Mettere le foto di bambini online li espone a rischi pedofili e di rapimento
E’ moto molto facile fare una foto od un video ai propri figli con il cellulare, o a gruppi di bambini, come alle recite, e poi basta cliccare per condividere la foto su Facebook, Istagram o Twitter o altri social network come Whats’App.
Molti genitori lo fanno, e non pensano che così espongono i propri figli al rischio di essere presi di mira e poi individuati da pedofili e rapitori, anche lontani, a causa dei dati di localizzazione presenti nella foto o nel video.
Infatti nelle foto il cellulare, le macchine fotografiche e le videocamere memorizzano le informazioni EXIF, le quali sono delle informazioni di “localizzazione” , ed in pratica consistono nella posizione geografica del luogo dove l’immagine è stata colta. Sono informazioni che si basano sul sistema GPS o sul russo GLONASS, insomma le stesse che ci dice il navigatore satellitare di ogni telefono, che sbagliano la posizione di decimetri , non di metri . Ecco che analizzando le foto, il malintenzionato può scoprire facilmente dove il bambino va a scuola, in quale parco gioca, e dove abita facendo una ricerca per immagini facciali.
Ne parla questo video http://www.youtube.com/watch?v=N2vARzvWxwY#t=21
Naturalmente in Italia si deve discutere di problemi molto più importanti.