Una tecnica di regime: metti in TV e nei giornali l’imbecille che rovina tutto il movimento
Al tempo del fenomeno degli “indignandos” spagnoli, vidi una intervista in qualche TV di una loro esponente. Essa raccontava che i media sono al servizio del potere costituito, e di conseguenza piu’ che cercare di dare conto dei fenomeni sociali e del malcontento, cercavano di pilotarlo e deviarlo.
Una tecnica, raccontava sempra la “indignada” , consiste nel dare visibilità a singole persone del movimento, che tuttavia non sono le vere anime, e nemmeno i migliori rappresentanti del movimento, ma sono persone che possono essere facilmente strumentalizzate per distruggere il movimento in quanto psicologicamente fragili o facilmente criticabili per le opinioni e le azioni che fanno.
Insomma, i media di regime, invece di dare visibilità agli autentici promotori del movimento o partito o gruppo che si è imposto all’attenzione con la mobilitazione, danno visibilità a semplici affiliati del movimenti, ma che non sono i veri autentici promotori dello stesso. Purché possa in seguito servire come distruttori dello stesso.
L’indignada infatti raccontava che volontariamente i media, invece di dare visibilità ai migliori dei movimenti, spesso prendono i peggiori, persone con tare e deficit di vario tipo, dall’uso di droghe, a turbe psichiche, a tendenze maniacali o autodistruttive, o che nutrono sentimenti di razzismo o antisemiti che possono essere in seguito usati per criticare il gruppo intero e spacciarlo perché criticabile.
Succede così che le persone che vengono strumentalizzate in tal modo, proprio perché scelti deboli di intelligenza e con tendenze psichiche devianti, una volta che acquisiscono visibilità per conto del movimento, e non tanto per meriti propri, spesso finiscono con il credere di essere per davvero loro i protagonisti e gli autentici promotori del successo mediatico. I media stessi raccontano il tutto facendo loro credere questo, e gli utili allocchi non capiscono che invece sono solo strumentalizzati dai media.
A questo punto avviene una metamorfosi dell’allocco a cui ho assistito purtroppo diverse volte, un fenomeno che ho chiamato “ubriacatura da potere” .
Queste persone infatti, una volta avuta la inaspettata fama (e anche immeritata!), ma da sempre bramata in quanto patologicamente egocentrici, spesso danno sfogo alle proprie più recondite fantasie.
Sentendosi promotori autentici e vincenti il loro ego scoppia in una megalomania (si sentono autori di tutto), inizia un deliro di potenza (si sentono capaci di raggiungere qualunque obbiettivo) , cominciano a pretendere che li si assecondi come degli dei, e finiscono così per creare fratture proprio con i veri e autentici promotori del movimento che normalmente hanno invece saputo lavorare per molto tempo e pacatezza agli obbiettivi raggiunti. Nel movimento nascono così scissioni e rotture, spesso deleteri. A seconda delle tare di questi individui essi portano una parte del movimento con sè realizzano così a gratis il risultato voluto dai media: la rottura del gruppo.
Il seguito e il consenso che i devianti ottengono inizialmente può essere anche non indifferente, ma poi il tempo fa rendere conto ai seguaci di aver sbagliato a giudicare, e di ritrovarsi fra le mani una persona squilibrata e spesso incapace. Tuttavia non è facile ammettere di aver seguito un cretino manipolato e magari megalomane, per cui spesso le persone che lo hanno seguito preferiscono ritirarsi da ogni movimento piuttosto di avere il coraggio e l’onestà di tornare indietro verso il gruppo di persone autentici promotori. Ed anche il ritiro degli attivisti è un risultato voluto e programmato dai media.
Il risultato a medio termine (qualche anno) tuttavia, vede i cretini manipolabili ridotti all’isolamento e chiusi nel loro delirio mentale, tanto grave da rischiare a volte il trattamento ospedaliero. Altri non riescono più a ritornare ad uno stato di “quiescenza” come erano prima dell’esaltazione mediatica, e finiscono per immolarsi in atti autodistruttivi o terroristici per dimostrare una volta per tutte che facevano sul serio ed erano veramente la punta di diamante del movimento. Peccato tuttavia via che anche questi atti vengono usati dai media per portare altro discredito al movimento originario.
