Dentro o fuori dall’Euro l’Italia non ce la fara’ comunque
L’Italia si è retta per decenni sull’economia nera e delle mafie, che hanno prosperato grazie alle collusioni con gli apparati statali. Perfino il premio nobel per l’economia Friedman ebbe a dire che l’evasione fiscale (pur senza giustificarla) è stata una delle chiavi della sopravvivenza dell’Italia. Allora può un sistema così sopravvivere in una Europa unita ?
La notizia incredibile è che nella contabilità ufficiale degli stati europei verranno conteggiati come PIL perfino il traffico di droga, la prostituzione, il traffico di armi e di organi, insomma centinaia di miliardi di Euro ci faranno credere di essere in buona salute.
Dovremo ringraziare i picciotti e gli spacciatori per il nostro benessere e per non sforare il patto di stabilità? Anche chi commercia in foto pedopornografiche?
Probabilmente sì, ora anche ufficialmente l’Italia si regge sul malaffare, sulla truffa, è scritto nella contabilità statale!
Quello che è certo è che i periodi di fioritura dell’Italia unitaria corrispondono nei fatti ai periodi nei quali lo stato-amministrazione era colluso con varie corporazioni esterne come la politica, i partiti, i sindacati, ecc, perché in pratica c’era una comunanza di interessi fra lo sviluppo del paese e queste mafie-politiche. Perché non dimentichiamoci che come oggi, da sempre si fanno le tangenti anche sull’assistenza sanitaria, sui pasti negli ospedali, sui farmaci, sull’assistenza a chi è invalido o ha malattie croniche… attenzion, l’Italia unitaria, non quella preunitaria.
Il sistema italiano di mafie-politiche corporativiste, da una parte ha sempre schiacciato le eccellenze individuali che non si adattavano al sistema e non si facevano “cooptare”, così come negli appalti pubblici sono sempre state escluse aziende sane ed efficienti quando non pagavano le tangenti, privilegiando quelle corrotte e magari inefficienti. Ma dall’altra il sistema della mafia-politica dava da mangiare un po’ a tutti, magari con la giusta raccomandazione. In questo ambito la criminalità organizzata ha sempre giocato il suo ruolo: già durante il Fascismo il prefetto Mori venne “promosso” a senatore quando si era avvicinato troppo al livello di connivenza mafia-politica.
Purtroppo e per fortuna questo sistema è collassato, non c’è già più, la politica ne sta solo prendendo atto. La stagione delle riforme non sta cambiando il sistema, ma sta solo subendo il cambiamento già avviato adattandovisi.
Anche il famoso salotto del capitalismo italiano si è dissolto, e Renzi sta solo cercando di attribuirsi un cambiamento che invece è già avvenuto per decesso naturale.
Che cosa ha provocato la morte del sistema corporativista delle mafie-politiche italiane? Da dove è arrivato questo cambiamento ?
Sicuramente la crisi economica ha dato uno spintone ad un sistema in equilibrio precario, cioé il sistema non poteva più funzionare cona la crisi economica determinata dalle banche e con l’arrivo nel mercato di attori produttivi quali Cina ed India e di consumatori quali la Russia.
Ma c’è stta anche una spinta istituzionale derivante dalle istituzioni europee, che con il trattato di Lisbona dal dicembre 2009 hanno sovranità sull’Italia.
L’Italia oggi fa parte del sistema dominato demograficamente ed economicamente (e quindi politicamente) dai popoli del nord Europa i quali hanno nella loro cultura il concetto di “onore”. I Tedeschi, gli Inglesi, i Francesi e pure gli Spagnoli, ma anche i Veneti ed altri considerano meschino vivere di sotterfugi. Questi popoli amano strutturare la propria realtà seguendo principi ordinatori, perché considerano l’essere umano libero di determinare il proprio futuro almeno in buona parte, perfino di riuscire a controllare (e ci provano) gli eventi naturali, quanto meno di prevenirne e mitigarne gli effetti più devastanti.
