido, è nullo, poiché non votarono i cittadini italiani di Istria, Dalmatia, oltre che quelli di Udine, Pordenone, Belluno, Bolzano e altri ancora.
Su queste questioni, il Tribunale di Venezia interrogato nel 2006 si è pronunciato nel 2008, e ha sentenziato che sul “Lombardo-Veneto” c’è il “difetto assoluto di giurisdizione”, esattamente come per le basi americane.
Per i non addetti questo significa che il Lombardo-Veneto non è un territorio che il Governo Italiano può pretendere come suo, e che la Giustizia deve essere autoctona e gestita dai locali, perché così stabilisce la legge internazionale.
Infatti come può essere imparziale il giudice di una amministrazione abusiva fin dall’inizio ?
Insomma è solo per ignoranza dei propri diritti che i cittadini delle Venetie pagano le tasse a Roma e si fanno gestire dall’Amministrazione Italiana.
Tanto più che l’amministrazione è legalmente già in mano ai veneti anche secondo un dispositivo di leggi italiane che prevedono in effetti un loro autogoverno. Le leggi vigenti infatti prevedo fin dal 1971 che il “popolo veneto” esiste ed ha diritto di “autogoverno”, ossia il diritto al trattenimento al 100% delle tasse nelle Venetie, come fanno a Bolzano, Aosta e Palermo. Ma “Autogoverno” è anche quello della Giustizia, tanto più che la Lingua Veneta è internazionalmente riconosciuta e gli italiani non la riconoscono.
In ogni caso le leggi internazionali prevalgono su quelle di Roma, e le leggi internazionali riconoscono ad ogni popolo il diritto a proprie Istituzioni.
Ecco perché noi veneti, a partire dal 1999, abbiamo invece usato le leggi internazionali, con le quali, essendo popolo sovrano, abbiamo costituito delle nostre Istituzioni, una anagrafe, un Governo, un Parlamento, un Tribunale.I cittadini delle Venetie iscritti alla anagrafe del popolo veneto, possono chiedere di essere giudicati da un giudice “naturale” ( dall’art.6 L.n.848/1955).
Già nel 2003 sono stati fatti i primi tentativi di far valere questi diritti, ma a volte nella forma non corretta, a volte trovando giudici sovversivi che hanno violato la legge, a volte mancandoci i soldi per pagare gli avvocati , noi, il popolo fra i più produttivi d’Europa, siamo senza soldi.
E certamente hanno contribuito a rallentare queste azioni, e a farci mancare il supporto popolare, tutte quelle forze politiche che portano avanti il federalismo, l’autonomia e l’indipendenza con fantasmagorici referendum di vario tipo.
Ma perché chiedere a Roma quello che è già scritto nelle leggi?
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Insomma, le genti delle Venetie vogliono l’autogoverno, compresi gli immigrati che avrebbero lo stipendio più alto.
Ma la causa principale del non raggiungimento dell’Autogoverno sono proprio quei veneti che non sanno fare struttura e coalizzarsi intorno all’unica via possibile e già iniziata, quella dell’autogoverno diretto.
Chi nega il diritto ad un autogoverno immediato, o è un incapace, o è in mala fede, smanioso di potere personale a costo di frenare il processo di autogoverno e autodeterminazione nel rispetto delle leggi internazionali e venete.
Tuttavia , la china è oltrepassata.
Non si tratta più di “se” ci saranno i tribunali veneti , ma solo di “quando”.
Certamente un magistrato potrebbe anche negare questi diritti, tanto più e lo ha già fatto in passato.
Ma chi può dire se fra 1, o 2 anni, o fra 5 o 10 anni , un tribunale sovrano veneto lo chiamerà a rispondere dei proprio reati.
Perché negare questi diritti è un reato, una violazione della Costituzione Italiana e delle leggi internazionali, con pene molto gravi.
E le leggi sono uguali per tutti, tanto più per i magistrati che le devono applicare.
De Pieri è uno dei primi cittadini veneti che chiede il rispetto di questi diritti. Il suo diritto al giudice imparziale è intangibile, protetto da una sfilza di leggi e dalla Costituzione, e questo è il Tribunale del Popolo Veneto, che ha propri magistrati, e giurie popolari imparziali.
Saranno loro a decidere se De Pieri è colpevole e di che cosa. Non spetta a me o ai giudici italiani giudicarlo per i suoi comportamenti.
Io stesso ho chiesto le stesse cose nel 2008, ma non mi hanno mai risposto, hanno congelato tutto piuttosto. Allora quest’anno ho chiesto a Strasburgo di condannare l’Italia perché non mi ha ancora risposto. De Pieri farà lo stesso fra 6 mesi.
Se la giustizia dovesse rispondere negativamente a questi diritti, verrà chiesto a Strasburgo di condannarla perché nega questi diritti!
Nei fatti noi siamo già uno stato sovrano, e il governo italiano è impotente rispetto a questo, può solo tacere e sperare che non cresca la consapevolezza dei veneti.
Quello che è certo è che chi invoca questi diritti ha visto svanire negli anni i procedimenti giudiziari che li riguardavano, e tutto va in prescrizione.
De Pieri stesso ha visto svanire una condanna in primo grado che è andata in prescrizione perché si è chiesta la giurisdizione.
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