Questi fenomeni rischiano di essere esiziali per un movimento nascente, ma sono comunque distruttivi.
E’ dunque fondamentale per la sopravvivenza di ogni organizzazione che promuova un cambiamento espellere quanto prima i personaggi potenzialmente megalomani, o i falsari, perché è certo che appena si avrà un po’ di successo essi verranno usati dal sistema mediatico per distruggere l’intera organizzazione, non solo perché i media attaccheranno questi anelli più deboli della catena, ma perché gli stessi squinternati saranno i primi a spaccare tutto per un piatto di lenticchie.
Sono stato personalmente testimone di diversi casi di questo genere che mi sono passati affianco, per miracolo salvandomi dalla omologazione alla azione di questi balordi.
Ad esempio, nel 2008 si ebbe una sentenza di Venezia che dimostrava l’esistenza del fondamento giuridico dell’Autogoverno da me proposto e fondato nel 1999. Cominciarono quindi ad avvicinarsi sempre più persone, si ebbe anche un cambio al vertice di governo …. si arrivò ad avere anche 160 persone mobilitate a resistere di fronte alla polizia.
Ad inizio 2009 cominciò l’attacco dei media per distruggere tutto. Apparirono i primi articoli di giornale, con mezze pagine su Corriere, Repubblica ecc . In essi si rappresentava il sig. Quaglia , divenuto capo del Governo con nomina e poi con voto mai verificato, come il vero artefice e creatore dell’Autogoverno. Tuttavia, in virtù di sue tare e precedenti trascorsi a me sconosciuti, veniva anche definito come un “pasdaran”. Quaglia era estremamente orgoglioso dell’appellativo, ma dato che “pasdaran” vuol dire terrorista, io ero lungi dall’esserne contento come faceva l’interessato, anzi, da subito avevo chiaramente detto che per me era il segno che il regime stava preparando una qualche trappola e che la cosa era del tutto sospetta. Purtroppo non avevo ancora capito che si stava andando a far scoppiare l’ego di Quaglia per portarlo ad una strategia armata come da lui probabilmente sognata da sempre.
Da prima il poveretto sembrava inerme e frastornato, tanto che quando nel 2008 era finito su La 7 e su Rai 2 non riuscì a dire nulla di significativo e nemmeno a pronunciare la parola Autogoverno che lì indegnamente e per caso rappresentava.
Poi scoppiò il suo ego, e infatti qualche mese dopo, nel giugno 2009, il poveretto schierò senza autorizzazione una “polizia veneta” dichiarando alla stampa di voler armare questa polizia nazionale veneta. Di farla armata! A istigarlo in questo, a spingerlo, c’era un certo Bortotto, ex-poliziotto buttato fuori dalla polizia italiana perché definito (da loro) “piccolo Rambo”. Però anche un poliziotto urbano in servizio effettivo e il parente di un colonnello dei Carabinieri. Troppa gente di apparato per essere casuale.
Da quel punto in poi il povero Quaglia perde il controllo di sè stesso, diventa un uomo confuso di idee e di pensiero, comincia a credersi per davvero il vero artefice dei 10 anni di mio lavoro sull’autogoverno, tanto che in seguito lo scrive e lo afferma, più volte, in pubblico, anche in seguito quando è evidente che non è così.
Sul nascere della polizia bloccai subito l’iniziativa in quanto non deliberata e fuori statuto, chiedendo a Governo e Assemblea di deliberare, e tutti furono contrari.
Sembrava che la cosa fosse risolta, e sembrava che piu’ di questo il poveretto di Quaglia non avesse e potesse fare. D’altra parte dato che l’Assemblea e il Governo gli avevano negato di mettere in piedi il suo giocattolo poliziesco, non c’erano più rischi.
