Brunetta propone un cambiamento per le province che sarebbe un danno ed e’ contrario all’ordinamento
Renato Brunetta vuole trasformare la provincia, che è un ente “autonomo” previsto da Costituzione ed eletto dai cittadini, per farla diventare un “consorzio” con presidente il sindaco del comune più grande e con consiglieri gli altri sindaci della provincia. Ha poi detto che cancellerebbe anche le Comunità montane risparmiando in tutto 180 milioni l’anno.
Non entro nel merito delle comunità montane che si trovano troppo e ben pagate nelle pianure del sud e poco e mal finanziate nelle montagne del nord.
Ma se l’Italia è ridotta a giustificare la cancellazione di enti eletti dal popolo giustificando il fatto con necessità economiche, dovremmo porci il problema di che cosa succederebbe se i paesi del terzo mondo facessero lo stesso ragionamento e non provassero nemmeno più ad andare verso le “democrazie” che Berlusconi ha perfino indicato come delle civiltà “superiori”.
Brunetta allora ci propone una civiltà inferiore? Se facessimo 2 conti probabilmente quello che lui chiama risparmio, tolti gli sprechi, è in pratica il costo delle elezioni e della democrazia.
E allora perché non abrogare anche le elezioni del parlamento così da risparmiare un altro bel po’? Tanto oramai i parlamentari sono dei “nominati” stile Grande fratello, e le competizioni politiche sono di fatto delle trasmissioni televisive sulle quali, se non sei presente sei “fuori” da ogni possibilità. E TV e giornali sono in poche mani finanziate dagli stessi politici …..
Prima di guardare se la proposta di Brunetta è fattibile, provo ad immaginare che cosa avrebbe combinato Zanonato, sindaco di Padova, se fosse stato anche il presidente della Provincia: invece dei 5-6 milioni di euro di buco dovuti agli investimenti errati sicuramente ci troveremmo oggi con decine e decine di milioni di buco, o forse 1 miliardo come in certi comuni del Sud dove appunto manca il controllo perché tutto è in poche mani. E figuriamoci se non finirebbe con un sostanziale degrado ed abbandono dei comuni periferici in favore del sindaco-podestà del capoluogo che per farsi rieleggere sindaco devierebbe tutti i fondi della provincia verso il capoluogo. Oppure si avrebbe una grande conflittualità fra presidente e consiglio non mediata dal terzo incomodo, il popolo elettore. Pexo el tacon del buxo, dicono nelle Venetie.
Il principio politico proposto da Brunetta è certamente fallace sul piano pratico, ma è anche contrario ai principi della Costituzione e ad un trattato europeo che dirò . La Costituzione infatti riconosce l’esistenza delle provincie e riconosce ai cittadini il diritto di eleggere gli enti locali in parità gli uni con gli altri, mentre nel sistema di Brunetta i cittadini del Capoluogo voterebbero anche il presidente della provincia assieme al sindaco, venendo privilegiati rispetto alla periferia non solo nei diritti di elezione ma anche nei trasferimenti.
Ma poi, esiste una legge del Consiglio d’Europa che già da 20 anni realizza il federalismo che impedisce di fatto il progetto di Brunetta.. Si tratta della “CONVENZIONE EUROPEA RELATIVA ALLA CARTA EUROPEA DELL’AUTONOMIA LOCALE”, ratificata con legge n.439 del 30 décembre 1989.
Il suo articolo 3 dice che l’autonomia locale, intesa come “IL DIRITTO E LA CAPACITÀ EFFETTIVA, PER LE COLLETTIVITÀ LOCALI, DI REGOLAMENTARE ED AMMINISTRARE NELLO AMBITO DELLA LEGGE, SOTTO LA LORO RESPONSABILITÀ, E A FAVORE DELLE POPOLAZIONI, UNA PARTE IMPORTANTE DI AFFARI PUBBLICI” è un diritto “ESERCITATO DA CONSIGLI E ASSEMBLEE COSTITUITI DA MEMBRI ELETTI A SUFFRAGIO LIBERO, SEGRETO, PARITARIO, DIRETTO ED UNIVERSALE” e che inoltre devono essere “IN GRADO DI DISPORRE DI ORGANI ESECUTIVI RESPONSABILI NEI LORO CONFRONTI”
donc, se un giorno si tentasse la realizzazione del progetto di Brunetta, senza contare la levata di scudi a Trento e Bolzano, io farei ricorso internazionale contro le norme e dovrebbero poi ripristinare le provincia tal quali. Sprecando molto tempo e denaro.
Di più, in quanto candidato alla presidenza della Provincia di Padova, se la censura non continuerà su di me dando modo al popolo di esprimersi, sono certo che i cittadini veneti di Padova e delle altre province venete siano molto più favorevoli ad una provincia in “autogoverno del popolo veneto” come previsto dall’art.2 L.n.340 del 1971 piuttosto che alla abrogazione delle stesse. Quindi ad una grandissima espansione delle competenze della provincia con l’autogoverno fiscale e non ad un suo ridimensionamento. Io voglio fare la provincia di Padova uguale a quella di Bolzano, come permesso dalle norme legali vigenti e non cancellabili.
bref , ci rinunci Brunetta, perché finirebbe come il presunto federalismo di questo governo che in realtà serve a mascherare il fatto che la “CONVENZIONE EUROPEA RELATIVA ALLA CARTA EUROPEA DELL’AUTONOMIA LOCALE”, ratificata con legge n.439 del 30 décembre 1989, è rimasta ignorata fino all’anno scorso quando 1250 veneti ne ha domandato l’applicazione al Tribunale Strasburgo costringendo l’Italia ad applicarla e a diventare federale.
Ma poi, un ministro della repubblica, con tanti sprechi da eliminare, non potrebbe lui per primo non sprecare il tempo per una modesta campagna provinciale ?
Che cosa ci sarà mai di così importante e inquietante nella campagna per provincia di Padova tanto da scendere in campo perfino un ministro e perfino delegittimando i suoi stessi candidati che verranno aboliti nelle funzioni ?
Loris Palmerin
candidato alla presidenza della Provincia di Padova
Venetie pour l'autonomie
Redasiòn_VenetaTV
14 Peut 2009 @ 07:54
Caten e quindi publichen co piaxer sto vostro ultimo comunicà stanpa sora sta proposta de Brunetta.
Bon Laoro anca a Vu.
VIVA SAN MARCO !
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