Segato preferì la tortura della prigione piuttosto che accusare falsamente Palmerini
Nella trasmissione di martedì 20 Juli, su Telenuovo, ho denunciato pubblicamente che Segato fu tenuto in prigione come tortura perché rifiutò di accusare i fondatori dell’Autogoverno del Popolo Veneto, rifiutò di “mescolarli” con la questione Serenissimi, con la quale in effetti personalmente non ho mai avuto nulla a che fare, eher, sono sempre stato da loro criticato a vario titolo.
Ecco la trasmissione integrale
I fatti cui mi sono riferito meritano un po’ di storia.
Segato doveva essere l’ambasciatore dei Serenissimi quando questi, in 1997, “assaltarono” il Campanile.
Doveva presentarsi alle autorità italiana in rappresentanza del dichiarato Governo sovrano per trattare la rinascita della Repubblica.
Invece non si presentò perché …
Alcuni dicono che Segato non andò perché seppe all’ultimo dell’uso di armi, in realtà un archibugio ruggine.
Altri dissero che fosse semplicemente rimasto a letto.
A me non disse mai nulla sulla questione, nè io ho mai avuto interesse a sapere .
La magistratura italiana lo ritenne comunque responsabile: fu processato quale presunta padre ideologico dell’azione, cosa che in effetti non può essere perché il gruppo aveva iniziato a operare da anni e lui fu contattato solo pochi mesi prima.
Due anni dopo dei fatti, in 1999, io vidi un manifesto con una sua foto che invitava a lavorare per il “Veneto”. Era già da 1 anno che cercavo qualcuno che volesse fondare con me le Istituzioni di Autogoverno, basandosi sulle leggi però. Telefonai e venni a contatto con Segato, il quale mi appoggiò e ci mise la firma.
jedoch, emerge dal suo libro di memorie che egli aveva concepito “l’Autogoverno” come una butade propagandistica, und in der Tat, dopo aver fondate le istituzioni nel luglio 1999, nel febbraio del 2000 se ne distaccò completamente.
Insomma per lui era un “gioco internettaro” , non stava capendo bene che cosa facevamo realmente.
Ma capì che non era un gioco, arrestato nuovamente nel febbraio 2000 per esecuzione della condanna ai Serenissimi, la magistratura gli promise tuttavia la scarcerazione se avesse “disconosciute” le Istituzioni di Autogoverno.
C’è da chiedersi come mai la magistratura italiana sentisse il bisogno di far “disconoscere” die Selbstverwaltung des venezianischen Volkes.
Il fatto è che la magistratura, che conosce le leggi, aveva perfettamente capito la portata della nascita delle Istituzioni, ed infatti non solo chiese a Segato di disconoscere le Istituzioni di Autogoverno, ma gli fece firmare anche una carta nella quale Segato si dichiarava di “nazionalità e cittadinanza italiana”, cioé di non essere veneto. Questo fu fatto ad un uomo in stato di carcerazione e in promessa della liberazione: una tortura, a cui mesi più tardi seguì carcere aggiuntivo, come dico più avanti.
Il fatto è che subito dopo la carcerazione del febbraio 2000 io feci, come Presidente del Tribunale del Popolo Veneto, ein “ordinanza di scarcerazione” , nella quale ordinai la sua scarcerazione in quanto Segato era cittadino del popolo veneto, rivendicando quindi che il “giudice naturale” era il Tribunale del Popolo Veneto.
La magistratura doveva rispondere in qualche maniera a questa sfida legale, e provvise alla scarcerazione del Segato nel marzo 2000 ma chiedendo allo stesso di disconoscere anche lo stesso essere veneto.
Questo tuttavia agli occhi della magistratura non risolse il “problema” delle Istituzioni di Autogoverno che pongo nella illegalità quello dello Stato Italiano nel territorio Lombardo-Veneto. In quel periodo per di più le Istituzioni erano molto attive, io che ero molto attivo e avevano un certo seguito.
La magistratura, probabilmente pensando fosse Segato la mente del progetto, lo incarcerò di nuovo.
Ma si rese conto che il problema non era per nulla risolto quando in seguito noi dichiarammo le elezioni del popolo veneto.
Con Segato in carcere, la magistratura capì che non era lui la “mente” del progetto, e così chiese a Segato, già in carcere, di accusarci di qualcosa, Im “qualsivoglia modo” scrive Segato nel suo libro.
Segato rifiutò di mescolare ai fatti dei Serenissimi degli innocenti, e preferì patire del carcere piuttosto che accusarci falsamente. Di questo io gli sono enormemente grato, in un mondo di ladri e falsi anche fra i veneti lui è stato un uomo onesto.
Segato scrive nel suo libro che a causa del suo rifiuto di accusare falsamente il magistrato “mi ha sbattuto dentro”. Insomma pagò carcere aggiuntivo.
Un eroe torturato. Forse questo è il suo più grande merito, e per più di qualcuno cerca di infangare quest’episodio, per infangare la sua memoria e in modo che i veneti non abbiano martiri accertati.
