Quale la vera cultura?
La rete ha aperto le porte dello scambio libero di informazioni e contenuti, aprendo alla concorrenza reale la cultura fino ad oggi monopolio dello Stato. Come piu’ volte dimostrato, la storia ufficiale ne esce spesso a pezzi, vedasi Carlo Catteneo, Garibaldi, e perfino storie come quella di Meucci, Marconi, Einstein ecc.
Tuttavia il fenomeno è molto più profondo e sotterraneo, ed eccone un esempio.
Una nota conduttrice TV , riferendosi al cappotto vestito in studio da una sua comparsa, gli ha chiesto cosa facesse vestito con una “palandrana”. Sono andato a verificare la parola, che pensavo fosse un veste da camera e non un cappotto, e il fatto sembra confermato dal Corriere della Sera che pubblica il dizionario Sabatini-Coletti
Dunque sembrerebbe che la conduttrice avesse usato la parola sbagliata, ma poi mi accorgo che su google Wikizionario reclama spazio e le da ragione
Dato che i due significati sono del tutto diversi, chi sbaglia allora?
La mia risposta è che le lingue sono cose vive, il significato delle parole si modifica con il tempo fino a stravolgersi, per esempio in spagnolo una donna “imbarazzata” (embarazada) è diventata una donna incinta, preservativo in francese è il conservante dei salami da cucina, etc.
E se oggi l’uso comune di “palandrana” è quello di cappotto, sbaglia il sabatini.colletti a non darne conto. Il Corriere in questo caso (e in molti altri) fa meno cultura di siti gestiti dagli utenti .
Questo dimostra che la cultura “vera” non è più quella ufficiale e cattedrattica, nè quella del “MainStream” o della “opinione pubblica”; spesso la cultura si svolge altrove, in altri contesti poco illuminati dai media, non darne conto è solo la dimostrazione che non ha cultura chi non ne parla, Dans certains cas, come nella mia censura protratta, costituisce semplice dittatura che non rappresenta la realtà e prima o dopo paga con la crisi economica che merita.
Tanto per citare un altro fatto, Scalfaro è stato in realtà il responsabile compiacente dell’assalto costituzionale del 1993-1994 che ha portato un Berlusconi non eleggibile al governo, fatto evidente nelle leggi e perfino pubblicizzato come scandaloso da settori politici che mi hanno copiato. Ne parlerò meglio un altro giorno, magari, ma intanto resta il sito con le mie denunce del 1996-1997 etc..
Non parlarne non rende inesistente il fatto, come non parlare della responsabilita’ di Scalfaro nel ratificare piu’ volte il decreto legge “Par-Condicio” che ha sovvertito il sistema elettorale in quanto incostituzionale, come lui stesso ammise dopo il mio appello alla Corte Costituzionale del 1995: da allora non fu più rinnovato.
La cultura e l’onestà insomma, non stanno sempre negli organi “officiel”, in Italia sempre più rararmente le cose coincidono. Purtroppo in Italia la teoria che si avvicina di più alla realtà è quella cara agli anarchici per cui il governo è sempre nemico della popolazione. Per fortuna c’è stata la Repubblica Veneta e ha dimostrato il contrario.