Le foibe si fecero perché volevano la Repubblica Jugoslava nel Nord Italia, il genocidio dei Veneti e la balla della resistenza e della liberazione
Sono un noto Antifascista e un noto Anticomunista.
Ho già scritto sui crimini dei Fascisti in Istria e Dalmatia . Oggi parlo di crimini comunisti, per altro già ampiamente condannati .
Ne “il Giornale” del 1° settembre 1996, Paolo Granzotto ci riporta il proclama, del “Compagno Vanni” , che nel 1945 era commissario politico della divisione partigiana “Garibaldi” . Questi erano i famosi partigiani, italiani e comunisti. Diceva:
“ Compagni! Tutti i partigiani italiani operanti nell’Italia nord orientale debbono porsi disciplinatamente alle dipendenza delle unità del maresciallo Tito. Sono nemici del popolo tutti coloro che non intendono appoggiare il movimento di adesione alla Jugoslavia progressista e federativa di Tito. I territori della Venezia Giulia sono legittimamente sloveni e sugli stessi perciò il maresciallo Tito ha pieno diritto di giurisdizione”
Insomma, i comunisti italiani non stavano liberando la Venezia Giulia, ma la stavano annettendo alla Jugoslavia di Tito. E’ ben evidenziato che essi dichiaravano Sloveni tutta l’Italia Nord Orientale.
Come noto furono migliaia i morti infoibati ordinati da Tito, il quale, pur essendo un monarchico finanziato dalle massonerie, realizzò il comunismo in Jugoslavia. Fra i morti anche i partigiani italiani non comunisti, ossia liberali, monarchici, repubblicano, popolari ecc .
Testo estratto dal libro
Da questo documento, e da molti altri, ci si rende conto che parlare di Resistenza o di Liberazione è una finzione, perché fu in realtà una tentata annessione al Regime Comunista che fallì sebbene per circa 2 mesi Tito ebbe il controllo di Trieste e il Friuli. Per lo stesso motivo Istria, Dalmatia e buona parte della Venezia Giulia non votarono al referendum del 1946, rendendolo incompleto e giuridicamente nullo come ho dimostrato nel mio libro. Infatti, quelle terre erano Italia, come fa ad essere valida la vittoria della “Repubblica” se l’Istria e la Dalmazia non hanno votato al Referendum? Purtroppo, quella parte di Venetia ( al tempo chiamata Venezia Giulia e Zara) andò persa, con la illegale cessione di Istria e Dalmatia autorizzata da De Gasperi (anche egli finanziato da alcune massonerie). Ma come ha potuto la “Repubblica” cedere un territorio che non ha mai votato per essa ? Oggi bisognerebbe incarcerare chi festeggia la “liberazione” in quanto è come un “incitamento alla rivoluzione comunista”, che si realizzò nelle terre di Istria e Dalmatia. Non tanto paradossalmente si è così realizzato il disegno che i partiti comunisti avevano intrapreso già negli anni 20 in vari congressi: staccare dal popolo veneto una parte fondamentale della sua terra originaria. Infatti Istria e Dalmatia sono come il Kossovo per i Serbi, ossia terra originaria, ed infatti furono terre da sempre venete, ma pure Veneziane ben prima di Vicenza, Padova, Verona ecc: lì ciò che è storico è tutto è veneto nella maniera più intima.
Curiosamente, oggi la teoria panveneta conferma che quelle sono sempre state terre venete. Anzi, si dice che gli Sloveni sono Veneti, confermando al contrario quello che dicevano i comunisti Titini.
Invece no, oggi l’Italia dichiara a gran voce l’Italianità delle Terre del “Nord Est”, e i più contrari alla sua indipendenza sono proprio gli stessi comunisti che 50 anni fa la volevano perché terra slovena. Sono proprio i comunisti come il presidente Napolitano che oggi riempiono i discorsi di italianità fasulla ad affermare il contrario di quello che loro stessi o i loro padri predicavano e attuavano con il mitra. Ma ricordiamo pure che Napolitano fu favorevole alla occupazione militare della Ungheria da parte dell’Unione Sovietica.
