I Veneti hanno subito un genocidio, negarlo è reato razziale
Nel 2007 ho scritto “La repubblica mai nata” libro in cui ripercorrevo sinteticamente la storia dei Veneti a partire dall’antichità, e poi raccontavo il genocidio da noi subito in Istria e Dalmazia nella seconda guerra mondiale, e dimostravo che il mancato voto dei cittadini di quelle terre al referendum del 1946, voto rinviato per legge, rendeva di fatto nullo il risultato referendario.
Dopo aver dimostrato che la Repubblica Italiana appunto non è mai nata per la legge, sempre nello stesso libro dimostravo anche che pure l’annessione del 1866 del Lombardo-Veneto era legalmente nulla. Tutto ciò fu messo agli atti al Tribunale di Venezia in una causa civile, che si concluse con la famosa sentenza del 2008 nella quale il giudice dichiarò “il difetto assoluto di giurisdizione”(attenzione, non significa affatto quello che credono i comitati e movimenti di liberazione).
In quegli anni però non descrivevo i fatti della guerra contro i Veneti con la parola “genocidio”, l’ho fatto in seguito, ma ancora non mi rendevo conto di quanto questo genocidio sia oggettivo e provato che è avvenuto.
Cercavo qualcosa per fare denuncia sugli atti di razzismo che subiamo oggi è ho trovato un interessante PDF che dice:
“Il concetto di genocidio comprende tutti gli atti intrapresi per sterminare fisicamente un popolo, come ad esempio omicidi e castrazioni di massa o trasferimenti forzati a seguito dei quali gli interessati non hanno più cibo sufficiente a disposizione. Esempi di genocidio sono l’Olocausto sotto il regime nazista, il genocidio armeno in Turchia, le «pulizie etniche» nella ex Jugoslavia e lo sterminio dei Tutsi ad opera degli Hutu in Ruanda negli anni 1990. Non è determinante il numero dei morti, ma l’intenzione di sterminare un intero popolo.”
Non c’è dubbio che nel 1945-1946 c’è stata la ferma volontà di sterminare la componente veneta dell’Istria e della Dalmazia, anzi, se possibile fino al Garda. E non perché fascista o non fascista, ma perché non slava, prova ne sia che anche i comunisti italiani vennero fatti fuori quando possibile.
Scopro oggi che anche il solo negare il genocidio dei Veneti costituisce reato di discriminazione:
“Negazione di genocidio – Chiunque disconosce, minimizza grossolanamente o cerca di giustificare il genocidio o altri crimini contro l’umanità si rende colpevole di violazione della norma penale contro la discriminazione razziale (art. 261 bis comma 4 CP, art. 171c cpv. 4 CPM).”
In poche parole si dovrebbe denunciare Wikipedia per il fatto di negare il genocidio e chiamarlo “Esodo”.
E forse lo stesso si dovrebbe fare con i capi di Stato.