Il ritorno al Lombardo-Veneto è l’unica strada praticabile. La Ue boccia i referendum
Il Lombardo-Veneto è esistito come stato legalmente costituito nel 1815. Fu uno degli stati dell’Imperatore d’Austria, similmente a quelli che oggi sono stati indipendenti della corona inglese (Canada,Australia ecc) .
Nel 1866 venne reso completamente indipendente dall’Impero asburgico in virtù del trattato di Vienna del 3 ottobre. Il trattato prima cedeva il Lombardo-Veneto a Parigi, e Parigi lo rimetteva nelle mani indipendenti di Venezia, la sua capitale. A quel punto l’intero Lombardo-Veneto dovuto decidere se restare indipendente o diventare parte dell’Italia. E pure la Lombardia doveva partecipare al voto, sebbene il Piemonte (retto dai massoni Savoia) l’avess già militarmente tenuta fin dal 1859.
La Lombardia non poté nemmeno votare (e quindi non ha mai fatto un plebiscito per unirsi al Regno d’Italia), mentre nella Venetia (la parte ufficialmente veneta del Lombardo-Veneto) vide il voto dei soldati italiani stessi, con regole decise dall’Italia, uno stato straniero privo di legalità sul territorio, eppure lo controllava già completamente perfino nei tribunali e nelle prefetture. Decise l’Italia chi potesse votare o non votare, e fece perfino votare i propri soldati e “partigiani” anche quando minorenni.
Meglio ricordare che il Lombardo-Veneto è la continuazione della repubblica veneta dopo l’invasione e la spoliazione Napoleonica.
Il Lombardo-Veneto ha tutte le carte in regola per tornare indipendente (in quanto legalmente è già sovrano) in virtù del principio cardine e fondante del diritto internazionale, ossia il diritto di sovranità e integrità degli stati.
I titolari della sovranità sono le popolazioni native del Lombardo-Veneto, che risalgono ai 3 stati precedenti, il Ducato di Milano, il Ducato di Mantova e la Repubblica Veneta.
Ricalcando le giurisdizioni che hanno portato al Lombardo-Veneto, Bergamo, Brescia, e Crema sono territori veneti, e non lombardi, poiché anche per il diritto contemporaneo che tutela le minoranze, e ad una analisi storica e linguistica Brescia, Bergamo, Crema, sono venete, ma parlando di lingue pure una parte di Mantova è veneta. Linguisticamente perfino il dialetto milanese è una variante della lingua veneta, che non a caso è una delle più antiche d’Italia.
Quindi se guardiamo con gli occhi del diritto, è del tutto infondato parlare di popolo lombardo, i veneti sono i titolari del territorio della ex-repubblica veneta, ma ovviamente ai Bresciani, ai Bergamaschi, ai Cremaschi sarà dato la possibilità di decidere se restare o non restare con i veneti. Tuttavia gli unici a poter dare questa opzione sono i veneti, non altri, non gli stati abusivi, non la “regione” di creazione asburgica.
Anzi, è da mettere in discussione lo stesso aggettivo “lombardo”, semmai occorrerebbe parlare di popolo insubre.
Così è per i meccanismi del diritto, e nemmeno i veneti possono oggi rinunciare al proprio diritto fin tanto che non raggiungono la sovranità. Sì può approfondire il tema a questo indirizzo http://www.lombardo-veneto.net/info/
Abbiamo tutte le prove per dimostrare la sovranità del Lombardo-Veneto in Corte Internazionale, la quale se dovesse negarci il nostro diritto distruggerebbe tutto l’attuale assetto mondiale in quanto la sentenza farebbe giurisprudenza e sarebbe valida “erga omnes”, per tutto il mondo.
Il venir meno del dovere degli stati di rispettare l’integrità di uno stato porterebbe rapidamente alla III guerra mondiale con varie invasioni di piccoli stati da parte delle grandi potenze .
Il percorso che proponiamo è basato sulla conoscenza di questi meccanismi del diritto,non conoscerli è come voler giocare a scacchi con le regole del ramino.
Al contrario, chi propone un referendum per l’indipendenza di una regione propone percorsi di riuscita molto improbabile, come dimostra la notizia che la UE non riconoscerà uno stato nato da referendum regionale, e dice ”Se una regione di un Paese membro dell’Unione europea ottiene l’indipendenza piena dallo Stato di appartenenza finisce automaticamente fuori dall’Ue e viene considerata un Paese terzo” . E’ quanto ha dichiarato Pia Ahrenkilde Hansen, portavoce della Commissione europea. Questo conferma quanto dicevo già da 1 anno sulla base del trattato di Lisbona, e dato che sono stato calunniato dai referendari proprio per questo, significa che essi o mentono o sono persone gravemente non preparate che non sanno quello di cui parlano. http://www.linksicilia.it/2013/12/catalogna-e-scozia-puntano-a-salvarsi-dal-marasma-euro-e-la-sicilia-stabilizza-precari/
Anche a seguito di un referendum regionale della “lombardia” o del “veneto”, la UE e l’Italia diranno quello che la UE e la Spagna oggi dicono alla Catalognia (http://www.linksicilia.it/2013/12/pugno-duro-di-madrid-e-dellue-contro-il-referendum-separatista-in-catalogna/ ) ossia che non verranno riconosciuti.
Per quanto riguarda il veneto il referendum è adirittura VIETATO dall’art.27 del nuovo statuto regionale . Ora i referendari se la prendano con chi li ha ingannati o ha dimostrato TOTALE INCOMPENTENZA. Ho indagato fra i vari proponenti pubblici della via referendaria, e non c’è nessuno di titolato in materia di diritto internazionale a livello accademico , e pure gli avvocati coinvolti notoriamente essendo specializzati non praticano questa materia. E’ sintomatico di questo il fatto che non accettino un confronto pubblico sul tema dell’indipendenza.
In pratica la via referendaria è una bufala, è del tutto palese.
La via da seguire, legalmente blindata, è quella di chiedere il rispetto della SOVFRANITA’ del lombardo-veneto che è indiscutibile.
Occorre concentrare le energie sul percorso internazionale di ritorno allo stato Lombardo-Veneto, che comprende, ricordiamolo, non solo gli Insubri i Veneti e i Mantovani, ma anche il Friuli e la Venezia orientale.