I popoli del nord considerano lo “stato” un organismo necessario alla collettività per potersi organizzare in “regole”, in modo che il cittadino che le rispetta non abbia nulla a che temere per la propria vita privata e dall’autorità pubblica. Infatti l’esistenza di regole pubbliche e certe e condivise porta con sé la possibilità di dedicare alle cose pubbliche solo il tempo strettamente necessario, e la possibilità di potersi godere pienamente il proprio tempo, chi nella propria vita privata o di gruppo sociale, chi nel godimento della cultura e dell’arte, chi nel perseguimento di interessi mercantili o religiosi o altro. Ecco perché dove uno stato funziona bene e con regole certe fioriscono l’economia, le arti, gli sport, ma pure la ricerca scientifica e l’innovazione, nel complesso l’intera società.
I popoli del nord non amano vivere nella costante paura che le proprie condizioni sociali cambino d’improvviso, magari per un semplice cambio di autorità politica. Non amano il caos determinato dalla discrezionalità politica ed amministrativa, preferiscono piuttosto un ordine imposto, al limite una dittatura, ma che garantisca delle libertà, meglio poche e ristrette ma certe piuttosto che una libertà tanto dichiarata ma poi in realtà immersa nella precarietà continua e nella incertezza delle regole, che alla lunga fa vivere nell’ansia. Ne consegue naturalmente che fra i popoli del nord l’evasione fiscale non solo non è apprezzata, ma risulta praticamente inconcepibile, se non nella ristretta cerchia deviante del 5% che ogni fenomeno sociale comprende seguendo la curva di Gauss. Ovvio dunque che in queste culture, lo Stato, pur voluto e desiderato, viene vigilato e tenuto nella retta via, poiché evidentemente in un tal sistema risulta intollerabile che venga usato per fini personali. Inconcepibile dunque che il cittadino viva di stenti evadendo il fisco perché lo stato ti costringe a farlo.
Se guardiamo bene, questi sono popoli secolari o millenari d’Europa, sostanzialmente sono ancora i Sassoni, i Galli e i Veneti, che nella loro storia più volte si sono trovati a confronto con un’altra maniera di concepire l’esistenza, la cultura latina, che organizza e pensa il reale in maniera del tutto differente.
La cultura di discendenza romana invece, considera ineliminabile la precarietà dall’esistenza umana, pensa che le vicende umane siano per lo più determinate dall’influenza degli dei e del caso piuttosto che dalla condotte soggettive. Questo è comprensibile tanto più in quanto si scopre che tale maniera di intendere si è sviluppata in zone sismiche ed alle pendici di zone eruttive dell’Europa. Non solo la fiorente Pompei fu d’improvviso distrutta, ma tutte la costiera tirrenica era di fatto all’abbrivio di improvvise invasioni, come furono l’arrivo di molti popoli dal mare. Per non dire che il vulcano sottomarino Marsili che di tanto in tanto distrugge d’improvviso qualche città costiera con uno tsunami. Tutto questo ha creato una immanente e ineliminabile cultura della precarietà ben visibile anche oggi, per cui l’uomo, a fronte di questo, non resta che organizzarsi alla bene e meglio, si rende necessario e primario l’esistenza di meccanismi di “accomodamento” degli interessi sulla base della sorte toccata a ciascuno, ma anche delle influenze reciproche, un meccanismo che ultimamente viene chiamato “la concertazione”. In realtà si tratta di un meccanismo di disorganizzazione “creativa” , la quale funziona bene in certi contesti e purché esista una autorità superiore che regola e riequilibra gli inceppamenti del sistema.
Che ci si creda o no la rete internet funziona piuttosto con questo modello, il quale funziona meglio del modello di rete totalmente regolamentata, simile a quello accentrato e accentratore, che in passato si è più volte sperimentato. In una rete cooperativa ognuno cerca di massimizzare il proprio interesse, ma nel contempo tutti concorrono a creare una rete comunicativa globale, poiché una parte delle risorse vengono messe a disposizione di tutti in cambio della sola visibilità e della possibilità stessa di comunicare, nell’idea irrazionale, ma pur sempre effettiva, che prima o dopo vi sia un ritorno di interessi.
Purtroppo storicamente un tale sistema cooperativo funziona bene per le comunicazioni elettroniche se ci sono delle regole, ma non funziona per gli esseri umani tanto più quanto le regole sono evanescenti, perché i bambini nascono egoisti ed egocentrici e solo con una eduzione prolungata, ormai rara e cara, è possibile renderli capaci di cooperare senza detrimento altrui e nell’assenza di regole. Nella realtà umana il sistema basato sulla buona volontà non funziona perché prima o dopo qualcuno si trova scontento della propria posizione credendo di aver subito un torto (perché le regole non sono certe) ed inevitabilmente si sfocia nella guerriglia e nell’omicidio politico del coordinatore della rete. Ad un certo punto inevitabilmente il sistema politico va in fibrillazione e si deteriora verso la dittatura o la guerra. Il sistema delle regole certo e senza eccezzioni non ha questo esito, perché chi sbaglia viene sanzionato e paga, chiunque esso sia.