E’ sufficiente ricordare che solo 40 anni prima della fallita annessione comunista gli Austriaci dichiaravano tedesca la stessa terra del Lombardo-Veneto per capire come giri il vento. Ed è sufficiente sapere che il Lombardo Veneto è diventato italiano perché l’Italia tradì i patti con la Prussia per capire che si tratta solo di demagogia, violando il trattato internazionale e facendo votare i suoi soldati per l’annessione, anche questa una mia scoperta.
Quei comunisti sono ancora nei gangli del potere, sopratutto in Italia, sebbene il comunismo sia stato condannato dal Consiglio d’Europa.
Ma c’è un filo conduttore in tutto ciò: è la Stella a 5 punte massonica o Pentalfa. Contrassegnava la «Rivoluzione bolscevica», compariva sullo stemma delle «Brigate Rosse», dell’’ex PCI e su quello dell’’ex PDS. Non contando gli stati ex-comunisti che ce l’hanno ancora come Cina, Cuba, Nord Corea, Vietnam, essa però campeggia già da prima del comunismo sulla bandiera degli USA, e su quella di Algeria, Tunisina, Marocco, Somalia, così come sulla bandiera di molti altri. E’ dal 1871 che simboleggia l’Italia, prima sulle divise militari, per volontà dell’allora Ministro della Guerra, Cesare Ricotti-Magnai, noto massone, oggi è sullo stemma della Repubblica italiana .
I Veneti durante la Repubblica di Venezia erano contro le massonerie, erano vietate come lo erano i partiti politici perché “di parte” quindi divisivi rispetto all’interesse pubblico e generale. Allora si capisce che proprio i Veneti sono stati quelli che hanno patito il maggior danno dalla “lotta di liberazione” dei “partigiani” (che erano rivoluzionari comunisti), e dunque non trovo nulla di strano che la festa della liberazione (fallita annessione) si festeggi proprio il giorno di S.Marco, festa millenaria dei veneti.
Parlare di “Resistenza” è falso e demagogico, è una inversione della realtà a fini propagandistici in vero stile “imperialista”. Certamente, non era una lotta di liberazione, ma di occupazione comunista. Nel mio libro “La Repubblica mai nata” parlo anche del proclama di Togliatti per l’annessione alla Jugoslavia.
Questa mia prospettiva Antifascista e Anticomunista è molto diffusa nella Venetia, e non è così forte in altri teritori a noi molto vicini. Non ci posso fare niente se sono Veneto e dunque amo e coltivo la libertà sincera e la giustizia onesta. Noi veneti lo facciamo da millenni, io in parte ne sono il prodotto.
Per saperne di più:
Storia Partigiane e sulle Foibe
http://www.politicaonline.net/forum/showthread.php?t=146645
Tratto da Morto il “compagno” Vanni
E’ morto Vanni Padoan, chiese scusa per Porzus- (03 gennaio 2008)
CORMÒNS. Un pezzo di storia se ne è andato con la scomparsa di Giovanni Padoan, morto a 98 anni nella sua casa di Cormòns. Noto con il nome di battaglia di Vanni, commissario politico della divisione Garibaldi-Natisone, è stato protagonista nel 2001 della storica riappacificazione tra partigiani comunisti e osovani per la vicenda di Porzus, la malga friulana dove nel 1945 una ventina di partigiani verdi della Osoppo fu uccisa dai gappisti comunisti guidati da Mario Toffanin. L’ultimo saluto a quello che è stato uno dei protagonisti della lotta di Liberazione sarà dato domani, in una cerimonia civile che si svolgerà, alle 14.30, nel municipio del centro collinare. Nato a Cormòns il 25 giugno del 1909, Vanni Padoan emigrò insieme alla famiglia in Francia nel 1924, dove lavorò come carpentiere. Al rientro in Italia, nel 1935, fu condannato a 16 anni di carcere perché comunista. Dopo l’armistizio del 1943 che segnò la fine del conflitto con gli angolo-americani e l’invasione dell’Italia da parte dell’esercito tedesco, organizzò la resistenza sul Collio, in qualità di commissario politico della più grossa formazione partigiana italiana, la divisione Garibaldi-Natisone, che combattè anche in Jugoslavia nel 1945 nel IX Corpus, l’esercito guidato dal maresciallo Tito che aveva mire su Gorizia, Trieste e anche il