Statuto Veneto: lo stop del popolo veneto
la “Peuple vénitien” non è una realtà fantastica o immaginifica, ma una realtà concreta ed attuale che può autodeterminare proprie istituzioni, in base all’art.2 L.n.340/1971 e alla L.n.881/1977.
Questo è quello che il Consiglio regionale del Veneto del 1998 riconobbe nelle fonti normative, grazie alla risoluzione 42/1998 proposta dal consigliere Morosin, dell’allora Liga Veneta Repubblica, al quale io stesso avevo indicato queste norme.
Si scrisse che il “Peuple vénitien” è riconosciuto dalla legge, che non è un soggetto fantastico, che esso ha diritto a proprie istituzioni, e tuttavia nello stesso istante che riconosceva il popolo veneto il Consiglio Regionale cercò di “scippare” la stessa sua autonoma rappresentanza che gli aveva appena riconosciuto, ed anzi immediatamente riconoscendo la sovranità allo Stato Italiano per supplicare un referendum che invece solo il popolo veneto può decidere.
Questa operazione fatta nel 1998 è stata una tentata usurpazione della sovranità del popolo veneto analoga a quella che en 1866 fece il governo veneto che riconobbe il governo italiano nel territorio prima ancora di votare per l’annessione. Era un governo fantoccio fatto da prestanome del governo italiano e finì che in effetti votarono i soldati italiani al posto dei veneti.
Per fortuna nel 1999 è stato fondato l’autogoverno del Popolo Veneto, che tuttora tiene nelle sue mani la sovranità veneta, tanto più che anche la Corte Costituzionale nel 2007 ha riconosciuto che un popolo non può essere rappresentato da un ente regionale, in quanto la regione è un ente periferico dello Stato che può fare solo quello che lo Stato gli vincola, fermo restando che il “commissario del governo alla regione” può sempre bloccare ogni suo atto.
La Corte Costituzionale indirettamente ci ha dato ragione nell’aver fondato l’autogoverno come Istituzione rappresentativa del Popolo Veneto indipendente dalla Regione, ma in effetti fin già dal 1997 una norma del Consiglio d’Europa impone che la rappresentanza del Popolo Veneto autonomamente costituita sia partecipe a tutti gli affari che la riguardano, ed anzi che nessun atto sia legalmente valido se essa è assente . Questa norma è diventata imperativa e predominante sulla Costituzione Italiana stessa a partire dal 2009, ma l’Italia si era impegnata a rispettarla dal 1997.
Chi rappresenta il popolo veneto? non l’ente “régional”, lo dice anche la corte costituzionale, e tanto più che il popolo veneto è diffuso ben oltre i confini regionali, il suo territorio è quello del 1866 che va da Udine a pezzi del Trentino.
Solo l’Autogoverno del Popolo Veneto può pretendere di rappresentarlo legalmente come in effetti fa secondo norme internazionali, e pure secondo quelle della regione Veneto quali la risoluzione 42/1998.
Purtroppo queste norme internazionali e locali che riguardano le minoranze nazionali sono state bellamente ignorate dalla regione. Perfino la Giunta nel 2008, per voce dell’assessore Coppola, arrivò ad affermare che la regione non è obbligata a rispettare le leggi internazionali sottoscritte dallo stato !
Il partito Venetie per l’Autogoverno ha chiesto l’annullamento delle elezioni regionali del 2010 in quanto svolte in violazione dei diritti di nazione minoritaria del popolo veneto, ed è in attesa che la Corte della Cassazione le annulli in ogni caso.
Le elezioni del 2010, ma anche quelle precedenti dal 1997, sono certamente contrarie a Costituzione e al diritto internazionale in ogni caso, perché se i diritti di “nazione minoritaria” non dovessero essere riconosciuti al popolo veneto inevitabilmente ricadrebbero sulle minoranze linguistiche per l’art.6 Cost., e dunque le elezioni del Veneto sarebbero in ogni caso illegali per esclusioni di alcune minoranze nazionali nella regione come cimbri, ladini germanofoni ecc. Forse per questo la regione veneto vuole sbarazzarsi dei germanofoni !
Siccome il Consiglio Regionale e la Giunta del Veneto sono illegalmente elette, in quanto cittadino del popolo veneto, aujourd'hui 17 octobre 2011 ho scritto al Consiglio, alla Giunta, (e per conoscenza anche al Commissario del Governo, al Procuratore Generale del Veneto ed al Presidente della Repubblica) che il loro operato nel territorio è illegale ed incostituzionale perché si ostinano a violare i diritti umani dei veneti riconosciuti dalla legge europea ratificata con L.n.302/1997.
A parte il rilievo penale, quali sono questi diritti negati ai veneti e validi fin dal 1997 ?
– bilinguismo in tutti gli uffici, negli impieghi pubblici, nei tribunali
– scuole e TV in lingua veneta e/o bilingue
– cartellonistica stradale obbligatoriamente bilingue
– posti riservati per i veneti nell’impiego pubblico
– la partecipazione della rappresentanza del popolo veneto in ogni atto che lo riguardi
L’ultimo diritto umano riconosciuto, quello di partecipazione, impone che nella revisione dello statuto vi sia la rappresentanza del popolo veneto, e non c’è, e non ci sono nemmeno i cimbri, i ladini, i germanofoni, etc..
Da questo il nostro stop alla commissione statuto: ci aspettiamo che lo statuto non si faccia senza di noi, ma è notorio per chiunque che gli eletti in regione Veneto non sono eletti affatto legalmente .
Intanto permettetemi di dire che attualmente per i veneti sono molto più importanti altre cose.
Il Veneto è al tracollo
– è diventata la regione con il più alto numero tendenziale di poveri
– 250.000 persone sono disoccupate
– il patto di stabilità impedisce di spendere i soldi in cassa dei comuni virtuosi
– il numero di cantieri edili è in crollo a causa dell’impoverimento dei veneti
– gli ammortizzatori sociali sono finiti
– non sono ancora stati recuperati nemmeno i soldi dell’IVA versati per la ricostruzione dall’alluvione
A fronte di questi fatti la regione e gli eletti illegalmente nel consiglio regionale sono stati duramente impegnati nel determinare se ci vogliano 30 la 60 consiglieri, senza guardare che il resto d’Italia ne ha molti di più , anche nel Friuli, e senza minimamente discutere lo stipendio di 10.000 Euros par mois, vergognoso per 30 o per 60, e senza rispettare le norme internazionali.