A questo si aggiunga che lo stato Italia nasce come nemico invasore dei popoli e degli stati preunitari, per cui atavicamente il cittadino lo sente ancora oggi come un invasore della propria vita, lo considera un nemico. Ed in effetti spesso lo è o lo può diventare in qualunque momento a causa della mancanza di regole certe e responsabilità individuali. Per cui mentre il cittadino si sente moralmente giustificato e si crede “furbo” nel fottere lo stato, perché è un nemico, lo stato si sente legittimato a chiedere più del dovuto perché sa che il cittadino lo frega continuamente, e “piange il morto” anche quando non c’è. Morale, tutti si fregano fra di loro, e viene meno perfino il senso di appartenenza.
Questo rapporto conflittuale non finirà mai,lo stato italiano è percepito come nemico, in parte lo è e lo sarà per sempre perché è nato come nemico e non può certo diventare uno stato voluto. Per l’altra parte si comporta come tale nei fatti.
D’altra parte è nato dallo stupro di antichi popoli, ed anche le minime attese di riuscita sono sempre state tradite dove più dove meno.
Comunque il sistema latino se lasciato autonomo ha i suoi vantaggi, ma solo in certi contesti ed a certe condizioni. Lo ha dimostrato negli anni ’80 con la svalutazione, ma allo stesso tempo ha creato quel mostro di debito pubblico con i suoi falsi in bilancio che oggi ci manda in miseria. Ma ne esistono ancora delle sacche.Mi diceva una esperta del settore moda che ancora oggi, nel 2014, a Napoli si producono capi di abbigliamento di ottima fattura a prezzi perfino inferiori a quelli cinesi, in quanto la manodopera a 5 euro in nero, l’evasione fiscale delle aziende e i costi di trasporto dalla Cina permettono un costo finale dei prodotti più basso a Napoli perfino rispetto ai cinesi. Ma poiché tutto ciò è tassativamente in nero, ossia non è possibile comperare tali prodotti con fattura, e aziende del Lombardo-Veneto, primarie nella moda, non possono approvvigionarsi da quelle di Napoli, a causa del fatto che sono sottoposte a controlli fiscali continui ed ossessivi, con richieste che vanno oltre l’usura e si avvicinano alla servitù . Morale della favola, tutti chiudono, anche a Napoli
La realtà è che il sistema latino si ritrova oggi in una Unione Europea dominata dai popoli del nord. E questi, come detto, non amando l’evasione fiscale e considerando lo “stato” un organismo necessario alla collettività, vogliono sistemi di controllo efficaci, e spingono per questo, impongono patti di stabilità, limiti di debito ecc ecc, tagliando fuori il sistema latino. Si può discorrere sul fatto che nel frattempo i popoli del nord non si rendono conto che questo sistema delle regole serve al sistema delle banche, che vogliono tutto tracciato e registrato in modo da applicare una commissione ad ogni transazione, e dunque indebitare i popoli.
La realtà è che l’Italia non ha futuro con l’Unione Europea: buona parte del territorio italiano di cultura definita dispregiamente “latina” , non può certo diventare in un botto di cultura germanica, le rivoluzioni culturali richiedono decenni. Ed è ancora più utopistico sperare che i popoli del nord europa si adeguino ad un sistema di precarietà continua scendendo dal loro alto standard di vita. Sarebbe come che gli italiani dessero quel po’ di benessere a milioni di immigrati africani riducendosi a vivere in case di fango. In questo senso i popoli nordici non sono da biasimare perché non vogliono rinunciare ai loro secolari sforzi , e non vogliono abdicare in favore di un sistema di non-regole e precarietà latina, per quanto “ricca” e creativa, anche di omicidi mafiosi. Parimenti, dico da anni che i Veneti devono scegliere se diventare e vivere come il resto d’Italia, cioé meridionalizzarsi, oppure pensare a tornare indipendenti.
