Si può uscire dall’Unione Europea ? E dall’Euro? Si può, ma occorre uscire dall’Italia.
Si può uscire dall’Unione Europea? E dall’Euro rimanendo nella UE?
E si può fare un referendum sulla sovranità monetaria? Oppure una proposta di legge?
La risposta ad ognuna delle domande è “NO”, come sotto dimostro, ed allo stesso tempo dimostro che mentre l’Italia è legata col fil di ferro alla Unione Europea, si può però uscirne invocando la sovranità degli Stati Preunitari che non è mai cessata, ossia “uscendo dall’unità d’Italia” che in realtà è stata una operazione illegale ed abusiva di invasione degli Stati preunitari da parte del Re di Sardegna e Piemonte .
Cominciamo con alcun fatti oggettivi.
Con il referendum consultivo del 1989 il popolo italiano ha approvato la delega di poteri costituenti al parlamento europeo , in pratica un libretto degli assegni in bianco. Si è arrivati così all’adesione al Trattato di Maastricth che istituiva la Comunità Economica Europea che poi è diventata l’Unione Europea ed infine un super Stato perché contiene una clausola di espansione che spoglia progressivamente gli Stati.
Non è la prima volta che gli abitanti della penisola si spogliano della sovranità, il voto dell’Assemblea Costituente è stata la medesima sciocchezza: nel 1946 furono votati i delegati a fare una nuova Costituzione, questi ovviamente con la Carta Costituzionale si presero il potere esautorando il popolo dall’elezione di ogni alta carica e lasciandogli solo il referendum abrogativo su poche cose, e non fecero nemmeno approvare il testo finale. Tuttavia è da ricordare che come ho dimostrato per primo nel 2006 il voto dell’Assemblea Costituente e del Referendum Monarchia-Repubblica vide l’esclusione dell’Istria, della Dalmazia, delle isole adriatiche e Ioniche, cedute solo nel 1947, quindi essendo mancato il quorum per la Repubblica.
Per la Corte Costituzionale l’adesione alla UE (ex Comunità Europea) è conforme all’art.10 Cost, ossia all’adesione ad un organismo internazionale.
Per la Costituzione la sovranità si esercita solo nei modi previsti dalla Costituzione ( art.1). In pratica la sovranità che appartiene al popolo è limitata perché per Costituzione non può:
- eleggere il Presidente della Repubblica, né il Presidente del Governo, né il Presidente di una Camera, né i Presidenti delle Alte Corti, né i presidenti dei Tribunali Regionali (TAR) o civili e penali, né i Prefetti. Recentemente agli italiani è stato tolto il diritto di eleggere perfino il Presidente ed il Consiglio della Provincia in violazione della Carta delle Autonomie del Consiglio d’Europa.
- non può proporre un referendum di approvazione diretta di una legge proposta direttamente dal popolo
- non può abrogare leggi su tributi, tasse ecc
- non può chiedere di uscire dai trattati internazionali sottoscritti (ci torno dopo)
- non può scegliere i candidati alle elezioni dei partiti (vengono scelti dai partiti)
- non può rifiutarsi di partecipare ad una guerra iniziata in casa d’altri
In particolare per l’art. 75 c.1 Cost. “Non è ammesso il referendum per le leggi [ ..] di autorizzazione a ratificare trattati internazionali” e come detto l’Adesione alla UE è un trattato internazionale.
Per lo stesso dispositivo il popolo italiano non può decidere di uscire dalla NATO, dall’ONU ecc .
Ad aderire a queste cose in effetti sono le Camere, la materia è sottratta al sindacato popolare perché
"Le Camere autorizzano con legge la ratifica dei trattati internazionali che sono di natura politica, o prevedono arbitrati o regolamenti giudiziari, o importano variazioni del territorio od oneri alle finanze o modificazioni di leggi." (Art. 80 Cost.)
Le norme Europee sono nello stesso rango normativo della Costituzione per l’art.10 Cost, anzi, in molti casi prevalgono sul diritto interno per i trattati UE e TFUE.