Friuli. Nel dopoguerra fu processato e condannato per l’eccidio di Porzûs, ma non andò in carcere perché riparò prima in Cecoslovacchia e poi in Romania: qui lavorò come redattore di trasmissioni radiofoniche. Amnistiato, Padoan fu emarginato dal partito comunista, perché considerato «poco malleabile e diplomatico». Nel 2001, all’età di 92 anni, Padoan ha fatto ammissione di colpa, abbracciando in un gesto che è diventato storico l’ottantottenne don Redento Bello, detto “Candido”, padre spirituale degli osovani. Dopo mezzo secolo, i due si sono incontrati ad Attimis, davanti al mausoleo che ricorda la strage: Vanni Padoan, senza nascondere la commozione, si è scusato con gli eredi delle vittime «di un crimine di guerra che esclude ogni possibilità di giustificazione». Il cormonese ha proseguito la sua ammissione riconoscendo che avrebbe dovuto avvenire prima. «Benché il mandante di tale eccidio sia stato il Comando sloveno del IX Corpus, gli esecutori erano gappisti dipendenti anche militarmente dalla federazione del Pci di Udine, i cui dirigenti si resero complici del barbaro misfatto. Siccome i Gap erano formazioni garibaldine, quale dirigente comunista d’allora e ultimo membro vivente del comando raggruppamento divisioni Garibaldi-Friuli, assumo la responsabilità oggettiva a nome mio personale e di tutti coloro che concordano con questa posizione e chiedo formalmente scusa e perdono agli eredi delle vittime del barbaro eccidio. Questa dichiarazione l’avrebbe dovuta fare il comando raggruppamento divisioni Garibaldi-Friuli quando era in corso il processo di Lucca. Purtroppo, la situazione politica da guerra fredda non lo rese possibile». Va, peraltro, aggiunto che, nel corso degli ultimi anni, Giovanni Padoan prese parte a numerosi incontri, seminari e convegni imperniati sulla storia che sancì la fine del secondo conflitto mondiale e che, in queste terre, fu caratterizzata da momenti di particolare crudeltà. Contribuì al dibattitto sulla riappacificazione con tesi e argomenti frutto della propria esperienza. La riappacificazione fa tuttora discutere, dal momento che non è stata completamente accolta dai vertici dell’Apo, l’Associazione partigiani Osoppo. Vanni Padoan ha scritto diversi libri e articoli, in cui ha raccontato la sua esperienza. «È una scomparsa che lascia un grande vuoto. Non se ne è andato solo un protagonista della guerra di Liberazione, ma anche una persona saggia ed equilibrata», ha commentato la nipote di Vanni Padoan, Eva, che abitava con lui in via Filanda a Cormòns. E ha aggiunto: «Sto ripetendo a tutti che non mi ha lasciato un’eredità materiale, ma qualcosa che nessuno mi potrà mai togliere: una grande saggezza». Oltre alla nipote, lascia la moglie Sima, la figlia Nives, il nipote Raul e il pronipote Michele.
paola
22 Settembre 2009 @ 10:05
Penso che hai infarcito le tue argomentazioni di tante cose, anche molto demagogiche, come quelli che danno la colpa agli ebrei di tutte i mali del mondo e qui la colpa è di un presunto disegno massonico ecc. ecc.
Sicuramente ce l’hai con i comunisti che sicuramente hanno fatto dei grandi errori, condividendo le ragioni dell’ideologia comunista dell’unione societica senza avere gli strumenti per capire bene cosa potesse portare questa ideologia.
Non venire però a dirmi che tutti i partigiani erano dentro ad un disegno preordinato, non venire a dire che la resistenza è una buffonata. I miei nonni e i miei famigliari furono vittime di un regime fascista durato 20 anni dove tutte le libertà furono mano a mano eliminate.
Le ragioni di una lotta di liberazione c’erano tutte e molti giovani e giovanissimi hanno lottato e sono morti per degli ideali che anche tu non puoi negare.
loris
22 Settembre 2009 @ 13:48
Se leggi attentamente io non parlo di TUTTA la resistenza, ma della presunta resistenza al nord del Po, che in realtà aveva il fine di realizzare un colpo di Stato annessionista con la Jugoslavia. Ci sono tutte le prove che vuoi di questi.
