La meritocrazia non e’ un valore italiano
Tutti i popoli che sono caduti nel tranello del nepotismo sono poi finiti in disgrazia e sono spariti come civiltà storica. Parliamo per esempio degli Egizi e dei Romani, ma molti altri. Il decadere di una società è la naturale conseguenza che arriva quando si mettono al vertice delle persone non capaci, perché raccomandati. Infatti i raccomandati si chiudono a fortezza nella loro posizione sapendo di non meritarla. La paura dei raccomandati di essere scalzati da persone capaci li porta a creare delle barriere che impediscano il rinnovo meritocratico delle posizioni di potere, e per far ciò spesso creano una cortina protettiva mettendo nei ruoli loro sottoposti persone fidate, ma che per essere facilmente controllabili devono essere ancora più impreparate di loro stessi. Tutto ciò porta le nazioni a distruggersi in qualche generazione, mentre nel privato bastano pochi anni, meno di due decenni. Negli stati si vede il degrado sempre maggiore dell’amministrazione e della politica, e il tutto porta alla paralisi istituzionale e sociale che getta il popolo nella miseria. Ora è chiaro che dove c’è corruzione questo è enormemente facilitato, perché i “ruoli” si possono acquistare a suon di favori e denari. Ed è evidente che dove c’è corruzione , c’è anche nepotismo e c’è una inefficienza dell’amministrazione pubblica che porta la gente ad emigrare.
Ora non c’è dubbio che questo modello è quello che l’Italia ha avuto per almeno 3 generazioni, ossia con la nascita della Repubblica (ma prima non era molto meglio) con il risultato che i “furbi” come i banchieri, o “imprenditori” assistiti, i rappresentanti “sindacali” degli operai, hanno ridotto il paese in macerie, ed è praticamente impossibile modificare qualcosa perché le barriere al cambiamento sono ovunque, e se avviene un cambiamento esso stesso è finto e programmato dagli incapaci che stanno al vertice.
Venezia seppe non ridursi così, metteva nella amministrazione pubblica le persone capaci che in maggioranza non erano nobili, anche in posti di rilievo. Venezia era capace di dare ruoli fondamentali anche a stranieri se necessario, come i condottieri d’arme o certi ambasciatori. Venezia metteva i capaci anche nel vero organo di governo della Repubblica, che non era il maggior Consiglio ma il Senato. Anche l’Islam per un certo periodo fece lo stesso, e così seppe attrarre molti occidentali per il fatto che nel suo sistema i capaci potevano fare carriera, mentre in occidente (escluso qualche qualche stato), era tutto bloccato dal sistema ereditario e feudale.
Ora è evidente che fin dall’inizio il sistema italiano di origine Piemontese è nepotista: l’essere “italiano” significa vivere di raccomandazioni, quindi di sotterfugi, e di stare sempre attenti a chi non si deve pestare i piedi e a chi votarsi nel caso di bisogno.
Corrisponde ad essere nepotista e pure un po’ mammone, e all’occorrenza diventare velina o pornostar o attore ebete per far carriera.
E’ un sistema feudale, di sfruttamento degli individui, un sistema in cui l’individuo è ridotto a topo che si muove sotto l’occhio del gatto.
Renzi è l’apoteosi di questo sistema : si è fatto strada con sotterfugi ed inganni, arrivando non eletto al governo votato da un parlamento illegalmente eletto. Ha messo a ministri e nelle funzioni chiavi tutti i suoi collaboratori che da anni gli mostrano fedeltà, tutti i suoi colleghi di battaglie da sindaco , certamente non preparati alla grave situazione e alle problematiche del paese. E tutti loro stanno mettendo ulteriori barriere all’entrata nel sistema di persone capaci, eliminando le elezioni delle province, del Senato e svaligiando i comuni del proprio patrimonio. E’ l’atto finale di una storia italiana miserabile che in un secolo e mezzo di guerre, dittature e furti ha portato la penisola da centro propulsivo del Rinascimento e della modernità a paese peggiore di molti paesi africani e sottosviluppati.
Renzi non riuscirà a cambierà la mentalità di un popolo, perché ne è la massima espressione.
E pure in Grillo è evidente questa mentalità, non cita mai le fonti di quello che dice, materiale quasi sempre non suo, e dietro lo slogan “tutti valgono uno” c’è un disconoscimento della individualità che solo nel fascismo e nel comunismo si sono visti.
Berlusconi è invece quello che ha sempre proclamato il valore dell’individui, ma in realtà riducendo tutti a Yes man e facendo il deserto dietro di sé come fece Bossi.
Vivere da italiano è una disgrazia per chi vuole farsi strada onestamente. Un onesto può solo pensare alla rivoluzione o alla emigrazione. Il comportamento di non voler riconoscere il merito a chi ce l’ha, è un atteggiamento così tipicamente italiano e così diffuso che non ci sono speranze per chi sta in Italia. Lo si trova ovunque, non solo nella politica, ma anche nelle aziende private, nella scuola, nell’amministrazione pubblica, perfino nell’associazionismo….
Per fortuna non è un atteggiamento storicamente veneto, anche se i veneti stanno diventato italiano. Lo sappiano coloro che si dichiarano veneti e poi non riconoscono il merito a chi ce l’ha: è un atteggiamento italiano. Tu riconosci il merito a chi ce l’ha o vuoi far andare avanti persone incapaci e per di più disoneste ?
Questa diversità di atteggiamento è probabilmente quello che ha salvato i veneti dal diventare un paese ignorante e poco preparato come dimostrano le medie OCSE. D’altra parte, perché sbattersi se poi basta una raccomandazione a cambiare la vita ? Ecco spiegate le veline, il grande fratello e tanto altro. I veneti, secondo l’OSCE, sono per il momenti all’eccellenza in materie dove occorre lavorare sodo, quelle scientifiche, ma sempre di più si notano atteggiamenti lassisti e nepotisti, cioé italiani.
Comunque sia, ovviamente dico questo non perché sto per emigrare, ma perché sto facendo la rivoluzione.