L’art. 3 c. 4 del trattato UE recita “L’Unione istituisce un’unione economica e monetaria la cui moneta è l’euro.“
L’ articolo 119 TFUE (Trattato Funzionamento UE) “1. Ai fini enunciati all’articolo 3 del trattato sull’Unione europea, l’azione degli Stati membri e dell’Unione comprende, alle condizioni previste dai trattati, l’adozione di una politica economica che è fondata sullo stretto coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri, [..].
2. Parallelamente, alle condizioni e secondo le procedure previste dai trattati, questa azione comprende una moneta unica, l’euro, nonché la definizione e la conduzione di una politica monetaria e di una politica del cambio uniche, che abbiano l’obiettivo principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo obiettivo, di [..]“
Nel “Quaderni Europei” n° 14 del Senato la nota 16 riportata che “La correttezza del criterio è avvalorata dalla Corte costituzionale che, con la sentenza n. 41 del 2000, ha statuito che non può ritenersi ammissibile un referendum che miri all’abrogazione di una normativa interna, avente contenuto tale da costituire per lo Stato italiano il soddisfacimento di un preciso obbligo derivante dall’appartenenza all’Unione europea, ove tale abrogazione lasci quest’obbligo del tutto inadempiuto. La Corte ha conseguentemente dichiarato l’inammissibilità del referendum, “dovendo ancora una volta escludersi che dall’abrogazione referendaria di norme interne possa derivare l’esposizione dello Stato italiano a responsabilità nei confronti della Comunità europea”.
Quindi non si può ipotizzare né un referendum per uscire dalla UE, in quanto trattato equiparato a quelli internazionali, né è possibile ipotizzare un referendum per uscire dall’Euro perché andrebbe a esporre lo Stato italiano ad una responsabilità verso la Comunità Europea oggi UE.
Tuttavia si potrebbe ipotizzare che le Camere stesse facessero una legge per riappropriarsi della sovranità monetaria.
Occorre prima di tutto mettere in luce che per Costituzione la competenza sulla moneta spetta allo Stato, infatti all’art.117 il comma 2 recita che “Lo Stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: [.. ]
e) moneta, tutela del risparmio e mercati finanziari; tutela della concorrenza; sistema valutario; sistema tributario e contabile dello Stato; armonizzazione dei bilanci pubblici; perequazione delle risorse finanziarie;”
Tuttavia, per il comma 1 art.117 Cost “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.”.
Dunque lo Stato non può esercitare la potestà monetaria se non nel rispetto dei vincoli dell’adesione all’Unione Europea, ed in pratica deve obbedire alla Banca Centrale Europea.
Ovviamente si può teorizzare che il parlamento faccia una riforma dell’art.117 Cost, togliendo il vincono di obbedienza all’ordinamento comunitario, potrebbe bastare un anno e mezzo per farlo, ma ovviamente ci vorrebbe una maggioranza politica che non fosse europeista, quindi di segno del tutto diverso dalle maggioranze che hanno dato sostegno al Governo Conte, a quello Draghi, maggioranze che sono state prone alle peggiori nefandezze di UE e OMS, per esempio sull’acquisto di miliardi di dosi di vaccini di non provata efficacia. Meloni ha ribadito per mesi e continuamente la sua posizione di totale appartenenza alla NATO e alla UE, molto prima di diventare capo del Governo, ed ha dimostrato di esserlo fino ad oggi.
Ad oggi è quindi irrealistico pensare che un parlamento italiano voti la riappropriazione della moneta tramite l’uscita dalla UE, almeno fintanto che i componenti del parlamento italiano in realtà non sono scelti dai cittadini se non come mera accettazione delle scelte imposte. Diciamolo ancora: i cittadini non votano liberamente, sono solo chiamati a ratificare le scelte dei partiti pilotati dai finanziatori e propagandati dai media. Quello che viene ratificato dai cittadini è quello che si vede in TV, gli eletti sono in realtà decisi dai media che creano ad arte delle carriere politiche di veri e propri attori. Se esiste una opposizione reale nel paese, il regime crea un clone di esso, e lo schiaffa in TV fino alla nausea in modo che il seguito del partito originale venga convogliato in quello clone, che naturalmente, se dovesse arrivare al potere per un bizzarro esito elettorale, poi nei fatti non farà nulla di più di quello che gli viene indicato di fare.