E comunque, senza nulla togliere alle tue vicende familiari, il fatto che il fascismo abbia fatto delle persecuzioni gravissime, di cui solo ora si comincia a parlare dei crimini contro l’umanità in Grecia, Slovenia, Montenegro, Albania ecc, non significa che la resistenza comunista fosse migliore negli intenti, e dove sono riusciti a fare quello che volevano si sono comportanti allo stesso modo, come per esempio in Istria e Dalmatia.
Mi pare quindi che a generalizzare un po’ troppo come “la colpa agli ebrei di tutte i mali” sei proprio tu invece. Leggi con attenzione anche le altre pagine collegate.
Neretva
18 Aprile 2009 @ 12:25
Tito monarchico… AHAHAH UUUUHH UH UHHHHHH, e magari Hitler era negro! ih ih ihhhh, questa me la scrivo e rileggo tutte le sere prima d’andare a dormire così mi faccio 4 risate! BUAAHAHAHH
GIANCARLO - VERONA
24 Febbraio 2009 @ 16:41
Una nazione vera non può sussistere sulle menzogne e su una storia falsa.
Quando i Veneti tutti conosceranno la loro storia, quella vera… non ci saranno più scappatoie di alcun genere per gli itaglioti.
Quelli di sinistra poi Dio ce ne scampi e liberi. Falsi,bugiardi,voltagabbana,mistificatori della verità e della realtà ,gente che si è bevuta il cervello di ideologie e falsi ideali basati sulla morte di milioni di persone fossanche essi fossero propri connazionali o parenti o amici.
Quando i politici italiani a cominciare dai loro presidenti della repubblica avranno il coraggio di ammettere le porcherie dei propri predecessori, fossanchero i così detti padri della Patria. Una patria nata non con macchie di sangue, ma addirittura con vesti inzuppate di sangue non potrà continuare in eterno ad esistere.
Il buon Dio sà tutto e tutto rimedierà prima o poi perchè coloro che si sono macchiati di sangue veneto,istriano,dalmato e friulano avrnno la condanna che si meritano…in particolare quella storica. Ci chiamano revisionisti…..per impedire che la verità venga fuori ed invece stanno già pagando il tributo a Dio per le loro malefatte.
La sinistra anche estremista è fuori dal parlamento ed il PD stà già colassando e già si sentono i rantoli di un morto che puzza.
La Jugoslavia sappiamo cosa è successo anche in tempi recenti.
C’è da pensare veramente. Chi di mano ferisce di spada perisce !!!
Rimango poi sempre sorpreso di come gli itaglioti siano ignoranti in fatto di storia.
D’altronde ricordo che quando andavo a scuola la storia che studiavamo era quella “ufficiale” e non quella vera. Uno stato che racconta ai propri cittadini balle…per essere buoni…. non merita di esistere più.
Adesso con il libro di Marco Pirina, ma prima di Lui Loris Palmerini la verità viene a galla e i vari Pertini,Togliatti,De Gasperi,Bonomi,Sforza,Casati,Badoglio,Umberto di Savoia e Dio non lo voglia Pio XII E MOLTI ALTRI sapevano cosa stava succedendo alle migliaia di Istriani-Dalmati-Veneti in pratica imprigionati e fatti morire nei campi di prigionia di Zagabria e Belgrado. E che dire dei Padri della patria che pagavano i titini affinchè questi “italiani” non tornassero più in patria?!?!?
NON CI SONO PAROLE PER DESCRIVERE I PATIMENTI CHE DOVETTERO SUBIRE QUESTI VENETI ISTRIANO-DALMATI-FRIULANI.
ALLORA SONO A PREGARE COLORO CHE PARTECIPANO A QUESTA DISCUSSIONE DI AVERE QUALCHE DUBBIO E DI DOCUMENTARSI. DI LIBRI CE NE SONO DIVERSI E DOPO, SOLO DOPO DIBATTERE DI QUESTI ARGOMENTI…INSANGUINATI DA MIGLIAIA DI MORTI.