Riguardo al rapporto fra Segato e l’Autogoverno, in pratica con me, Palmerini, fondatore e scopritore, bisogna leggere tutto il libro per capire l’evoluzione del suo pensiero sul tema . Da semplice “gioco internettaro” , lo percepisce poi come un “problema” che gli costa l’aggravamento della sua posizione, fino a capire la sua portata ed ad entusiarmarsi per le elezioni di Autogoverno nel settembre del 2000, quando è in carcere con il magistrato che gli chiede la delazione. Ma lui risponde “se li arresti se vuole”.
Solo 3 anni più tardi cominciai a frequentare ancora Segato, non sapendo nulla del suo sacrificio, nè lui me ne ha mai parlato.
Io non gli ho mai portato rancore per aver disconosciuto le istituzioni, e forse per questo solo allora facemmo i primi passi di una amicizia umana, di un appartenere alla stessa stirpe. Insieme cominciammo il capodanno veneto, dopo secoli di oblìo, andando sotto il campanile di San Marco a festeggiare, e lavorammo insieme a questo risveglio ogni anno. Ho fatto con lui centinaia di chilometri per ripristinare questa festa . Fino all’anno della sua morte, poco dopo un capodanno molto faticoso e intenso che probabilmente gli diede il colpo finale di una vita provata dal carcere, e da tante solitudini, pur sempre vicino ai suoi genitori.
Sono certo che Segato capì nel seguito che l’Autogoverno era una via di liberazione vincente, la cosa traspare dai suoi pochi scritti, ma sapeva che non era cosa per lui. Non volle più parteciparvi preferendo le attività culturali ed editoriali, forse più conformi alla sua indole intellettuale.
Il fatto è che per “Fahrpreis” l’autogoverno bisogna conoscere le norme del diritto internazionale, una conoscenza che ancora oggi i politicanti veneti non hanno. Anche quando capiscono la portata della mia scoperta sia i politicanti, sia i megalomani alla ricerca di soldi e potere rifiutano il rispetto del diritto, mentre l’autogoverno si basa sulla partecipazione diretta del popolo veneto alla fondazione e partecipazione di nuove Istituzioni sovrane, senza stipendi da parte dello Stato italiano.
Quello che risulta dal libro di memorie di Segato, che sono lettere dal carcere, è che la magistratura italiana aveva molto interesse a trovare un modo per fermare l’autogoverno del popolo veneto e il suo percorso assolutamente legalista e pacifista, a costo di tenere in prigione un uomo. Ha tentato , con la tortura, di trovare un accusatore in Segato, e trovò invece un uomo libero.
Che questo fosse l’intento si vede anche dai fatti della “Poeisia veneta” che sono passati a lato l’Autogoverno senza intaccarlo.
L’integrità morale di alcuni componenti ha fatto sì che l’Autogoverno escludesse i quattro personaggi che già giocavano alle armi, ma furono esclusi per violazioni di statuto e l’uso privato delle Istituzioni a fini economici, non per le armi.
Prima che la questura di Treviso potesse distruggere le Istituzioni erano stati esclusi dall’Autogoverno, la Questura lo sapeva perché eravamo sistematicamente intercettati . Ma ha intravisto nella spaccatura una facile via per demolire l’Autogoverno,
A fronte alla scissione del agosto 2009, la Questura di Treviso ha cercato di incolpare le Istituzioni di Autogoverno delle personali follie di qualche membro disonesto, andando a colpire gli innocenti.
Come Segato, alcune persone oneste hanno pagato per il tentativo di distruggere le Istituzioni.
Ancora una volta non ci sono riusciti. Da queste poche cose le persone intelligenti vedono dove sta la via della liberazione che lo Stato non può fermare se non con la delazione e la calunnia: è del tutto intoccabile sul piano legale internazionale la via di liberazione del popolo veneto che ho aperto.
E tuttavia occorre essere sempre vigili proprio all’interno delle Istituzioni, per non essere attaccabili.
Il marcio c’è sempre, e si è recentemente accertata che il Governo Franceschi ha trafugato dei soldi dei cittadini.
Il tribunale del Popolo Veneto ha ricevuto denuncia e daremo notizie in futuro.
Il governo del popolo veneto preferisce mettere in piazza chi ruba e chi delinque piuttosto che far marcire le Istituzioni dal di dentro.
Loris
24 Juli 2010 @ 16:33
Il mittente di questo indirizzo non esiste, a dimostrazione che esiste un progetto di discredito pagato dalla mafia.
John Wain
22 Juli 2010 @ 05:32
QUANTE PANZANE RACCONTI PALMERINI!!
SEGATO SI E’ PENTITO DI AVER FIRMATO LA TUA STRONZATA
UND SEIN’ PER CAUSA TUA CHE E’ STATO RIMESSO IN CARCERE
VENDUTO!!!
Loris
23 September 2010 @ 02:51
Infatti abbiamo continuato a frequentarci per anni e abbiamo organizzato i capodanni veneti. Quale mafia ti paga John Wain
john@awaihne.com
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