In seguito Quaglia fu buttato fuori con Bortotto e molti altri. Fra loro finirono con il separarsi in altri gruppi non senza aver dichiarato per anni di essere gli autentici promotori dell’iniziativa di autogoverno. Sono finiti poi in inchieste per organizzazioni paramilitari, che naturalmente il regime e i media tentarono di associare a noi sfruttando questi utili allocchi.
Il fatto che i media facessero passare Quaglia come l’autore dei risultati di autogoverno, e la visibilita’ data dai giornali, per me era chiaro fin dall’inizio che era mirata a distruggere l’Autogoverno. Quaglia ha invece creduto di essere lui l’autentico motivo per cui i media gli davano visibilita’, e non l’insieme delle persone che egli rappresentava, che da 10 anni lavoravano. Il regime voleva distruggere l’organizzazione perché il vero motivo era il ricorso da me scritto e depositato (da Quaglia) in Consiglio d’ Europa che a tutta evidenza lui non era e non è in grado nemmeno di descrivere, figurarsi se ne era l’autore . Infatti il poveretto perse le carte, fece scadere i termini, lasciando così il popolo veneto all’asciutto dei suoi diritti ancora oggi, e non si può più ripresentare il ricorso se non rifacendo tutto da capo. Il regime ha decisamente vinto questa battaglia.
Un altro caso di strumentalizzazione di persone con esiti nefasti è stato quello di Gabriele De Pieri. Era anche un bersaglio facile essendo persona che su negri, ebrei e meridionali, ha vedute larghe quanto una camera a gas, basta chiederglielo.
Sempre nel 2009 il Mattino di Padova gli dedicò un ampio articolo per aver presentato un ricorso in Tribunale a Padova con il quale egli chiedeva che a giudicarlo fosse un Giudice Veneto. Il processo verteva sul fatto che egli , andando in con un camion in un centro paesano, violava il divieto di accesso, e fermato aveva apostrofato il Carabiniere che lo aveva fermato con “10,100,1000 Nassiria” e dopo discussione aveva anche finto di investirlo al suo stop.
Il ricorso in cui De Pieri disconosceva il Tribunale italiano e chiedeva il giudizio nel tribunale del popolo veneto ebbe ampio risalto nel gruppo repubblica, seppure fosse identico a quello da me presentato 1 anno prima nello stesso tribunale di Padova, sempre da me scritto. I ricorsi erano praticamente identici, io stesso consegnai il testo all’ avvocato difensore di De Pieri, ed egli lo presentò in forma del tutto analoga a quello da me presentato.
Domanda: perché il mattino di Padova non aveva dato la notizia un anno prima al tempo della mia presentazione? Perché diede con risalto la notizia su De Pieri ?
Lo scrivente non ha vedute su camere a gas, nè pensa che i Rumeni siano da cassonetto , non è ricattabile, non può servire a smembrare un movimento autentico.
L’Ego di De Pieri scoppiò immediatamente, a differenza di quello di Quaglia che ci mise dei mesi, De Pier subito credette che l’articolo era a lui dedicato meritatamente in quanto genio del diritto. Si convinse subito che tanta evidenza nei giornali era meritata (anche se era solo un giornale di periferia!).
Credendosi il dominus, De Pieri pretese subito di essere riconosciuto capo del Governo di Autogoverno e pretese totale obbedienza da tutte le sue frequentazioni, fino a minacciare chi non lo faceva. Vistosi da me non ascoltato poiché mi attenevo allo statuto, decise allora di allearsi allo scissionista Quaglia, il quale gli consegnò la presidenza di un neo “stato di Padova”. Per De Pieri era troppo poco, un ruolo secondario, quindi decise per diritto personale che poteva creare un proprio governo sovrano, anzi era sempre esistito fin dal 1997, anzi perfino riconosciuto internazionalmente dall’ONU con tanto di timbri.