Giancarlo da Verona
Roberto
28 Settembre 2008 @ 09:32
Mi permetto di osservare che se il Friuli fosse stato annesso alla Yugoslavia di Tito a quest’ora, dopo la dissoluzione della ex-Jugoslavia, farebbe parte della Slovenia o forse addirittura costituirebbe uno stato autonomo. Se la stessa sorte fosse toccata al Veneto ora non si starebbe tanto a parlare di autonomia: sarebbe cosa compiuta da circa vent’anni. Inoltre si sarebbe probabilmente risparmiato lo scempio urbanistico che ha devastato la pianura Veneta nel quadrilatero compreso tra Treviso, Mestre, Padova e Vicenza. Tutto questo naturalmente se nel frattempo non fosse scoppiata la Terza Guerra mondiale. Uno spostamento della ‘cortina di ferro’ tanto a ovest avrebbe infatti potuto acuire certe tensioni, ma è altrettanto vero che la condizione della Federazione Jugoslavia di paese non-allineato avrebbe potuto mitigare questa difficoltà .
Inoltre ci si sarebbe risparmiati pure la grana “Dal Molin” e la grande viabilità della quale il Veneto ha tanto bisogno avrebbe potuto essere realizzata nei trascorsi diciotto anni, se ci basiamo su quanto è accaduto in Slovenia. Magari avremmo pure una o due centrali nucleari, il che però -considerato che la tecnologia adottata per la costruzione di quella di KrÅ¡ko è identica a quella impiegata a Chernobyl- avrebbe potuto costituire un problema non indifferente.
Politicamente (sempre basandoci sull’esperienza dell’ex-Jugoslavia) avremmo quasi certamente un regime fascistoide, a-la TuÄ‘man, con una potenziale alternativa socialdemocratica (il che non implicherebbe uno scenario radicalmente differente dall’attuale).
Il costo della vita sarebbe inferiore e con esso i salari, il che -unito alla posizione favorevole agli scambi con il cuore dell’Europa- ci renderebbe una terra ideale per gl’investimenti stranieri.
semm
24 Luglio 2008 @ 11:22
iniziamo male Palmerini tu scrivi “Ho già scritto sui crimini dei Fascisti in Istria e Dalmatia” sono andato all’articolo ma è solo una disamina un po’ stucchevole sul ritorno più o meno di una dittatura per far quadrare le cose in Italia…e invece in quest’articolo abbondi sui crimini dei comunisti a guerra ormai finita, ti consiglio quest’articolo http://www.anpipianoro.it/memoria%20commenti/radici%20fasciste%20foibe%20+.pdf forse un po’ più equo sullo svolgimento dei fatti. Poi la presunta veneticità dell’istria e della Dalmazia la mia opinione è che quelle terre sono state “colonie” di Venezia fin dagli albori della Repubblica però è innegabile la componente slava di granparte della popolazione (mi vengono in mente gli uscocchi) e le antiche parlate di istria e dalmazia istrioto,istrorumeno,dalmatico,vegliotto,morlacco che poco o nulla avevano a che fare con il veneto e che sono scomparse o assimilate quando appunto ci furono i veneziani conquistatori. Poi se mi dici con la Serenissima si stava meglio se ne può anche discutere ma non si possono accampare diritti su territori e popolazioni che, faticosamente stanno tentando di uscire ed affrancarsi da un passato fatto solo di guerre, conquiste,sfruttamenti,morti e deportazioni
giancarlo
23 Luglio 2008 @ 13:54
Bah a me risulta che fosse l’Austria a proporre la via “pacifica” al conflitto visto che aveva buona parte delle armate impegnate contro i prussiani e semmai sono stati i savoia a rifiutare il patto…Poi è vero che c’erano più veneti che austriaci contro gli “italiani” però io mi soffermerei a vedere quanti comandanti erano veneti sia a Custoza che a Lissa e la risposta per ora è “nessuno”. Io farei un parallellismo con la guerra in Iraq quanti componenti dell’esercito americano sono di etnia anglossassone? pochissimi sono tutti soldati di origine ispanica/portoricana oppure sono afro-americani oppure di origine asiatica e questo perchè? Vista l’estrema povertà di queste fasce di popolazione ecco che l’unico guadagno “sicuro” in questo caso è rappresentato dall’esercito. Il parallellismo sorge spontaneo con la situazione del Veneto nel 1866 dove tartassati da tasse e gabelle, controllati dalla polizia austriaca l’unica valvola di sfogo e di guadagno per gran parte della popolazione era l’esercito. Eccosi spiegati i 45000veneti a Custoza e i marinai di Lissa….poi siamo così sicuri che a Sadowa nelle file austro-ungariche non c’era nessun veneto/friulano? E’ facile dissertare sulla storia soprattutto quando si vuole portare dalla propria parte uomini e periodi storici improponibili per il tempo in cui adesso esiste questa societÃ
Pandemia 1918
21 Maggio 2008 @ 10:44
Sempre molto interessante quando si parla fuori dai denti della Massoneria e dei suoi ruoli occulti in tutte le tappe storiche che ci riguardano. Ne risulta un quadro che, lungi dall’essere completo, ci fa capire come la “storia” così come ce la insegnano è puramente un falso, molto lontano dalla realtà . Giudico di estremo interesse la prima immagine di questo post: lo stemma massonico (di per se) della Repubblica Massonica Italiana “completato” da squadra e compasso. Da dove viene ? Grazie per un chiarimento.
