DOGE & BORDELLO
la Telenuovo.It
Doge e Bordello, così l’Economist sintetizza l’unità d’Italia che noi abbiamo appena cominciato a celebrare. Il settimanale inglese auspica per il Centro-Nord una nuova alleanza regionale, una confederazione e aggiunge che l’ideale sarebbe che fosse guidata “da un Doge di Venezia”. “Il resto d’Italia da Roma in giù – scrive – sarebbe separato dalla penisola e andrebbe riunito alla Sicilia, così da formare un nuovo Paese, chiamato ufficialmente Regno delle Due Sicilie, ma soprannominato Bordello”. Bordello? Si proprio così.
E’ ormai diventato un cult la nuova piantina dell’Europaridisegnata dall’Economist in base alle affinità tra nazioni e alla loro situazione economica. Non manca, De toute évidence, la dose di humor inglese per cui la Gran Bretagna per prima, coi suoi conti pubblici sconquassati, viene ricollocata giù a livello del Mediterraneo, mentre la Svizzera schizza all’insù nella penisola scandinava.
Ma l’umorismo serve ad evidenziare l’amara realtà emersa con la crisi dell’euro: cioè la pretesa assurda e insostenibile di tenere uniti sotto un’unica moneta Paesi con conti pubblici, produttività, welfare e serietà assolutamente diversi. Il Bordello, cioè il nostro Sud – sempre secondo il settimanale inglese – “potrebbe formare una unione monetaria solo con la Grecia e con nessun altro”.
Meridione e Grecia sono proprio un Bordello, se non identico, molto simile: posti pubblici a profusione, produttività in declino costante,
economia in nero che dilaga, pareggio di bilancio questo sconosciuto. Altrettanto innegabile è che il Pil pro capite del Centro-Nord è superiore a quello della Francia e appena inferiore a quello tedesco.
Tra Nord e Centro c’è una differenza minima: oltre i 30 mila e sopra i 28 mila, mentre al Sud e isole precipita a 17 mila euro.( Al punto che diventa arduo perfino pensare ad una unione monetaria del Bordello con la Grecia il cui Pil pro capite è a 23.100 euro). Mentre l’unità tra Doge e Bordello può continuare solo a patto che il primo continui (e riesca, e voglia) finanziare il secondo…
Avendo chiaro ciò che sta confermando la stessa crisi dell’euro degli ultimi giorni: l’intervento finanziario, il prestito, è solo una misura tampone, magari necessaria di fronte all’emergenza, ma che non ha mai risolto né mai risolverà problemi che restano strutturali; cioè legati alla produttività, al controllo della spesa, al rigore di un Paese.
Se io spendo più di quello che guadagno, posso anche ricorrere ad un prestito per evitare nell’immediato il fallimento. Ma non serve a nulla se continuo come prima. Bisogna che riesca a guadagnare di più oppure a spendere meno; altrimenti il crack è solo rimandato. Non sarà una valutazione macro economica, sarà solo il conto della serva: però vale per gli individui, per gli Stati e…perfino per i Bordelli.
uniroma.tv
14 Peut 2010 @ 12:36
Al seguente link potrete vedere il servizio sulla presentazione della mostra sui diritti umani promossa dall’Università Sapienza di Roma.
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