Purtroppo l’Italia è imprigionata in un continuo peggioramento, le problematiche irrisolte che si sono accumulate, come il parassitismo statale, le mafie, il debito pubblico, l’inefficienza e le le caste, non sono compatibili con l’Europa.
Ma l’Italia allo stesso tempo non può stare fuori dal sistema europeo e dell’Euro, perché il debito in euro diventerebbe impagabile in una lira svalutata, lo stato non potrebbe più farvi fronte (e non si illudano coloro che credono nella possibilità che lo stato rifinanzi il debito pubblico con una banca di stato, questo è inammissibile per i padroni del sistema, le banche internazionali che stanno comperando i titioli carta-straccia per poi riccatarci come con l’Argentina). Insomma, a mio parere, l’Italia fuori dalla UE e dall’Euro finirebbe subito alla bancarotta Argentina, ovviamente pilotata e voluta dai padroni del vapore. Per altro tutti gli anni ’80 anno dimostrato che la svalutazione porta in seguito ad un impoverimento dei salariati, che oggi non a caso guadagnano molto meno dei loro corrispondenti tedeschi pur costando pure di più. Le aziende italiane pagano molte più tasse dei tedeschi, hanno un costo del lavoro più alto, e servizi molto scarsi, prova del fatto che la svalutazione monetaria nel breve periodo fa aumentare l’export, ma alla lunga porta alla povertà del cetro produttivo .
A tutta evidenza nessuno sta proponendo una soluzione alternativa a queste due vie:
1) l’Italia resta nella UE e nell’Euro (solo l’Inghilterra può stare nella UE senza legarsi all’Euro ) e non funziona più il sistema istituzionale, il paese continua ad immiserirsi fino alla bancarotta di fatto, e con l’acquisto da parte degli stranieri di ogni asset (opps! è quello che sta già succedendo)
2) l’Italia esce dall’Euro (e dalla UE), il debito diventa velocemente il 200% del PIL, i fondi speculativi richiedono il pagamento dei 140 miliardi di Euro di crediti insegibili che le banche stanno vendendo, la lira va in collasso , il paese va in default ed in miseria
Ci sono soluzioni a questo identico scenario ?
Certo, io qualche idea ce l’avrei, ma non se ne farà mai nulla. Infatti vivo nel sistema latino, e per arrivare al potere dovrei seguire il sistema della “concertazione” e i suoi meccanismi, cioè dovrei scalare la gerarchia lasciando silenzioso che intorno a me si rubi. E solo dopo essere diventato ricattabile potrei salire a quei vertici di potere per fare solo quello che comandano i padroni del vapore, che posseggono i media e le banche, ed in pratica non fare nulla. In ogni caso io non sono disposto ad ingannare tutti con bugie e false promesse per arrivare al potere e non far nulla, tanto meno all’omicidio politico. Non sono disposto a dire al mio compagno di partito “stai sereno” per poi accoltellarlo alla spalle appena possibile. Non è la mia cultura, io sono Veneto. L’accoltellamento alle spalle, l’imboscata, la lupara bianca sono di matrice italiana, mentre la sfida a volto scoperto e il duello onorevole con regole certe sono la mia matrice culturale, che è veneta. Io sono veneto. E purtroppo ormai anche i veneti si stanno ormai rassegnando alla cultura latina, e anche fra i politici veneti non sono rari i casi di falsità e accoltellamenti politici del compagno, per non dire delle ruberie diffuse da diversi decenni. La società veneta si sta imputrescendo come i suoi veritici politici, come al solito, ogni popolo non ha mai il governo che si merita.
Per cui credo, da molti anni, che ai Veneti e ai popoli di discendenza nordica (come i discendenti dei Galli, dei Celti ecc) non resti che pensare pragmaticamente a come staccarsi dal sistema latino per eventualmente raggiungere il sistema nordico, ammesso che nel frattempo non si scopra che è meglio starsene da soli fin tanto che non si risolvono i problemi che ci sono con un’altra cultura secolare, i russi, oppure che non si creino opportunità di dialogo con il ritorno a Bisanzio.
Oppure, se si decide di restare italiani, conviene ai veneti esserlo fino in fondo, e smetterla di ragionare da verginelle in questa bolgia statale.
In ogni caso si capisce che non si può star fermi fin tanto che ti vendono anche le mutande, e chi si preoccupa e vuole fare qualcosa sa dove trovarmi.