Il referendum del veneto non è come il catalano nè come il Kossovo
Dopo aver parlato della Catalogna nella parte precedente, ora veniamo al caso Veneto perché incredibilmente anche la regione veneto ha dichiarato la sovranità, e lo ha fatto nel 1998, con la risoluzione 42 ed il popolo veneto è riconosciuto come tale fin dal 1971.
In quella dichiarazione, come nella 44 del 2012, si legge che il popolo veneto è sovrano, che la regione lo rappresenta, e quindi si chiedeva il referendum nel 1998, e si tenta di spingere all’autodeterminazione i vertici regionali nel 2012.
In queste risoluzione c’è il principio che essendo il popolo veneto riconosciuto nella legge costituzionale del 1971, il diritto di autodeterminazione si applica alla regione veneto. Ed inoltre poiché il popolo veneto si è unito all’Italia come stato sovrano nel 1866, possa tornare sovrano ancora.
Perché allora tanta sorpresa per la dichiarazione della Catalogna e un corposo silenzio sul caso veneto ?
Intanto occorre sottolineare che come ho spiegato nel mio libro, il Popolo Veneto non corrisponde alla regione. A differenza dei sardi, il popolo veneto è presente in più regioni, basti ricordare che esiste la regione Friuli VENEZIA Giulia, che da sempre è stata parte del Veneto, fin da prima dei romani. Non solo, anche nel 1866 ad unirsi all’Italia non è stato il “veneto” di oggi, ente amministrativo dello Stato Italiano, ma il Lombardo-veneto. Quindi semmai a poter tornare sovrani sono tutti i veneti (presenti in Lombardia, Trentino, Veneto e Friuli Venezia Giulia) oppure l’intero stato Lombardo-Veneto . Questo ultimo è il percorso che propongo io , dopo aver studiato i trattati e i passaggi di carte.
La risoluzione 42 del 1998 e e 44 del 2012 hanno dunque degli errori fondamentali nel suo interno. Identificano nella regione veneto il popolo veneto, e questo non solo non è vero, ma viola il principio di autodeterminazione del popolo veneto nella sua reale esistenza! E’ cioè illegale.
E non bastasse questa stessa illegalità è già stata sancita, come detto, dalla sentenza 365 del 2007 della Corte Costituzionale.
Insomma il silenzio è facilmente spiegabile, il caso veneto non esiste.
Roma ha già rodato tutti i meccanismi per cui il referendum resterà sempre una chimera. Ha già rodato il meccanismo, ha già creato i paletti. Roma per il momento lascia “ciacolare” i veneti , ma all’occorrenza userà il Commissario del Governo per bloccare tutto.
Detto per inciso, qualora la Giunta o il Consiglio regionale dichiarassero l’indipendenza per davvero, o l’indizione del referendum per l’indipendenza, dato che ogni norma passa prima per le mani del commissario del Governo alla regione, semplicemente egli non visterebbe la legge, non verrebbe stampata, e verrebbe sciolto il consiglio, magari per mafia o per tangenti (non è in questione se le denunce sarebbero per fatti veri o inventati).
In Italia oltre al Commissario del Governo alla Regione che può all’occorrenza sciogliere consiglio e giunta, la Corte Costituzionale potrebbe annullare l’atto regionale su semplice richiesta (ricorso) del governo dello Stato per violazione dell’interesse nazionale, che è in costituzione.
Al peggio, in caso di mancato rispetto, eventualmente per Roma ci sono pure la polizia, i carabinieri e la guardia di finanza, tutte legate allo stato, non alla regione. E infine l’esercito.
Il paradosso è che i veneti sono riconosciuti come popolo, e nessuno dice nulla sulla loro oppressione a livello internazionale, e questo già dimostra che le cose sono ben diverse da quello che si aspira. Forse i diritti umani e la autodeterminazione sono una bugia con la quale colonizzare in forma più occulta i popoli dell’Africa, ma non credano gli europei di potersene avvalere: non sembra si possa.
Dopo aver fondato l’Autogoverno del Popolo Veneto, ora propongo però un percorso integrato, ossia il ritorno alla sovranità del Lombardo-Veneto , in quanto ho dimostrato che la cessione del 1866 non è legalmente valida nel piano internazionale.
Questo ritorno alla sovranità originaria è un percorso che né l’ONU né l’Europa possono bloccare, perché rientra nel diritto degli Stati.
Insomma , di solito con un referendum si arriva sempre ad un punto in cui occorre un atto rivoluzionario, illegale, che spesso porta alla guerra. Passare per la guerra non è necessario in molti casi.
Nel caso dei Veneti, la buona notizia è che hanno già la sovranità giuridicamente, l’abbiamo ripristinata, e devono solo riorganizzare il proprio stato senza usare le armi seguendo il percorso che abbiamo iniziati .
Ai veneti non serve combattere con le armi per essere riconosciuti, lo sono già nel diritto internazionale. Richiedere il riconoscimento con un referendum è un assurdo in quanto non possono far altro che rischiare di fari fregare di nuovo con un voto truccato come nel 1866.
Inoltre possiamo liberarci senza arrivare all’inevitabile atto di forza. Possiamo farlo perché nel nostro diritto di Stato occupato. E abbiamo già raccolto diverse pronunce in nostro favore:
la costituzione del Governo nel 1999 non è stato giudicato reato
l’indizione di elezioni indipendenti non è stato giudicato reato
nel 2008 il giudice italiano ha riconosciuto il “difetto assoluto di giurisdizione” proprio in base ai miei studi
nel 2013 già ci sono persone che LEGALMENTE non pagano le tasse allo stato italiano
La domanda diventa : cosa vuole ottenere chi propone il referendum ? Forse mettere i cervelli a sperare l’irrealizzabile ? Di fatto è così.