Se occorre interviene per orientare il voto, o spazzare qualche partito disobbediente, storicamente la magistratura è intervenuta a farlo.
Quando ancora non bastasse, storicamente sono avvenuti fatti terroristici che hanno polarizzato l’elettorato verso i partiti storici e moderati.
Eventualmente abbiamo registrato anche l’improvvisa morte dei leader politici che minacciavano un cambiamento non prestabilito.
Per altro, l’enorme debito pubblico italiano (oggi in Euro) è prevalentemente in mano a banche private estere, ed esse possono richiedere il rientro di centinaia di miliardi senza alcun preavviso e senza motivo, sono contratti firmati fin dai tempi in cui Draghi era direttore e non ancora governatore della Banca d’Italia .
Dunque torniamo alla moneta. C’è chi pensa di fare una proposta di legge popolare per riappropriarsi della sovranità monetaria e farla esercitare allo Stato.
Anche tralasciando le questioni giuridiche che ne impedirebbero l’approvazione, ossia i limiti costituzionali, ma quale parlamento voterebbe una cosa del genere andando in violazione delle norme UE e quindi in contrasto al sistema finanziario occidentale? L’Italia dovrebbe assicurarsi prima una alleanza con poteri finanziari alternativi come la Cina o i BRICS, e prima di farlo subirebbe certamente un colpo di Stato come oramai abbiamo visto fare in diverse occasioni simili.
Nemmeno la Meloni è arrivata al governo senza prima garantire il rispetto del quadro di riferimento UE/NATO.
Ma anche qualora succedesse che improvvisamente la Meloni cambiasse idea e spingesse per una legge di riappropriazione della competenza statale sulla moneta, oppure che il Parlamento, nella sua indipendenza e senza il favore del Governo, votasse una legge che riprendesse la sovranità monetaria, molto probabilmente il Presidente della Repubblica non la firmerebbe e la rinvierebbe alle Aule per violazione delle norme UE, e nel frattempo che il Parlamento fosse intento ad aggiustare il tiro molto probabilmente ci sarebbe una crisi politica, casualmente, determinata dalla mancata fiducia al Governo, e il Presidente dovrebbe sciogliere le Camere ed andare alle elezioni. La legge non verrebbe più approvata.
Ed infine, se perfino anche il Presidente della Repubblica approvasse la legge e la facesse pubblicare in Gazzetta ufficiale, ecco che la Corte Costituzionale potrebbe dichiararla incostituzionale in quanto in violazione del trattato UE, come già la precedente sentenza e come ha dimostrato nel caso vaccini e nel caso legge sulla minoranza nazionale veneta . E’ oramai chiaramente dimostrato dai fatti che la Corte Costituzionale non è un baluardo giuridico, è un baluardo politico che serve a mantenere l’Italia nei binari dell’occidente anche e nonostante la volontà popolare e i diritti umani dei trattati come il Patto Internazionale sui diritti civili e politici oppure i trattati come la Convenzione di Oviedo .
Morale?
L’Italia non può uscire dall’Euro e restare nella UE, questo è impedito dai trattati ed anche dalla Costituzione.
In effetti l’Italia non può uscire dall’UE perché la Costituzione impedisce un referendum popolare che lo decida, e per lo stesso motivo non può uscire nemmeno dalla NATO e da altri organismi come l’ONU.