De Pieri in seguito ha dato ai veneti un ottimo esempio di quello che come veneti non si vuole essere , arrivando a dichiarare di non sapere l’Italiano, il che tecnicamente lo rende un analfabeta visto che scuole di lingua veneta ancora non esistono. Poi è stato denunciato perché pretendeva dai Carabinieri il riconoscimento della Sua patente Veneta
Essendo capo della Repubblica Veneta, cioé Doge come altri 4 in circolo, ho saputo recentemente che dice di avere San Marco che gli parla di notte per indicargli il cammino per il ripristino della chiesa copta di Venezia…..
Io mi fermo di fronte a questo, troppa sacralità, devono avermi detto una balla. Tuttavia temo che …. non ho commentato nulla al suo sindaco che turbato mi confidava la possibilità di un TSO, cioé il ricorvero coatto.
A vedere i risultati dei media su queste persone c’è da augurarsi di non avere troppa visibilità nella vita.
E’ ingenuo pensare di avere facilmente il rispetto di un sistema di potere occupante e abusivo, e quelli che ci cascano, anzi bramano, devono essere assolutamente allontanati o messe al margine da ogni gruppo . Se si vuole attuare qualche tipo di rinnovamento sociale, non si può certo cominciare con megalomani, ladri, traditori, falsari ecc.
L’ incapacità di gestire il potere e la visibilità non è un problema solo per le persone coinvolte, perché oltre ad avere esiti gravi sul loro proprio equilibrio personale , il danno si riverbera sempre anche su coloro che frequentano.
A causa di Quaglia per esempio, e di altri condannati dall’Assemblea del Popolo Veneto, decine di persone del tutto ignare hanno poi in seguito rischiato seriamente la galera, trovandosi comunque invischiate in processi.
L’obbiettivo era quello di distruggere l’Autogoverno, operazione che al 2014 possiamo dire fallita.
Il gruppo degli scissionisti di Quaglia, ormai ridotto, è stato salvato dalle inchieste per banda armata con la scusa che la Lega fece abrogare il loro reato al fine di salvare anche le guardie padane. Se l’obbiettivo era quello di distruggere il movimento forse anche questo era tutto programmato fin dall’inizio.
Ora però chiunque insista a lavorare con queste persone sta solo rischiando per sè stesso, e forse rischia di danneggiare pure il popolo veneto.
Queste personalità sono poi quelle che impediscono la nascita di una rappresentanza unitaria dei veneti. Non è certo l’unione con questi cialtroni a fare grande un popolo. Semmai è la loro emarginazione. Un popolo che tiene al governo ladri e ciarlatani e folli certamente non può sopravvivere.
Di fronte a questo è chiaro che i personaggi come Quaglia, Borotto e De Pieri mettono in giro voci, come quella che Palmerini è dei servizi segreti italiani: ottima dimostrazione dell’ intelligenza che hanno e della loro capacita’ di fare squadra. Perché mai lo stato italiano pagherebbe qualcuno che ha dimostrato legalmente che lo stato italiano non ha legalità nel Lombardo-Veneto sia per legge interna (1999) sia per legge internazionale (2006) ? E cosa dire della sentenza ottenuta nel 2008 grazie ai miei studi storici e giuridici ? Il problema dei veneti sono proprio loro.
Un altro esempio che dimostra come il regime usi queste tecniche è dato dalla storia recente del movimento dei Forconi.
I media hanno prima cercato di associarlo alle teste calde di estrema destra, ma non riuscendoci hanno evitato di parlarne del tutto , sopratutto quando nel frattempo si stavano bruciando in piazza le bandiere italiane: un fatto da poco ?
Ora il movimento dei Forconi si è diviso ed è sparito. L’Autogoverno ancora c’è, più forte di prima. Ci saranno certamente altre truffe organizzare dal regime per confondere i veneti e i lombardi e i friulani e i mantovani da un fatto chiaro e lampante: sono già sovrani ma non lo sanno e per questo non esercitano l’indipendenza del Lombardo-Veneto, lo stato che è già nelle loro mani.