loris
2 Maggio 2008 @ 13:32
Adriano,
l’Italia era alleata della Prussia per attaccare l’Austria alle spalle. Ma al momento di rispettare i patti cercò invece l’accordo con l’Austria per ottenere il Lombardo-Veneto. Insomma tradì la Prussia.
L’Austria era disponibile, ma l’Italia voleva ANCHE mostrare i muscoli per giustificare l’annessione, per cui fece guerra a Custoza, ma le prese di santa ragione dai veneti che combattevano a favore degli austriaci. Allora l’Italia ci riprovò per mare, a Lissa, e le prese anche lì. Perdente, l’Italai si fece dare lo stesso il territorio pur avendo perso per terra e per mare.
L’Italia ha sempre cominciato una guerra con un alleato per poi tradirlo e “vincere” con l’avversario. Come fece con i Tedeschi e gli Americani.
Falsi e traditori.
adriano veneto
1 Maggio 2008 @ 19:21
cosa vuol dire:”basta sapere che il lombardo veneto è diventato italiano perchè l’italia tradì i patti con la Prussia per capire che si tratta solo di demagogia”. IN che cosa consisteva il tradimento?
lemin olld
5 Ottobre 2007 @ 21:22
Il ministero della giustizia e quello degli interni sono invitati a ripensare l’interessante e divertente storia,ma se non si sentivano chiamati in causa per fare la cosa giusta come hanno i loro colleghi negli ultimi 17 anni si godano lo spettacolo dell’ingiustizia e violenza di stato che proseguiva d’anni. La somma a disposizione del ministero degli interni è di 7 miliardi, mentre il comandante e i suoi fedeli hanno speso oltre nuove per finanziare la stupidita dei furbi e realizzare uno scandalo devastante,soprattutto per loro!!! La scoperta della verità in questa vicenda era l’incubo del comandante e i suoi fedeli, ma erano certi della “riuscita del tentativo di nasconderla con la complicità dei poteri forti dello statoâ€,perché temevano d’essere rimessi in discussione,perciò hanno deciso di fingere di non saper niente permettendo al comandante e i suoi fedeli di contenere la scandalo tra gli amici,giacché decidere di fare un passo indietro si considerava un disastro o una sconfitta umiliante per i potenti che combattevano una guerra vera contro uno straniero, mentre fare un passo aventi significa confermare questa drammatica realtà che emersa dopo la scoperta della verità in questa parte di questo delitto e ammettere di aver sbagliato la persona dopo oltre 17 anni di lotta e barricate inutili! Vedi Tutta la storia: http://www.lemin.spilnder.com
loris
4 Ottobre 2007 @ 16:49
Vanni era il capo dei Partigiani della Garibaldi, ed era in contatto diretto con il CLN. Togliatti fece pubblicare un proclama dello stesso senso e tenore per l’annessione alla Jugoslavia.
renzo
3 Ottobre 2007 @ 23:10
il tutto è un sacco di invenzioni.Ammesso che Vanni abbia detto quanto descritto, è risaputo che lo stesso Vanni non ha mai rappresentato né i comunisti italiani, né i partigiani garibaldini di tutto il territorio italiano.Egli è uno solo e, quindi, non fa regola.
Caro Palmerini, sii più discreto quando ti metti in “argomenti” molto più grandi di te e che proprio non conosci . Un partigiano garibaldino che ti invita a non inventare le cose di sana pianta.