Per gli stessi motivi riguardanti la sovranità monetaria, sono di fatto irrealizzabili le proposte volte a permettere in Costituzione la possibilità dei referendum consultivi anche sui trattati internazionali, e quella per i referendum deliberativi, ossia la forma di referendum che permette l’approvazione di una legge direttamente tramite il voto popolare diretto. Sono proposte che non arriveranno mai al risultato voluto se non in forma parziale non in grado di cambiare l’attuale assetto NATO e UE.
Per tornare sovrani totalmente l’Italia dovrebbe cambiare prima la dirigenza politica occulta e quella eletta (cosa altamente improbabile), poi la Costituzione in molti punti (operazione ancora più irrealistica e direi impossibile) ed infine fare quei passi di Exit che probabilmente sarebbe lastricata di colpi di Stato, omicidi, ecc. Quindi conviene cambiare nell’inno nazionale la frase “Schiava di Roma, Dio la creò” in “Schiava di Banche, l’UE la portò“.
Ma esiste una qualche altra via legale per tornare ad istituzioni che si basino sulla sovranità dei cittadini ? Sì, e spiego.
L’Italia, ossia lo Stato Italiano deriva dal Regno d’Italia, una monarchia, attraverso il referendum del 1946, che si crede ne abbia deciso la trasformazione in Repubblica.
Il Regno d’Italia è stata in realtà una autoproclamazione di Vittorio Emanuele di Savoia dopo che il Regno di Sardegna-Piemonte che deteneva si era “espanso” sugli altri Stati preunitari, vale a dire invadendo il Regno delle Due Sicilie, i vari Ducati, lo Stato Pontificio e il Lombardo-Veneto. In realtà il Piemonte-Sardegna ha invaso gli altri stati preunitari illegalmente e in violazione del diritto internazionale del tempo ancora oggi vigente.
E’ stata un’operazione finanziata e voluta dalle massonerie bancarie, che in pratica hanno finanziato l’invasione illegale degli Stati italiani floridi per svuotarli dei forzieri d’oro, e lo hanno fatto usando come pedina lo Stato più scalcinato e retrogrado della penisola, il Piemonte-Sardegna.
Quelle che la storiografia italiana chiama “annessioni” e plebisciti sono state in realtà invasioni illegali perché in violazione dei principi di integrità territoriale degli Stati e di autogoverno dei popoli. Sì, l’Italia è nata da invasioni che noi oggi contestiamo alla Russia
Essendo illegale l’allargamento della Sardegna-Piemonte agli altri Stati italiani, e ne abbiamo le prove, gli Stati preunitari possono tornare sovrani con un ricorso internazionali, e succederà quando i cittadini dei rispettivi Stati rivendicheranno la propria sovranità, che è solo loro e non è defunta.
Ecco che si può uscire dall’Euro, dalla UE, dalla NATO e pure dall’OMS e dall’ONU, ma occorre uscire dall’Italia, o meglio, far uscire l’Italia dagli Stati preunitari, chiedendo pure il risarcimento del danno.
A quel punto gli Stati Preunitari si troverebbero liberi dai debiti e con una propria moneta, ossia con il massimo del rating, e liberi eventualmente di unirsi in forma confederale fra loro o con altri. Non solo, anziché avere da pagare un debito pubblico insanabile e in mano ai banchieri, i cittadini degli Stati preunitari vanterebbero un diritto di risarcimento non solo dalla Sardegna-Piemonte, ma anche dalla UE!
Se non piace questa prospettiva in virtù di un becero nazionalismo italiano defunto nei fatti da decenni, allora non resta che continuare con le chiacchiere, con le petizioni, con le proposte di legge inutili, con le suppliche inascoltate al potente, con i partiti fantasma inutili perché, quando veritieri, censurati dai media. Con i referendum disattesi.
Insomma la soluzione per uscire dalla UE e dall’Euro c’è, ma occorre prima liberarsi dalla sovrastruttura mentale inculcata dalle finte istituzioni italiane, ossia dal nazionalismo italiano e dalle sue balle. Ma non è difficile, basta studiare la vera contro-storia d”Italia e il mio blog.
Loris Palmerini 01/12/22